Sull’ultima iniziativa Udc
Mercoledì 27 gennaio era la Giornata della Memoria, e proprio in questi giorni l’iniziativa anti-burqa sta strisciando verso il voto. Se solo quei politici responsabili di aver ideato quest’ennesima iniziativa bigotta, penosamente mascherata da difesa della donna, si degnassero di riflettere sul significato che il testo trasmette, beh, non cambierebbe assolutamente nulla, perché: primo, hanno rinunciato a una coscienza propria per il consenso del loro pubblico e, secondo, sono membri dell’Udc, quindi probabilmente xenofobi, magari pure fieramente, e questo è quanto. La Svizzera deve fare di meglio. Anziché imporre divieti che non aiuteranno la donna sotto il burqa, la vittima la cui dignità all’Udc importa moltissimo, ma semplicemente l’allontaneranno dai nostri sguardi – una mossa degna di Von Steiger –, perché non diffondere davvero quel pensiero critico che questi politici immagino s’illudano di possedere? L’educazione e la cultura liberali, il confronto e soprattutto la curiosità, ecco di cosa hanno paura l’estremismo e l’isolamento ideologico, anche quelli di questo stesso partito. Nel mondo perfetto l’Udc, dopo essersi scusata, avrebbe già ritirato l’iniziativa e starebbe progettando dei corsi da tenere nelle scuole per educare riguardo alla moltitudine di religioni, ognuna convinta di avere ragione, o dei forum nei quali conoscersi e confrontarsi con sincera apertura mentale, ma Leibniz si sbagliava e non ci troviamo in un tale mondo. L’Udc non smetterà di proporre simili iniziative e la sezione giovanile continuerà a essere la sua piastra di Petri cosparsa di idee malsane e quelle predominanti diventeranno nuovi progetti politici. Tanto disgustoso quanto banale, come qualcos’altro di cui ci parlava la Arendt.