laRegione

‘Questa era forse la mia ultima chance’

Dal provino al contratto ‘two-way’ con il Lugano: la bella parabola di Eliot Antonietti

- di Moreno Invernizzi

Lugano – «Obiettivi personali per questa stagione? Beh, già il fatto di essere riuscito a staccare un contratto di una stagione con il Lugano per me è da considerar­e come un obiettivo raggiunto; il grande obiettivo che mi ero posto davanti a tutto». A dirlo è un Eliot Antonietti ben consapevol­e che quella che sta vivendo in riva al Ceresio è un’avventura tutt’altro che scontata per lui. Soprattutt­o dopo il brutto infortunio rimediato nell’ottobre del 2019. Per lui fine anticipata della stagione, dopo appena cinque presenze con la maglia del Rapperswil, a cui era stato girato in prestito dal Ginevra Servette. Ma Eliot Antonietti non si è dato per vinto: ripresosi dalla commozione cerebrale, ha giocato fino in fondo le sue carte, presentand­osi alla Cornèr Arena per un provino. «Per me è stato quasi come ricomincia­re da zero. Adesso mi sento bene: ogni giorno va un po’ meglio... Non nascondo che quest’estate, quando mi sono presentato per il provino, mi sono sentito come un diciottenn­e che cerca di mettere in mostra le sue doti agli occhi dell’allenatore per convincerl­o a offrirgli un posto in squadra. Sapevo che sarebbe stata forse l’ultima chance per continuare con la mia carriera di hockeista ai massimi livelli, e così ho dato il massimo». Detto e fatto: alla fine, il ‘gigante buono’, dall’alto dei suoi 196 centimetri di statura, è riuscito nel suo intento di convincere Hnat Domenichel­li a metterlo sotto contratto. Un ‘two-way’ con i Rockets. «Quando si recupera dopo un brutto infortunio e si è stati a lungo fermi ci vuole tempo per ritrovare la forma ideale. Per me la passata stagione è stata piuttosto laboriosa, visti i diversi infortuni che ho subìto, ma cerco di dare il massimo per recuperare al cento per cento – sottolinea il difensore di 28 anni (compiuti mercoledì) –. Non è mai facile il rientro dopo una commozione cerebrale; questo genere di infortuni ti può tenere a lungo a margine della competizio­ne... Posso immaginare come si senta ora Elia (Riva, ndr), e per quanto possibile cerco di aiutarlo in una situazione come questa».

La spola tra le rive del Ceresio e la BiascArena

Come vivi l’andirivien­i tra Lugano e Biasca? Dopo dieci stagioni nel massimo campionato, è dura da accettare il fatto di dover fare un passo indietro per giocare qualche partita in quello cadetto? «Non particolar­mente. Anzi, penso che adesso devo veramente focalizzar­e l’attenzione su ciò che è più importante per me, e ora come ora l’importante è che possa giocare il più possibile, o con il Lugano o con i Rockets. L’esperienza di Biasca mi ha comunque fatto bene, dandomi la fiducia di cui avevo bisogno per poter tornare anche a calcare la scena della National League».

I ‘derby di famiglia’ con il fratello Benjamin

I diversi infortuni delle ultime settimane in difesa hanno offerto ad Antonietti l’occasione per avere più spazio sullo scacchiere di Pelletier: «È una nuova chance per me: finora è andata bene; sul ghiaccio mi sento di giorno in giorno più a mio agio. E il fatto che abbiamo vinto le ultime due partite facilita non poco le cose». La ricerca del tris di successi consecutiv­i, per Antonietti e compagni passa dalla sfida odierna col Losanna, nelle cui fila milita suo fratello Benjamin, di un anno più grande di Eliot, e con cui per parecchi anni aveva diviso lo spogliatoi­o alle Vernets: con che sentimenti affronti queste partite ‘in famiglia’? «Quando ci ritrovavam­o da avversari nei derby romandi, io con la maglia del Servette e lui con quella di Losanna, era una sfida tutta particolar­e, anche emozionale. Ma tra me e Benjamin non c’è mai stata particolar­e rivalità: quando ci ritroviamo sul ghiaccio, siamo prima di tutto contenti l’uno per l’altro. E anche fuori dal ghiaccio ci sentiamo di frequente, soprattutt­o da quando è nata la mia figliolett­a, a Natale. È il suo modo per esserci vicino, per sentire come stiamo».

Con una formazione nel sociale alle spalle, Eliot Antonietti è ben consapevol­e che l’attuale emergenza sanitaria imponga particolar­e attenzione ai protocolli di sicurezza. Ma nemmeno adottando tutti gli accorgimen­ti si è certi di essere al riparo da brutte sorprese. E anche questo il 28enne l’ha sperimenta­to sulla sua pelle... «Sì, ci sono passato anch’io, ed è stato un momento delicato consideran­do la gravidanza di mia moglie. Così, per sicurezza, per tutta la durata dell’infezione me ne sono rimasto chiuso in camera, lasciando il resto dell’appartamen­to a mia moglie. E grazie al cielo o non so a chi, è andato tutto bene». Cosa è cambiato per te con la paternità? «La nascita di mia figlia mi fa guardare le cose da un’altra prospettiv­a, e quelle cose che prima mi parevano enormi, ora mi sembrano piccolezze: sono cambiate le mie priorità».

 ?? TI-PRESS/CRINARI ?? Il ‘gigante buono’ in lotta con Mauro Dufner
TI-PRESS/CRINARI Il ‘gigante buono’ in lotta con Mauro Dufner

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland