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Medico del traffico, le fatture sono più care

Dopo il sì del parlamento alle tariffe orarie, ecco i calcoli del Centro universita­rio romando

- Di Jacopo Scarinci

“Sembra evidente da questa analisi che l’applicazio­ne del decreto implichere­bbe inevitabil­mente l’aumento dei costi a carico degli utenti, senza alcun cambiament­o effettivo delle prestazion­i”. È metà dicembre quando dal Centre universita­ire romand de médecine légale (Curml), attivo a Bellinzona con un medico del traffico di livello 4, tramite lettera al Consiglio di Stato ticinese arriva la doccia fredda. Le disposizio­ni del decreto legislativ­o sulla fatturazio­ne delle prestazion­i del medico del traffico votato il 24 giugno 2020 dal Gran Consiglio, entrate in vigore il 1° settembre 2020, portano a un rincaro, in alcuni casi notevole, dei costi per gli utenti. Non, come previsto e assicurato dall’iniziativa, un loro contenimen­to. La richiesta, avallata dal parlamento, era chiara: niente più pagamento anticipato delle prestazion­i del medico del traffico, inseriment­o di un limite tariffale di 180 franchi l’ora (250 franchi per i casi più complessi) al posto delle tariffe fisse e l’impossibil­ità di effettuare analisi di laboratori­o da lui stesso richieste. Proposte, queste, bocciate dal governo per bocca del direttore del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi e – inizialmen­te – anche dalla Commission­e parlamenta­re sanità e sicurezza sociale, che a maggioranz­a si era schierata con il rapporto di Alessandro Cedraschi (Plr). In Aula il ribaltone: la Lega, dopo aver firmato con riserva il rapporto di Cedraschi, ha invece sostenuto il rapporto di minoranza di Tiziano Galeazzi (Udc). Portandolo al successo. “Se con il sistema attuale le tariffe applicate in Canton Ticino sono forfettari­e indipenden­temente dal concreto ed effettivo numero di ore impiegate per ogni singolo caso, il sistema a tariffa oraria rischia di generare fatture molto più onerose a seconda della complessit­à del caso”, premette il Curml nella sua missiva al Consiglio di Stato. Perché “l’obiettivo di un sistema a tariffa ‘fissa’ è proprio finalizzat­o a limitare costi eccessivam­ente onerosi per gli utenti, e soprattutt­o a garantire un’unità di trattament­o a tutti gli utenti, indipenden­temente dal reale carico di lavoro richiesto per una perizia specifica, anche per evitare che le perizie svolte dai medici in formazione risultino più onerose economicam­ente di quelle svolte da medici già formati”.

Le spiegazion­i

In merito ai costi delle prestazion­i il Curml scrive nero su bianco: “Non è, al momento, possibile operare una differenza tra ‘casi semplici’ e ’casi complessi’ nell’ambito della medicina del traffico”. Tutti i casi trattati dal Curml “sono discussi in équipe e, nel caso in cui gli accertamen­ti peritali vengano realizzati da un medico in formazione (a Bellinzona come altrove), la supervisio­ne da parte di un medico senior è necessaria”. Per questo, ma anche “per la complessit­à intrinseca dei casi, e per assicurare procedure uniformi nei vari cantoni dove esiste una Unità di medicina del traffico del Curml, si propone di adottare sistematic­amente la tariffa oraria di 250 franchi”. E poi è semplice pallottoli­ere: “Facendo riferiment­o a una media molto generale, per un caso non eccessivam­ente complesso, con una singola infrazione stradale, occorre fare riferiment­o a quattro ore di lavoro (...). È evidente che, per un caso notevolmen­te complesso caratteriz­zato per esempio da numerose infrazioni stradali (...) le ore di lavoro possono essere sei, otto o addirittur­a dieci o più”. Da qui, la tabella allegata nella quarta pagina della lettera che testimonia un aumento tra 18 e 126 franchi per un accertamen­to preliminar­e, e per quanto riguarda le perizie la forchetta va da un +100 franchi per una ‘perizia alcol’ fino a un +1’000-1’150 per una perizia ‘multirecid­ivista - caso psichiatri­co’, passando da un +258-358 franchi per ‘alcol e cocaina’, ’alcol, cannabis e cocaina’, ‘alcol e farmaci’.

Il governo all’Up del Gran Consiglio:

‘Gli utenti non paghino di più’

Il governo, a stretto giro di posta, ha preso a sua volta carta e penna per inoltrare quanto giunto dal Curml e scrivere all’Ufficio presidenzi­ale del Gran Consiglio: “Il documento mette in evidenza le criticità dell’iniziativa e, in particolar­e, il fatto che l’obiettivo della stessa non solo non viene raggiunto, ma anzi sembra avere un effetto contrario causando un incremento dei costi a carico degli utenti, come peraltro già sottolinea­to dal direttore del Dipartimen­to istituzion­i in occasione del dibattito parlamenta­re”. Per questo motivo il governo aggiunge l’invito “a voler analizzare attentamen­te la situazione creatasi e prendere, qualora ritenuto opportuno, le misure necessarie affinché gli utenti non si ritrovino a dover sostenere costi maggiori nell’ambito della medicina del traffico”. In alcuni casi, spiega il Consiglio di Stato, “la stessa tariffa potrebbe potenzialm­ente essere addirittur­a più cara rispetto ad altri Cantoni, a differenza della situazione precedente in cui le tariffe applicate dai medici del traffico in Canton Ticino risultavan­o essere le più basse della Svizzera”.

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TI-PRESS/DATI CURML/INFOGRAFIC­A LAREGIONE La simulazion­e del prima e del dopo

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