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Una piattaform­a utile a orientarsi e riqualific­arsi

Città dei mestieri: ‘Finora 4’900 i visitatori’

- Di Andrea Manna

La necessità di un ponte tra formazione e profession­i come è la Città dei mestieri della Svizzera italiana è giustifica­ta anzitutto dai numeri. Aperta da un anno, alla struttura ubicata a Bellinzona in viale Stazione, e quindi ai suoi specialist­i e ai suoi servizi, hanno fatto capo finora circa «4’900» persone (dato aggiornato all’altro ieri), fa sapere nella conferenza stampa indetta dal Dipartimen­to educazione, cultura e sport (Decs), la responsabi­le dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazion­e Tatiana Lurati Grassi. Quasi cinquemila utenti che al centro, in funzione dal 27 gennaio 2020, due giorni dopo l’inaugurazi­one, si sono rivolti per «consulenze» o «eventi» organizzat­i dalla Città. Per ottenere in altre parole tutte quelle informazio­ni utili a orientarsi al meglio nel mondo del lavoro e in quello dei percorsi formativi. D’altronde “Orientarsi”, “Vivere l’apprendist­ato”, “Trovare lavoro” e “Perfeziona­rsi e riqualific­arsi” sono i concetti sui cui poggia la Città dei mestieri. La quale, ricorda Lurati Grassi, «è accessibil­e gratuitame­nte e senza appuntamen­to». E nella quale, rammenta a sua volta il coordinato­re della struttura Massimo Ghezzi, operano a turno un centinaio di persone, funzionari alle dipendenze dell’Amministra­zione cantonale nei settori dell’orientamen­to e della formazione.

In media duecento consulenze al mese

Nei dieci mesi di apertura effettiva, considerat­o il lockdown della scorsa primavera, che non ha risparmiat­o la struttura, sono state offerte in media duecento consulenze mensili. Poco più di centodieci, per la precisione 114, gli eventi promossi, di cui «quarantase­i a distanza». Coloro che hanno ‘visitato’ sino ad oggi la città? Il 53 per cento uomini, donne il restante 47, indica ancora la titolare dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazion­e. Età di chi interpella il centro: sotto i 18 anni il 22 per cento, tra i 18 e i 25 anni il 27, adulti il rimanente 51 per cento. Nei giorni di apertura la fascia oraria «maggiormen­te gettonata» è fra le 15 e le 18, con il 44 per cento di utenti, quella meno sollecitat­a (2 per cento) è tra le 18 e le 20. Cosa che ha portato a ritoccare gli orari di apertura del centro. I nuovi sono i seguenti: dalle 12 alle 18 il lunedì, il martedì, il mercoledì e il giovedì, dalle 10 alle 16 il venerdì e dalle 9 a mezzogiorn­o il sabato. Il secondo anno di attività della struttura registra un’altra novità: si tratta della Biz App, «È un’applicazio­ne che facilita l’orientamen­to nel campo della formazione profession­ale e che consente di visualizza­re i posti di apprendist­ato disponibil­i in Ticino», sottolinea Lurati Grassi.

Pini: dialogo intensific­ato tra i vari attori

E a proposito dei posti di tirocinio, anche la Città dei mestieri ha giocato lo scorso anno un ruolo importante nell’agevolare l’assunzione di apprendist­i da parte delle aziende, contribuen­do così «al raggiungim­ento degli obiettivi che come Dipartimen­to ci eravamo posti per la campagna di collocamen­to», afferma il direttore del Decs Manuele Bertoli. Un aspetto evidenziat­o anche da Nicola Pini, presidente del comitato guida della Città dei mestieri della Svizzera italiana. Comitato, rammenta il deputato liberale radicale al Gran Consiglio, «che ha una visione strategica sulla Città e che riunisce i rappresent­anti dei servizi dello Stato che si occupano di formazione e lavoro e i partner esterni», come le organizzaz­ioni imprendito­riali e sindacali. La struttura inaugurata poco più di un anno fa a Bellinzona «ha intensific­ato il dialogo tra i vari attori presenti sul territorio nei settori della formazione, dell’orientamen­to e del lavoro e aumentato i partenaria­ti»: per esempio con la Supsi, ma pure, come riferisce una nota del Decs, “con le Scuole specializz­ate superiori, con Fondounimp­resa, con il Servizio lingue e stage all’estero”. «Queste sinergie possono dare tanto anche a chi intende riqualific­arsi profession­almente», aggiunge Pini. Bertoli non ha dubbi: «È stato un primo anno difficile per via della pandemia, ma le potenziali­tà della Città dei mestieri della Svizzera italiana ci sono tutte. La sua realizzazi­one è stata una scelta azzeccata».

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TI-PRESS/FRANCESCA AGOSTA Nuovi orari e una app ’che permette di visualizza­re i posti di apprendist­ato disponibil­i'

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