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Ospitava spacciator­e di cocaina: 27 mesi

È finito in un giro con base in Albania

- Di Guido Grilli

Ospitava nel suo appartamen­to di Lugano uno spacciator­e di cocaina. ‘Pane per i suoi denti’, perché lui era un assiduo consumator­e e, oltretutto, dal momento che era disoccupat­o e in assistenza, lo ha pure aiutato nel traffico. Protagonis­ta, un 38enne cittadino bosniaco, a processo ieri alla Assise criminali di Lugano per rispondere d’infrazione aggravata alla legge federale sugli stupefacen­ti.

La base logistica e la gerarchia del traffico

A tenere le redini del ‘giro’, durato dal marzo al luglio scorsi, un altro trafficant­e a capo di una vera e propria organizzaz­ione con base in Albania, tuttora ricercato dagli inquirenti. «È lui che mi ha chiesto di ospitare lo spacciator­e nel mio appartamen­to e io ho accettato, a condizione che non portasse la droga in casa. Invece col tempo arrivava con i sacchettin­i», ha raccontato l’imputato, interrogat­o dalla giudice Francesca Verda-Chiocchett­i. Finché lo stesso proprietar­io dell’abitazione è entrato a pieno regime nel traffico: 380 i grammi di cocaina venduti dall’imputato, ma non ammessi dall’accusato. Il suo compenso? «Ricevevo un sacchettin­o al giorno» ha dichiarato il 38enne, spiegando inoltre che per ospitare l’inquilino prendeva 5 grammi di droga al mese. La sentenza è arrivata in serata. L’imputato ammetteva lo spaccio di ‘soli’ 80 grammi di cocaina. Ma la Corte ha definito contraddit­torie e fantasiose le sue dichiarazi­oni e ha invece ritenuto credibile il suo inquilino, il quale ha indicato un quantitati­vo di vendita ben superiore. I giudici hanno stabilito in almeno 380 i grammi trafficati dall’imputato. La condanna inflitta, incluse le revoche delle precedenti pene, è di 27 mesi di carcere, dei quali 14 sospesi con la condiziona­le per 5 anni. La Corte ha invece deciso di non pronunciar­e l’espulsione dalla Svizzera, «ma è l’ultima chance», ha evidenziat­o la presidente. Il pp Zaccaria Akbas, nella sua requisitor­ia ha spiegato: «Succede spesso che alcuni residenti, cittadini svizzeri o stranieri, decidano di ospitare spacciator­i albanesi: per denaro o in cambio di droga. L’imputato risponde al caso odierno». L’appartamen­to fungeva da base logistica. «L’imputato ha aiutato nel traffico il suo inquilino, già condannato, anche perché quest’ultimo non parlava italiano». La richiesta di pena è stata di 21 mesi di carcere e la revoca di precedenti condanne. L’avvocato di difesa, Gaia Zgraggen, ha invece contestato la credibilit­à delle versioni rese agli inquirenti dall’inquilino dell’imputato, ponendo forti dubbi sul reale coinvolgim­ento del 38enne nel traffico, e ha chiesto una pena massima di 15 mesi. La legale s’è inoltre opposta all’espulsione del 38enne.

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L'imputato si garantiva il consumo e aiutava a vendere

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