Bello e amaro, il paradosso
Due volte in vantaggio, un gran Lugano viene acciuffato solo all’89’ dal Basilea
Uscire dal St. Jakob Park con un punto in tasca ma anche con l’amaro in bocca. Una sorta di paradosso nel panorama di un calcio rossocrociato di cui il Basilea è uno dei grandi padroni (evidentemente dietro allo Young Boys nei tempi più recenti) reso però possibile da un Lugano che prestazione dopo prestazione negli ultimi anni (e in particolare da quando sulla panchina bianconera siede Maurizio Jacobacci, ossia dall’ottobre 2019) ha dimostrato non solo che un posto nell’élite del mondo pallonaro elvetico lo merita eccome, ma pure che ha i mezzi per fare risultato contro qualsiasi avversario e su qualsiasi campo.
Certo, come detto il gruppo allenato da Ciriaco Sforza appare solo un lontano parente dello squadrone che tra il 2010 e il 2017 ha dominato in Patria e ha sorpreso in Europa, ma più che i demeriti degli avversari ancora una volta sono da sottolineare i meriti di una formazione ticinese che in terra renana ha sfiorato la perfezione. Come sempre ben messi in campo, Sabbatini e compagni hanno sfoderato le loro ormai note armi, ossia una grande attenzione difensiva, abnegazione e sacrificio, ma anche intelligenza tattica e precise ripartenze. Non abbastanza per vincere (lo avrebbero meritato), perché è mancato vuoi quel pizzico di cinismo per sfruttare le diverse opportunità avute per chiudere la partita in contropiede, vuoi un briciolo di attenzione (e fortuna) per evitare le due reti avversarie, ma la sostanza non cambia.
Squadra da zone nobili della classifica
O meglio, cambia nei punti incamerati, uno al posto dei tre che avrebbero permesso ai protetti del presidente Renzetti di riprendersi il secondo posto in Super League agganciando gli stessi rossoblù e superando nuovamente lo Zurigo (a +1 ma con una partita giocata in più), ma non cambia nella consapevolezza di un Lugano che potrà giocarsi sino alla fine un posto nelle zone nobili della classifica, dove Young Boys escluso non è secondo a nessuno.
Complimenti, ma non solo
Autore di un gran gol ma anche di molto lavoro difensivo, Asumah Abubakar mette l’accento proprio sulla bella prestazione, sua e della squadra… «È un peccato aver visto sfuggire la vittoria nel finale, ma il calcio è così e dobbiamo essere fieri della nostra prestazione. A livello personale sono contento per il mio primo gol e per essere riuscito a fare quello che dovevo aiutando i miei compagni, la velocità è una delle mie armi e oggi sono riuscito a sfruttarla. Ormai sono qui da qualche settimana e sto entrando nei meccanismi della squadra, grazie anche alla fiducia dei compagni e dell’allenatore, di cui sono grato. Ora spero di continuare così».
E lo spera sicuramente anche il suo allenatore Maurizio Jacobacci, che sottolinea come «Abubakar ha fatto una buona partita, ma ha ancora margine di miglioramento, bisogna lasciargli ancora tempo. In ogni caso devo fare i complimenti a tutta la squadra, c’è un po’ di rimpianto per il risultato ma non certo per la prestazione. Abbiamo infatti disputato la partita che dovevamo, di contenimento, ma non solo, perché su tutto l’arco del match siamo stati più pericolosi noi, mentre loro hanno avuto pochissime occasioni. Purtroppo sono bastate loro per pareggiare e in particolare sul secondo gol dobbiamo recitare il mea culpa, perché eravamo in vantaggio tre contro uno sulla fascia ma ci siamo fatti sorprendere. Per il resto non posso rimproverare niente ai miei giocatori, abbiamo pure provato a cercare il doppio vantaggio ma ci è forse mancata un po’ di precisione in alcune ripartenze».
Qualche rimpianto invece per l’episodio che sull’1-0 ha visto Padula contrastare in maniera dubbia in area Guerrero… «L’arbitro sarebbe perlomeno potuto andare a rivedere quanto accaduto, il 2-0 avrebbe probabilmente chiuso la partita». Sull’episodio si è espresso anche Jonathan Sabbatini, tirando anche in ballo le dichiarazioni fuori luogo rilasciate in settimana dal capo degli arbitri elvetici Wermelinger, il quale in sostanza aveva criticato l’intervento del Var che aveva portato all’assegnazione del rigore decisivo in favore del Lugano a San Gallo… «Non so se abbiano influito, ma di certo Wermelinger dovrebbe andarsi a rivedere quanti episodi in passato hanno sfavorito noi. Il rigore c’era anche oggi, ma non dobbiamo pensare troppo a queste cose, anche perché sui loro gol abbiamo sbagliato noi. Certo, il risultato finale per come è maturato è un po’ deludente, ma rimane un punto raccolto a Basilea».
La beffa di Van der Werff
La ripresa si è aperta con l’ingresso di Covilo al posto dell’infortunato (problema muscolare) Maric, con il bosniaco piazzatosi a centrocampo e Custodio arretrato sulla linea difensiva. Come nei primi 45 minuti il Basilea ha iniziato forte, ma sono stati gli ospiti a sfiorare subito il raddoppio quando Guerrero (disturbato forse in maniera fallosa da Padula) non è arrivato sul cross di Bottani. L’ingresso del capocannoniere Cabral attorno all’ora di gioco ha conferito ulteriore peso all’attacco di Sforza (molto nervoso in panchina) ed effettivamente il brasiliano si è fatto sentire sulle palle alte, ma non solo: all’84’ infatti dopo una bella discesa sulla fascia di Pululu il brasiliano ha vinto (anche con un po’ di fortuna) un duello impari con Custodio e ha superato Baumann sul primo palo. Una mazzata a pochi minuti dal novantesimo che non ha però abbattuto i bianconeri, che per l’ennesima volta hanno mostrato tutto il loro carattere riportandosi in vantaggio con il nuovo entrato Lungoyi, il quale seppur in maniera “sporca” è riuscito a spingere in rete il pallone centrato da Lavanchy. Peccato che appena due minuti dopo Van der Werff ha depositato in rete una corta respinta di Baumann firmando il definitivo 2-2.