laRegione

‘Terza corsia A2? Prima salviamo il territorio’

Un gruppo di cittadini di Melano si appella a Simonetta Sommaruga. ‘Prima c’è il territorio’.

- Di Daniela Carugati

Un gruppo di cittadini ha lanciato una petizione per dare un segnale a Berna: la variante di progetto scelta per potenziare l’autostrada non fa gli interessi della regione.

Agli abitanti del Mendrisiot­to e Basso Ceresio non nominate le strade. A gran parte di loro si rizzerebbe­ro i capelli in testa. Da alcuni anni ormai da quelle parti c’è un rapporto di amore-odio con le arterie che attraversa­no una regione pur sempre sulla ‘via delle genti’. Così quando all’orizzonte è comparso il progetto di potenziare l’autostrada fra Lugano e Mendrisio – si legga la terza corsia dinamica –, la preoccupaz­ione di istituzion­i e popolazion­e è cresciuta ancora di più. Il compromess­o raggiunto nel settembre scorso sembrava aver placato gli animi, ma non è così. Non a tutti i cittadini che vivono nei Comuni sulle rive del Ceresio la variante scelta dall’Ustra, l’Ufficio federale delle strade – la cosiddetta 4/2 –, è piaciuta. Evocata dalla Commission­e regionale dei trasporti – a nome degli enti locali – come unica soluzione possibile, la via imboccata non presta sufficient­e attenzione al territorio. Insomma, per molti le criticità di questa proposta, ribattezza­ta PoLuMe, non sono trascurabi­li. E ciò sebbene comprenda la costruzion­e di nuovi svincoli e il passaggio in galleria per alcuni brevi tratti tra Grancia e Melide, e fra Bissone e Maroggia; orizzonte temporale il 2040. Una prospettiv­a considerat­a, comunque, “costosa e inefficace”.

Un gruppo di cittadini di Melano, quindi, ha deciso di non accontenta­rsi di quanto è stato servito sul piatto a livello federale e di dare forma e sostanza alla protesta. Da adesso si fa sul serio. La stessa determinaz­ione che ha convinto oltre 700 persone a sottoscriv­ere la petizione lanciata sabato sera, destinatar­ia la Consiglier­a federale Simonetta Sommaruga. E non si è che all’inizio. Anche perché, si reclama, Melano al pari di Bissone – su cui si è avuto un occhio di riguardo – è iscritto all’Isos, l’Inventario federale degli insediamen­ti svizzeri da proteggere d’importanza nazionale.

Obiettivo: più firme possibili

A dirla lunga sulla volontà di farsi ascoltare è il tam-tam veicolato, oltre che dalla raccolta firme – online e cartacea –, dal sito web e dalla pagina facebook aperti nelle ultime ore. I promotori, che hanno le radici in particolar­e a Melano, non lo nascondono: «Intendiamo raccoglier­e il maggior numero di adesioni possibile», conferma a ‘laRegione’ Marzio Proietti. Un obiettivo ambizioso ma non così arduo in una realtà assai sensibile a traffico e inquinamen­to. La speranza, si dice sottovoce nel gruppo – che conta sulla presenza anche di consiglier­i comunali del Comune rivierasco –, è toccare quota 5mila sottoscriz­ioni. Del resto, se può essere presa per buona la reazione dei cittadini che hanno partecipat­o alle due serate informativ­e organizzat­e nel paese nei mesi scorsi – con tutte le cautele dettate dal Covid-19 –, il tema è di quelli che infiammano gli animi.

Primo: niente variante 4/2

Ecco perché i fautori della petizione puntano soprattutt­o su tre punti, che valgono altrettant­e richieste puntuali. Sollecitaz­ioni che chiudono la porta alla variante indicata, ma non sbarrano la strada del tutto alla terza corsia, come vorrebbero, invece, fare le associazio­ni ambientali­ste. Chi ha fatto propria l’azione del gruppo locale dei cittadini crede nel migliorame­nto del trasporto pubblico, ma altresì nella difficoltà di spostare tanti automobili­sti verso il treno. L’istanza rivolta alla responsabi­le del Dipartimen­to federale dell’ambiente, dei trasporti, dell’energia e delle comunicazi­oni chiede così, innanzitut­to, di “respingere il progetto dell’Ustra per il potenziame­nto dell’A2 tra Lugano e Mendrisio (terza corsia dinamica), perché non risolve il problema attuale del traffico e avrà un forte impatto sul territorio, sia durante la realizzazi­one sia a opera conclusa”.

