Una piattaforma utile a orientarsi e riqualificarsi
Città dei mestieri: ‘Finora 4’900 i visitatori’
La necessità di un ponte tra formazione e professioni come è la Città dei mestieri della Svizzera italiana è giustificata anzitutto dai numeri. Aperta da un anno, alla struttura ubicata a Bellinzona in viale Stazione, e quindi ai suoi specialisti e ai suoi servizi, hanno fatto capo finora circa «4’900» persone (dato aggiornato all’altro ieri), fa sapere nella conferenza stampa indetta dal Dipartimento educazione, cultura e sport (Decs), la responsabile dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione Tatiana Lurati Grassi. Quasi cinquemila utenti che al centro, in funzione dal 27 gennaio 2020, due giorni dopo l’inaugurazione, si sono rivolti per «consulenze» o «eventi» organizzati dalla Città. Per ottenere in altre parole tutte quelle informazioni utili a orientarsi al meglio nel mondo del lavoro e in quello dei percorsi formativi. D’altronde “Orientarsi”, “Vivere l’apprendistato”, “Trovare lavoro” e “Perfezionarsi e riqualificarsi” sono i concetti sui cui poggia la Città dei mestieri. La quale, ricorda Lurati Grassi, «è accessibile gratuitamente e senza appuntamento». E nella quale, rammenta a sua volta il coordinatore della struttura Massimo Ghezzi, operano a turno un centinaio di persone, funzionari alle dipendenze dell’Amministrazione cantonale nei settori dell’orientamento e della formazione.
In media duecento consulenze al mese
Nei dieci mesi di apertura effettiva, considerato il lockdown della scorsa primavera, che non ha risparmiato la struttura, sono state offerte in media duecento consulenze mensili. Poco più di centodieci, per la precisione 114, gli eventi promossi, di cui «quarantasei a distanza». Coloro che hanno ‘visitato’ sino ad oggi la città? Il 53 per cento uomini, donne il restante 47, indica ancora la titolare dell’Ufficio della formazione continua e dell’innovazione. Età di chi interpella il centro: sotto i 18 anni il 22 per cento, tra i 18 e i 25 anni il 27, adulti il rimanente 51 per cento. Nei giorni di apertura la fascia oraria «maggiormente gettonata» è fra le 15 e le 18, con il 44 per cento di utenti, quella meno sollecitata (2 per cento) è tra le 18 e le 20. Cosa che ha portato a ritoccare gli orari di apertura del centro. I nuovi sono i seguenti: dalle 12 alle 18 il lunedì, il martedì, il mercoledì e il giovedì, dalle 10 alle 16 il venerdì e dalle 9 a mezzogiorno il sabato. Il secondo anno di attività della struttura registra un’altra novità: si tratta della Biz App, «È un’applicazione che facilita l’orientamento nel campo della formazione professionale e che consente di visualizzare i posti di apprendistato disponibili in Ticino», sottolinea Lurati Grassi.
Pini: dialogo intensificato tra i vari attori
E a proposito dei posti di tirocinio, anche la Città dei mestieri ha giocato lo scorso anno un ruolo importante nell’agevolare l’assunzione di apprendisti da parte delle aziende, contribuendo così «al raggiungimento degli obiettivi che come Dipartimento ci eravamo posti per la campagna di collocamento», afferma il direttore del Decs Manuele Bertoli. Un aspetto evidenziato anche da Nicola Pini, presidente del comitato guida della Città dei mestieri della Svizzera italiana. Comitato, rammenta il deputato liberale radicale al Gran Consiglio, «che ha una visione strategica sulla Città e che riunisce i rappresentanti dei servizi dello Stato che si occupano di formazione e lavoro e i partner esterni», come le organizzazioni imprenditoriali e sindacali. La struttura inaugurata poco più di un anno fa a Bellinzona «ha intensificato il dialogo tra i vari attori presenti sul territorio nei settori della formazione, dell’orientamento e del lavoro e aumentato i partenariati»: per esempio con la Supsi, ma pure, come riferisce una nota del Decs, “con le Scuole specializzate superiori, con Fondounimpresa, con il Servizio lingue e stage all’estero”. «Queste sinergie possono dare tanto anche a chi intende riqualificarsi professionalmente», aggiunge Pini. Bertoli non ha dubbi: «È stato un primo anno difficile per via della pandemia, ma le potenzialità della Città dei mestieri della Svizzera italiana ci sono tutte. La sua realizzazione è stata una scelta azzeccata».