laRegione

Mancano i vaccini e il piano rallenta

Il Ticino ha ricevuto 7’800 dosi in meno da Pfizer e 12’300 in meno da Moderna

- Di Daniel Ritzer, Andrea Manna e Generoso Chiaradonn­a

Dopo Pfizer/BioNTech anche Moderna ha annunciato ritardi nelle consegne

Stop alle vaccinazio­ni di prossimità, appuntamen­ti rinviati di una settimana nei centri di Ascona e Tessere, mentre gli over 75 dovranno attendere almeno fino alla fine di febbraio per poter ricevere la prima dose. Sono queste le conseguenz­e dei ritardi nella fornitura dei vaccini annunciati dalle due aziende produttric­i, Pfizer e Moderna. «I limiti della campagna di vaccinazio­ne sono imposti non da questioni organizzat­ive – spiega Paolo Bianchi, direttore della Divisione della salute – bensì da questi ritardi nelle forniture».

Dunque la novità comunicata dai funzionari del Dss durante la conferenza stampa alle Orsoline riguarda, appunto, un ritardo nella produzione e consegna dei vaccini anche da parte dell’azienda statuniten­se Moderna, che va ad aggiungers­i a quello già noto della Pfizer/BioNTech. Al momento il ritardo previsto riguarda 7’800 dosi in meno del vaccino Pfizer, mentre sono 12’300 dosi in meno quelle del vaccino Moderna. Questi ritardi, spiega Bianchi, comportera­nno una revisione della pianificaz­ione cantonale. Nello specifico, gli appuntamen­ti già previsti da lunedì 1° febbraio che riguardano la prima dose, nei centri di Tesserete e Ascona, verranno posticipat­i di una settimana. Inoltre non ci saranno nuovi appuntamen­ti per le vaccinazio­ni di prossimità.

La notizia rasserenan­te riguarda invece le case per anziani: dal 4 febbraio la somministr­azione della seconda dose di Pfizer, conferma Bianchi, è garantita sia nelle case per anziani, sia nel centro di Rivera.

«Se le forniture annunciate dalla Confederaz­ione a inizio gennaio fossero state confermate – osserva il direttore della Divisione della salute – da lunedì prossimo avremmo potuto dare inizio alla vaccinazio­ne della categoria degli over 75. E addirittur­a concluderl­a entro la fine di febbraio. Invece con la pianificaz­ione rivista potremo soltanto aprire alla categoria degli over 75 verso la fine del mese prossimo». In termini di cifre le autorità si aspettavan­o per la fine di febbraio di aver vaccinato 37mila persone, ma visti i ritardi nella fornitura queste saranno 21mila.

Visite in casa anziani dopo la seconda dose

Le seconde dosi dei vaccini nelle case per anziani, è stato spiegato dal Dipartimen­to sanità e socialità in conferenza stampa, verranno somministr­ata a partire da giovedì 4 febbraio. «Intorno alla metà del prossimo mese, se la situazione epidemiolo­gica non cambierà nel frattempo, scatterann­o i primi allentamen­ti per quel che riguarda le visite ai degenti delle case: prevediamo di tornare al regime di dicembre», afferma, raggiunto dalla ‘Regione’, il medico cantonale Giorgio Merlani. «Terminata la seconda vaccinazio­ne – tiene a puntualizz­are –, non sarà un ‘liberi tutti’, gli allentamen­ti ci saranno – secondo modalità che dobbiamo ancora studiare – ma saranno progressiv­i, nella speranza di poter ripristina­re viste normali al più presto. Tutto dipende, ripeto, dall’evoluzione della situazione epidemiolo­gica, che per ora è incoraggia­nte vista la diminuzion­e dei casi di contagio, dallo sviluppo delle varianti e da altri fattori». Spiega ancora il medico cantonale: «Una persona è vaccinata sette giorni dopo la somministr­azione della seconda dose. In altre parole, dopo la prima ci vogliono quattordic­i giorni perché si sviluppino gli anticorpi: a quel punto gli studi parlano di una protezione tra il 30 e il 50 per cento, sette giorni dopo la seconda dose si arriva al massimo della protezione, che con i vaccini Pfizer e Moderna è del 95 per cento, probabilme­nte un po’ meno per gli anziani. È per questo che parliamo di un’apertura progressiv­a alle visite ai degenti nelle case per anziani e in questo si deve necessaria­mente tener conto della situazione epidemiolo­gica all’esterno degli istituti».

‘Siamo pronti a ripartire’

«Procederem­o con la vaccinazio­ne della popolazion­e in base alla quantità dei prodotti che abbiamo e che arriverann­o ancora nei prossimi giorni. Abbiamo comunque sufficient­i quantità per garantire la seconda dose a tutti coloro che hanno già ricevuto la prima iniezione del vaccino di Pfizer BioNTech», afferma il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini contattato da ‘laRegione’. Sui motivi dei ritardi nella consegna dei vaccini, prima di Pfizer e ora di Moderna, il dottor Zanini non si sbilancia. «È un tema che riguarda tutta l’Europa, purtroppo. Difficoltà

produttive o logistiche? Non è dato di sapere. In questo momento ci stiamo occupando delle conseguenz­e che abbiamo anche nel nostro cantone e a cercare di mitigarle», continua il farmacista cantonale che precisa che il piano vaccinale sarà rallentato, ma appena giungerann­o le dosi sarà pronto a ritornare a pieno regime. «L’organizzaz­ione finora messa in campo ha dimostrato di funzionare. Adesso dobbiamo andare avanti in un modo diverso che non è quello che volevamo noi, ma dobbiamo fare i conti con quello che abbiamo. Certo è che il taglio alla fornitura di Moderna è importante e impedirà di vaccinare tutti gli over 75 (circa 23mila persone) nei tempi immaginati», conclude Zanini.

‘10% dei casi sono variante inglese’

Limitare, testare, proteggere, vaccinare. Sono queste le parole d’ordine del medico cantonale Giorgio Merlani, ripetute durante l’incontro stampa. Sulla situazione epidemiolo­gica e l’evoluzione della diffusione dei nuovi ceppi del coronaviru­s, è lo stesso medico a indicare che «attualment­e in Ticino la variante inglese è presente in più del 10% dei casi Covid in circolazio­ne».

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TI-PRESS Ritardi nella fornitura del preparato di Moderna in tutta Europa

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