Scrivere ‘di fronte’ alla pandemia
Presentato ieri il programma 2021, con i primi incontri in streaming
È ricco e familiare, il programma 2021 della Casa della letteratura per la Svizzera italiana. Ricco perché ieri in conferenza stampa la neodirettrice Margherita Albisetti e il presidente Fabiano Alborghetti hanno annunciato numerosi eventi con ospiti quali il poeta Milo De Angelis, i traduttori Annalisa Izzo e Cristian Rossatti, la scrittrice Donatella Di Pietrantonio, i due premi svizzeri di letteratura grigionesi Flurina Badel e Dumenic Andry e poi ancora Massimo Gezzi, Marco Balzano, Yari Bernasconi e Andrea Fazioli; incontri per il centenario di Giorgio Orelli e per quello di Federico Hindermann. Con un grande evento di chiusura previsto il 2 dicembre, con il poeta Alberto Nessi in dialogo con il maestro Diego Fasolis, incontro tra arti che si concluderà con un recital accompagnato dalle composizioni del violoncellista Zeno Gabaglio.
Ma il programma – consultabile su www.casadellaletteratura.ch – è anche familiare perché alcuni degli eventi in calendario erano già in calendario l’anno scorso: annullati a causa della pandemia, finalmente li ritroviamo alla Casa della letteratura, anche se non tutti dal vivo. L’intera stagione, ha spiegato infatti Albisetti, potrà infatti contare su una “regia web” che, con più telecamere, filmerà tutti gli incontri. Per uno streaming in diretta su YouTube e Facebook finché la situazione pandemica non consentirà la piena presenza del pubblico in sala; dopo, per archivio e un’eventuale condivisione successiva all’evento in presenza.
Sarà sicuramente online il primo incontro, previsto il 25 febbraio: una tavola rotonda su come poesia e prosa possano scrivere la pandemia, “Fratture e frammenti. La nuova peste” con Guenda Bernegger, Francesco Cataluccio, Laura di Corcia e Ruth Gantert (traduttrice di Anna Felder e Fabio Pusterla).
La tavola rotonda d’apertura porterà il pubblico in quello che è il tema della stagione: se il primo anno la Casa della letteratura rifletteva su stessa partendo da “L’abitare” e l’anno successivo guardava “Oltre”, adesso ci troviamo “Di fronte” a una nuova realtà, a un nuovo mondo. Un titolo, ha spiegato Alborghetti, che richiama «quello che è stato l’effetto, nostro malgrado, del blocco, del rivoluzionare interamente la nostra vita anche nei rapporti più stretti, intimi, sociali.» Siamo, ha proseguito, «effettivamente “di fronte” a qualcosa che non avremmo mai pensato di poter vivere e da questo “di fronte” abbiamo allargato lo sguardo portandoci a confrontare con tutt’altro». L’ambizione, ha proseguito, è avere «non soltanto autori di qualcosa che è già stato fatto, ma autori che si confrontano con qualcosa che verrà». Cosa non scontata, perché “tra i libri usciti in tempo di pandemia ce ne sono diversi, alcuni usciti da autori molto noti, che sono libri pattumiera colmi di vuoto. Al contrario ad esempio di quanto ha fatto Francesco Cataluccio con ‘In occasione dell’epidemia’, questo libro fantastico scritto per Casagrande in cui la visione si allarga, crea qualcosa che va al di là del periodo stesso e ci invita a rapportarci sia col passato sia col futuro».
Per quanto riguarda le attività recuperate dalla scorsa stagione? Anche loro si ritroveranno “di fronte” alla pandemia? «Gli incontri con questi autori li abbiamo recuperati per l’altissima qualità della loro produzione letteraria: avremmo potuto far finta di nulla andando avanti e invitando qualcuno di nuovo, ma sarebbe stato un profondo peccato perché quello che era l’andare “oltre” del 2020 ha avuto questo improvviso muro di blocco, per cui rientrano perfettamente nel nuovo programma». Alborghetti cita «l’incontro con Francesco Permunian, che il 10 giugno sarà moderato da Fabio Pusterla, dove sicuramente il discorso della pandemia e del blocco arriveranno: Permunian ha coordinato la ‘Piccola antologia della peste’, per cui oltre che come autore che si confronta con il tema potrà parlarci come curatore che lavora su testi di altri». Altro esempio, l’appuntamento con Tatiana Crivelli, Laura Fortini, Silvia Ricci Lempen (fresca di Premio Svizzero di Letteratura 2021) e Annetta Ganzoni dedicato ad Alice Ceresa, «una scrittrice femminista fortissima, molto indipendente, che ha rivoluzionato la propria vita andando a Roma e reinventandosi da zero, per cui “andando oltre”. Ma allo stesso tempo ha subito degli ostracismi violentissimi all’interno della propria carriera letteraria, teniamo conto che negli anni Cinquanta e Sessanta non era così scontato che delle donne fossero indipendenti e scrittrici così polemiche verso la figura maschile. E questo l’ha portata ad avere un muro “di fronte”».