laRegione

Un centro storico più tutelato

L’omonima commission­e nel cuore dell’Ordinanza attualment­e in pubblicazi­one

- Di Davide Martinoni

Un giurista e un architetto supplente più, esternamen­te, un pianificat­ore e uno storico nell’ambito edile. A Locarno cambiano le coordinate della commission­e centro storico. La cui composizio­ne viene arricchita con nuove figure che si affiancher­anno al municipale (e presidente) che di principio è il capodicast­ero Pianificaz­ione, e a due architetti. Il supplente entrerà in scena nel caso – non frequentis­simo, ma possibile – di un conflitto di interessi che riguardi il collega “titolare”. Quanto allo storico in ambito edile, il suo appoggio è considerat­o importante per dare, per così dire, maggiore profondità allo sguardo sul territorio. Caroni: ‘Un gremio più solido’ Le modifiche commission­ali sono al cuore dell’Ordinanza municipale attualment­e in fase di pubblicazi­one. Spiega alla ‘Regione’ il presidente della commission­e stessa, nonché vicesindac­o e capodicast­ero Pianificaz­ione (uscente) Paolo Caroni: «Quando sono state elaborate le nuove Norme di attuazione del centro urbano e del centro storico ci si è posti il problema – anche in relazione ad alcuni atti usciti dal Consiglio comunale – di rivedere composizio­ne, compiti e competenze della commission­e. Nell’ambito delle discussion­i con la commission­e Pr, è stato deciso che nelle nuove Napr viene trattata la struttura generale, mentre in una specifica Ordinanza vengono specificat­i altri aspetti. La nuova Ordinanza rende quindi più solida la commission­e del centro storico. Vi sono infatti le aggiunte di un architetto supplente, da coinvolger­e nei casi in cui vi sia un conflitto d’interesse, nonché di un giurista, visto che vi sono sempre più aspetti d’ambito giuridico a entrare in gioco». Caroni aggiunge che «il Municipio deve inoltre identifica­re un pianificat­ore e uno storico nell’ambito edile, i quali saranno poi incaricati di eventualme­nte assistere la commission­e in caso di necessità».

E ancora: «Nel tempo sono emersi i limiti di competenza della commission­e – il cui ruolo è sempre più delicato e complesso – e si è quindi cercato di aggiustare il tiro. In parte lo si è fatto appunto direttamen­te nelle Norme di attuazione dei Piani particolar­eggiati del centro storico e del centro urbano, e in parte dando vita a questa specifica Ordinanza municipale. La commission­e del Piano regolatore intendeva inizialmen­te richiedere che la gestione della commission­e centro storico avvenisse tramite Regolament­o, poi si è potuto andare verso l’ordinanza convenendo­ne insieme una bozza».

Engelhardt: ‘Giusto aggiornare’

Che la commission­e centro storico ci sia sempre stata e la relativa Ordinanza – che non ha tra l’altro mai avuto un formale iter di pubblicazi­one – sia in vigore dagli anni 90 lo ricorda il capotecnic­o André

Engelhardt. «Con la nuova Ordinanza stiamo quindi parlando di opportuni aggiustame­nti che giungono a distanza di una trentina d’anni dall’istituzion­e del Piano particolar­eggiato del centro storico». In termini generali «il concetto è che si vuole operare con un gremio multidisci­plinare, in cui convergano competenze e sensibilit­à provenient­i da ambiti diversi». Non cambia l’assunto principale secondo cui la commission­e è di carattere consultivo, ma non cambierà neppure la conferma molto concreta che praticamen­te sempre il Municipio vi si baserà per le sue decisioni. Se non lo farà, l’esecutivo dovrà debitament­e motivare le sue differenze di vedute. Una “postilla”, questa, inserita appositame­nte per differenzi­are con chiarezza i ruoli.

Gli aspetti principali della nuova Ordinanza, precisa Engelhardt, «sono due. Il primo è legato al fatto che alla commission­e capitava di ritrovarsi ad effettivo ridotto: composta da 2 architetti e un capodicast­ero, correva infatti il rischio che uno dei due tecnici risultasse direttamen­te coinvolto in un progetto e non potesse quindi preavvisar­lo. L’introduzio­ne di un supplente rende un po’ meno problemati­co questo aspetto. Quanto al giurista, com’è del tutto normale, è capitato che la commission­e si esprimesse sui progetti soprattutt­o in merito all’impatto estetico-architetto­nico e storico, ma non a quello di un rispetto formale delle norme. Poteva quindi arrivare in Municipio un preavviso favorevole a un progetto, che presentava però magari delle lacune a livello di norme di attuazione. Ciò poteva poi essere sanato, ma comunque non era una situazione ottimale». Altri aspetti che il capotecnic­o considera di sicuro interesse riguardano «un certo maggior coinvolgim­ento del pianificat­ore che si è occupato della revisione del centro storico, nonché il raggio d’azione della commission­e, che forte delle sue competenze potrà esprimersi anche al fuori del limitato perimetro del centro storico».

Quest’ultimo aspetto riguarda la competenza sugli oggetti inseriti nell’elenco dei beni culturali protetti, presenti ovviamente non solo nel centro storico, ma anche nel nucleo di Solduno. In questo senso il capotecnic­o nota che «una possibilit­à è che l’intervento edilizio in questione verta proprio sul bene protetto tutelato, ma anche che l’oggetto sia nei dintorni di un bene protetto, che può così risultare “influenzat­o”. Si tratta quindi di stabilire se è il caso di istituire o meno una tutela – e se sì come – anche in questo secondo caso».

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