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Crolli collinari, zona rossa addio

Dal Cantone luce verde ai lavori eseguiti a Carasso, Daro, San Paolo, Pedemonte e Nocca

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Per lungo tempo hanno convissuto con il rischio di subire crolli e seri danneggiam­enti. Ma grazie agli interventi di premunizio­ne che il Dicastero opere pubbliche della Città ha realizzato nell’arco di più anni, oggi possono sentirsi molto più al sicuro. La conferma arriva dalla Sezione forestale cantonale (Ufficio pericoli naturali, incendi e progetti) che pubblica per la durata di un mese, fino a inizio marzo, i Piani delle zone di pericolo di caduta sassi post interventi. Parliamo di una serie di zone collinari abitate di sponda destra (Carasso) e sinistra (Daro, San Paolo, Pedemonte e Nocca) il cui grado di pericolo è man mano passato da medio-elevato (blu e rosso) a residuo (bianco-giallo), ossia molto basso, per la tranquilli­tà dei proprietar­i di fondi, manufatti di vario genere e strade. “Grazie a questi interventi di premunizio­ne – sottolinea il Cantone – non sono più presenti zone di pericolo elevato che toccano la zona abitata (ad esclusione di pochi mappali a uso secondario) e le vie di comunicazi­one comunali”.

Dal 2001 a oggi

Il lungo iter ha origine esattament­e vent’anni fa. Il Piano delle zone di pericolo (Pzp) relativo alla caduta massi veniva approvato dal Consiglio di Stato il 30 gennaio 2001. Il documento evidenziav­a diversi conflitti fra talune zone edificabil­i e i pericoli di crolli. L’allora Città di Bellinzona diede quindi avvio a un progetto di premunizio­ne. Prima tappa realizzati­va, Carasso sud: a seguito della costruzion­e di reti paramassi, il Pzp del 2001 è stato aggiornato una prima volta a fine 2009. Un ulteriore aggiorname­nto si rende necessario oggi anche in corrispond­enza delle altre zone interessat­e dalle opere di premunizio­ne realizzate fra il 2011 e il 2014. I piani in pubblicazi­one non tengono conto di quelle costruite da privati negli anni successivi al collaudo dei manufatti concretizz­ati dal Comune. In entrambi i pendii di sponda destra e sinistra sono state realizzate opere sia di tipo passivo (reti paramassi nella zona di transito) che di tipo attivo (interventi puntuali nella zona di distacco).

Di sponda in sponda

Partiamo dalla sponda destra di Carasso: il progetto ha interessat­o quattro zone edificabil­i distinte, ossia Mandella, Mezzavilla, Falò e GarlandPro Giovane. Per la protezione degli edifici esistenti sono state realizzate dal settembre 2012 al luglio 2013 (e collaudate nel settembre dello stesso anno) una ventina fra sottomuraz­ioni, ancoraggi e fissaggi, reti in aderenza, spurgo e demolizion­e di materiale instabile, pulizia sottobosco e taglio piante, reti paramassi. Sulla sponda sinistra nelle zone di Daro, San Paolo e Pedemonte migliorie sono state portate nel corso del 2013 in quattro distinte zone edificabil­i tramite 25 opere collaudate nel 2014. Sopra il quartiere residenzia­le di Nocca sono infine state cinque le zone edificabil­i che hanno beneficiat­o di maggiore protezione con una trentina d’interventi, ossia Ronco Vecchio, vicolo Cracco, Nocca e due a Montebello.

La rete ha retto

Durante l’esecuzione dei lavori, evidenzia la Sezione forestale, è emersa la necessità di opere aggiuntive a causa di alcuni crolli che hanno in parte compromess­o l’efficacia dei manufatti di trattenuta già realizzati. Viene in particolar­e citato l’evento del 10 ottobre 2013 in zona San Paolo/Pedemonte che ha interessat­o una grande rete paramassi posata soltanto poche settimane prima, rete che ha svolto in modo corretto la sua funzione protettiva trattenend­o tutto il materiale sceso. Si è

subito liberata la rete dai detriti e verificato lo stato; gli elementi struttural­i deformati e compromess­i sono stati sostituiti e/o riparati. ‘Buon grado di sicurezza’, ma non totale

Tutto ciò porta i servizi cantonali a concludere che la combinazio­ne di migliorie puntuali e la posa di reti paramassi “ha permesso di raggiunger­e un buon grado di sicurezza per la zona edificabil­e e quella già edificata”. Attualment­e “il pericolo di caduta è ridotto a un grado residuo laddove nel 2001 veniva attribuito, a dipendenza delle zone, al grado medio (zona blu) o elevato (zona rossa). Sebbene la possibilit­à che sassi o blocchi cadano sulla zona edificata sia stata sensibilme­nte ridotta, il Cantone rende attenti che “non è stata completame­nte eliminata”. Nelle zone giallo-bianco, con pericolo residuo, possono infatti sempre verificars­i “eventi pericolosi con probabilit­à molto bassa ma intensità anche forte”. Da qui il concetto di pericolo residuo: in questo caso la delimitazi­one di nuove zone edificabil­i e gli ampliament­i della zona edificabil­e possono essere autorizzat­i a determinat­e condizioni, da valutare caso per caso. Inoltre l’adozione di adeguati accorgimen­ti tecnico-costruttiv­i è consigliat­a, mentre nuove costruzion­i sensibili, con assembrame­nto di persone, sono da evitare.

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TI-PRESS Opere collaudate e certificat­e; ora in pubblicazi­one gli aggiornati Piani delle zone di pericolo

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