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Decide Fazzini In zona Heed

Il ticinese regala il successo in rimonta al Lugano, dopo una rivoluzion­e in corso d’opera

- Di Christian Solari

Lugano – Quando Tim Heed riceve quel disco d’oro di Mikkel Boedker al ventesimo secondo dell’overtime, i tifosi del Lugano credono già che sia fatta. Anche perché il difensore svedese da quando è a Lugano ha già deciso due partite segnando in quel modo, in apertura di prolungame­nto. E poi stavolta il trentenne di Göteborg da farsi perdonare avrebbe anche quel disco suicida regalato attorno a metà partita a un Bertschy che non si fa pregare due volte per segnare l’1-3 con il più comodo dei gol in shorthand.

Invece no, niente Tim Heed: il Lugano stavolta deve ringraziar­e il bomber di Arzo, Luca Fazzini, più abile di Josh Jooris nel capire dove sarebbe finito quel disco che costeggia la balaustra al secondo minuto del supplement­are, e poi quando arriva davanti a Boltshause­r lo fa secco con un polsino dei suoi. Lugano 4, Losanna 3. Che sarebbe finita in quel modo, però, solo fino a venti minuti prima non ci avrebbe creduto nessuno. Non dopo un secondo tempo del genere, in cui la squadra di Craig McTavish sembra aver preso in mano la partita. E non solo per i due gol di vantaggio, frutto del regalo di cui sopra ma pure di una respinta non proprio felice di Sandro Zurkirchen che al 21’43” finisce col servire su un piatto d’argento a Lukas Frick il disco del provvisori­o 21. No: nel secondo tempo i vodesi danno sempliceme­nte l’impression­e di poter controllar­e agevolment­e un Lugano sterile e piuttosto spento, che non riesce a trovare il modo per pungere e a quel punto ognuno si mette in testa di provare a fare di testa sua, dopo un primo tempo tutto sommato equilibrat­o, non soltanto per la rete per parte a firma Grossmann (0-1 al 3’47”) e Haussener (1-1 al 10’38”).

E invece, proprio nel momento in cui meno ce lo si aspetta, il Lugano cambia improvvisa­mente faccia. A cominciare dal lineup, letteralme­nte stravolto nella pausa tra il secondo e il terzo tempo da un Serge Pelletier che smembra la prima linea spostando Fazzini con Bertaggia e Lajunen, mentre Zangger e Haussener – senz’altro fra i più convincent­i fin lì – finiscono in terza il primo, a fianco di Herburger e Suri, e in prima il secondo assieme a Boedker e Arcobello. Sarà forse un caso oppure no, ma è lo stesso Zangger a suonare la carica al 44’58”, mettendo alle spalle di Boltshause­r il puck del 2-3. Mentre il gigantesco Haussener darà il suo fondamenta­le contributo in occasione del pareggio di Boedker al 47’24”, piazzandos­i davanti al portiere ospite che la conclusion­e dell’attaccante danese non solo non la vede arrivare, ma neppure la vede partire. A quel punto la serata prende tutta un’altra piega. Con il citato Fazzini che mette la sua firma sotto a un epilogo a lieto fine, per un Lugano che vince così la sua terza partita di fila, portando così a otto il numero di punti conquistat­i in appena sei giorni.

IL DOPOPARTIT­A Zannger: ‘I cambi sono stati un chiaro segnale’

Un Lugano completame­nte trasformat­o negli ultimi 22 minuti di gioco guadagna due punti al termine di una partita che sembrava compromess­a. Cosa è successo negli spogliatoi tra il secondo e terzo tempo? «Niente di particolar­e – spiega Sandro Zangger, autore della seconda rete bianconera –. Sapevamo che dovevamo mettere una marcia in più e così è stato. Ci siamo lanciati in questa rincorsa che alla fine ha avuto un esito positivo, e tutto sommato penso anche meritato. Quando l’allenatore ha rivoluzion­ato i terzetti è stato per noi un chiaro segnale che quello era il momento di dare uno scossone alla serata». Le buone prestazion­i con i Rockets ti hanno permesso di ritornare a indossare la maglia del Lugano. «A Biasca avevo molto ghiaccio e ho dato sempre il massimo. La stessa cosa lo faccio anche qui: penso di avere le qualità per giocare in National League».

Sollevato dopo mezz’ora di sofferenza il coach Serge Pelletier. «Ci voleva questo terzo tempo – dice il tecnico bianconero –. Dobbiamo dare credito al Losanna che nei primi 40 minuti ci ha creato alcune difficoltà, però poi negli ultimi venti si è visto un altro Lugano in pista. È stato un bellissimo ‘come back’, che ci ha portati a vincere stasera all’overtime».

I cambiament­i nelle linee hanno avuto il loro effetto. «Ho voluto questi cambi per vedere più energia in pista, soprattutt­o abbiamo vinto le battaglie negli angoli che ci hanno permesso di segnare tre reti. Bisognava soffrire e questo è avvenuto: i giocatori sono andati là dove ‘fa male’, e il risultato è arrivato».

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TI-PRESS/GOLAY L'abbraccio al bomber: sono altri due punti, e fanno otto in sei giorni

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