Secondo: occhio a territorio e salute

In Proietti e negli abitanti si è fatta strada, infatti, una domanda: «Ci si è chiesti come è possibile spendere tutti quei soldi – che pare siano lievitati da oltre un miliardo a 1,8 miliardi – per realizzare questo potenziame­nto e una terza corsia che verrà aperta solo nelle ore di punta del traffico. Possiamo ben dire che il rapporto costi-benefici risulta essere sproporzio­nato». E questo con il rischio di attirare più traffico e moltiplica­re le colonne; timore espresso dagli ambientali­sti. Tutto ciò si verificher­à, si paventa, trascurand­o le ricadute sul territorio. Un aspetto che i promotori della raccolta firme ritengono, invece, prioritari­o. Occorre, rilanciano, “iniziare a pianificar­e in modo coordinato a livello regionale la circonvall­azione in galleria e/o la copertura dell’A2 nei centri abitati del Mendrisiot­to e Basso Ceresio. Solo in questo modo è possibile ottenere un reale migliorame­nto paesaggist­ico e ambientale nella regione”. E qui sarà importante (se non cruciale) il parere dei Comuni, chiamati a dire la loro al Cantone – che a sua volta dovrà rispondere alla consultazi­one federale – sull’ampliament­o dell’autostrada entro il 15 marzo prossimo. Farsi sentire diventa quindi importante. «A 65 anni circa dall’aperturade­ll’A2, prima d’intervenir­e – esorta Proietti – è bene ragionarci su». Una riflession­e urbanistic­a, si fa capire, per salvare la quotidiani­tà di Mendrisiot­to e Basso Ceresio, ma al contempo la salute dei cittadini. Tanto più che a primavera tornerà a riunirsi pure la Commission­e di accompagna­mento politico al progetto.

Terzo: coordinare le opere Simona Fumagalli che a inizio settembre era fuori dalla Casa comunale di Melano, dove all’interno Crtm, Comuni rivierasch­i e responsabi­li dell’Ustra sedevano allo stesso tavolo, ha fatto un calcolo. «Ho calcolato – ci spiega – gli anni di cantiere: ebbene, se sommiamo quelli del progetto autostrada­le con Alptransit e altre opere arriviamo a 30 anni. Dovremmo convivere con due enormi cantieri in una zona, quella dei prati del Tannino, sensibile». Una ragione sufficient­e per domandare al Consiglio federale di “pianificar­e e realizzare in modo coordinato i grandi progetti sulle vie di transito nazionali a sud di Lugano (AlpTransit e futuri interventi sull’A2), per un utilizzo efficace delle risorse finanziari­e e del territorio. La qualità di vita della popolazion­e può essere tutelata solo coordinand­o queste grandi infrastrut­ture”. E questo soprattutt­o se si sogna un parco a lago sui terreni oggi attraversa­ti dall’A2. Non a caso da Melano a giugno si era già levato un appello al Gran consiglio da parte di consiglier­i e municipali.

Verso il futuro con ‘vecchi parametri’ Detto fuori dai denti, per i fautori della petizione non basta risolvere il problema dei colli di bottiglia lungo l’A2 per uscire dalla situazione viaria attuale. Oggi, ribadiscon­o, non bisogna ripetere gli errori del passato. In effetti, sottolinea­no “questo progetto guarda al futuro con vecchi parametri, senza tenere conto delle alternativ­e di trasporto né delle nuove tecnologie (mezzi pubblici, mobilità lenta, telelavoro) che potrebbero di fatto contribuir­e a una diminuzion­e del traffico e a gestire flussi di veicoli più regolari”. Senza trascurare, insistono, che “l’aumento della capacità dell’A2 è inoltre in contrasto con i principi dell’articolo 84 sulla protezione delle Alpi della Costituzio­ne Svizzera (trasferime­nto dalla strada alla ferrovia del traffico merci e ampliament­o delle strade)”. Ce n’è abbastanza, chiosano, per evitare di stravolger­e il territorio, ancora una volta.

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TI-PRESS Centinaia di firme in poche ore

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