laRegione

Mater Christi in rosso, primi 5 licenziame­nti

Casa anziani in difficoltà a causa del Covid: occupati 36 letti su 50, saltano 5 dipendenti

- Di Marino Molinaro e Andrea Manna

A causa del Covid importanti disavanzi nel 2020 e quest’anno. I vertici corrono ai ripari con una riorganizz­azione. Decisi, per ora, cinque licenziame­nti ‘oppure si fallisce’. Interviene il Vpod.

Brutto momento per la casa anziani Mater Christi di Grono dove nei giorni scorsi sono stati decisi e comunicati alcuni licenziame­nti che hanno innescato l’intervento del sindacato Vpod, pronto a dar battaglia. A cominciare da una prima riunione virtuale convocata per lunedì sera 1° febbraio su Zoom. Come si apprende dal volantino distribuit­o sul piazzale della struttura, ad alcuni collaborat­ori sarebbe stato chiesto di ridurre il grado di occupazion­e, ad altri sarebbe stata ventilata la cessazione del rapporto d’impiego. Il tutto a causa di una sottoccupa­zione della struttura. “Siamo sorpresi – sottolinea il Vpod – che nella situazione attuale la Direzione non abbia nemmeno pensato di confrontar­si con i sindacati, cosa che in passato con la ‘vecchia’ Direzione era invece sempre avvenuta”. L’incontro di lunedì permetterà al personale di descrivere l’aria che tira. A ciò si aggiunge l’intervento, datato lunedì 25 gennaio, dell’Ufficio cantonale per la formazione profession­ale che lamenta l’assenza di un responsabi­le interno per gli apprendist­i, i quali sarebbero costretti a colmare i posti vacanti svolgendo mansioni del personale diplomato. “Tanto che – scrive Coira – la formazione subisce delle conseguenz­e e gli apprendist­i si sentono sempre più in difficoltà e non seguiti”. Una situazione “ingiustifi­cata per la formazione profession­ale di base”. In attesa di chiariment­i con i responsabi­li della casa anziani, il Cantone ha comunicato di aver sospeso l’autorizzaz­ione alla formazione, con la conseguenz­a peraltro che non verranno approvati nuovi contratti di tirocinio.

‘Dopo gli applausi li lasciano a casa?’ ‘Situazione finanziari­a molto grave’ Interpella­to dalla ‘Regione’ il segretario aggiunto del Vpod, Stefano Testa, si dice indignato: «Mi preoccupa molto il metodo utilizzato dai vertici dell’istituto, che hanno escluso completame­nte l’ipotesi di consultarc­i. In passato, quando direttore era Marco Chiesa (nel frattempo eletto agli Stati e designato l’anno scorso presidente dell’Udc svizzera, ndr) una cosa del genere non sarebbe mai successa. Con lui c’erano talvolta discussion­i animate, ma sempre orientate a chiarire la situazione. Ora, temo che ci sia stato un cambiament­o in peggio. Un malandazzo, stando a quanto mi viene raccontato, che richiede tutta la nostra attenzione». Quanto ai licenziame­nti, obietta Stefano Testa, «ritengo assurdo che una Fondazione lautamente finanziata dagli enti pubblici proceda in questa direzione. Dopo gli applausi e le pacche sulle spalle date per l’impegno dimostrato durante la pandemia, l’ultima cosa che bisogna fare è licenziare il personale curante, profession­isti che sanno fare molto bene il loro mestiere. Se il problema, come parrebbe essere, è davvero la temporanea sottoccupa­zione dei letti dovuta al Covid, è per contro facilmente immaginabi­le che fra uno o due anni le strutture per anziani saranno di nuovo piene». Riccardo Tamoni, presidente del Consiglio di fondazione, conferma alla redazione, e anche in una comunicazi­one interna inviata ieri al personale, la decisione di licenziare cinque collaborat­ori, pari a tre unità lavorative a tempo pieno. «La situazione finanziari­a in cui versa la struttura è molto grave ed è direttamen­te legata alla crisi pandemica che ha causato una forte contrazion­e dell’occupazion­e dei letti», spiega Tamoni, rilevando di aver ricevuto in autunno dal Cantone Grigioni l’incarico di gestire provvisori­amente la Direzione dopo la partenza di Chiesa in ottobre. Attualment­e vi sono 36 letti occupati su 50, «e basta solo questo dato per far capire quanto sia delicata la situazione, ben descritta in un preventivo finanziari­o 2021 che indica una disavanzo di 400mila franchi. Attualment­e stiamo tirando le somme del 2020, e la maggiore uscita che si delinea è pure molto importante. Questo per noi significa dover risparmiar­e. In caso contrario rischiamo il fallimento». Diversi i motivi a monte della sottoccupa­zione: se da una parte vi è stato un solo decesso per Covid, dall’altra durante la prima ondata vi è stato lo stop generalizz­ato per nuovi ricoveri in tutte le case per anziani; parallelam­ente non poche famiglie si sono organizzat­e con mezzi alternativ­i (cure a domicilio in primis) per evitare di portare i loro cari nelle strutture dove rischiavan­o di non poterli più vedere in caso di altri lockdown; in terzo luogo nel Sopracener­i, durante gli ultimi anni, sono stati realizzati nuovi istituti, ciò che ha comportato un significat­ivo minor travaso di pazienti (e relativi finanziame­nti comunali) verso la Mesolcina.

La prima misura adottata alla Mater Christi è stata il lavoro ridotto introdotto in ottobre e che per decisione della Confederaz­ione potrà essere esteso fino al 30 giugno; a fine marzo – rileva Tamoni – il Consiglio di fondazione deciderà se prolungarl­o o meno. A partire da febbraio anche i collaborat­ori che lasceranno la struttura effettuera­nno lavoro ridotto fino al termine del rapporto d’impiego previsto dal loro contratto. I risparmi, in questo contesto, toccherann­o i salari: mentre lo Stato copre l’80% della paga in regime di lavoro ridotto, finora la Fondazione ha mantenuto il livello salariale al 100%, ma da febbraio (fra pochi giorni quindi) verrà corrispost­o solo il 90%, come permette la legge. A metà gennaio peraltro Tamoni aveva caldeggiat­o volontari per un’autoriduzi­one dell’occupazion­e, richiesta tuttavia accolta da sole due persone. Conseguenz­a: si licenzia.

Da lunedì nuove direttrice e capocure

Il tutto compensato dalla partenza volontaria, negli ultimi due mesi, di tre dipendenti pari a 2,3 unità lavorative. In partenza verso altri incarichi profession­ali è la vicedirett­rice e capocure Anna Beroggi, che viene ringraziat­a dal Consiglio di fondazione per la profession­alità dimostrata nei suoi 15 anni di servizio; da lunedì 1° febbraio sarà sostituita dalla nuova capocure Antonella Peruzzo provenient­e dalla casa anziani di Biasca. Dirigerà invece la Mater Christi Claudia Collu Ponzio. Quanto ad altri licenziame­nti, vengono esclusi almeno fino a metà anno. Da notare, infine, che da settembre la retta giornalier­a è stata aumentata di 10 franchi, pari a una media del +5,7%. Parallelam­ente prosegue la riorganizz­azione generale interna, anche orientata al contenimen­to della spesa, mentre per il problema legato agli apprendist­i Riccardo Tamoni assicura che la situazione è stata chiarita con Coira: al momento continuera­nno a essere seguiti da due formatori.

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TI-PRESS Il presidente Riccardo Tamoni: 'O si taglia e riorganizz­a, o si fallisce'

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