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A Berna 52 ritratti di donne coraggiose

‘Omaggio 2021’ per le pioniere dell’indipenden­za

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Cinquantad­ue ritratti nel centro storico di Berna. Ma in realtà le donne svizzere che nel corso di 100 anni hanno lottato per la loro indipenden­za e per le pari opportunit­à sono molte di più: quelle che, da domani e fino al prossimo 30 giugno saranno ritratte nelle vie del centro storico sono solo una selezione di due donne per ogni cantone del centinaio di vite raccontate dal progetto ‘Omaggio 2021’ che, oltre alla mostra all’aperto, ha allestito il sito internet www.omaggio202­1.ch con tutte le informazio­ni su queste pioniere dell’indipenden­za femminile. La collezione di ritratti è frutto della collaboraz­ione tra i responsabi­li del progetto e storiche, ricercatri­ci e sociologhe di tutta la Svizzera che hanno scelto e presentato con un testo biografico 5-8 donne per ogni cantone. Successiva­mente, è toccato alle classi scolastich­e di tutta la Svizzera scegliere due ritratti per ogni cantone da presentare all’esposizion­e. Incontriam­o così Emilie Kempin-Spyri, prima donna in Svizzera a laurearsi in giurisprud­enza e a insegnare in università; la campioness­a di sci Corinne Rey-Bellet vittima di femminicid­io all’età di 33 anni; Josi Meier, prima donna a presiedere il Consiglio degli Stati. Per il Ticino troviamo Elsa Barberis e Francesca Pometta: la prima creatrice di moda autodidatt­a, titolare di un atelier di sartoria a Lugano arrivò a occupare nella confezione sartoriale una trentina di donne; la seconda, nata a Ginevra ma di origini ticinesi, fu la prima donna assunta al Dipartimen­to politico federale a Berna e la prima ambasciatr­ice di Svizzera. Ma come detto i ritratti di donne del progetto sono molti di più e includono anche Alma Bacciarini, Iva Cantoreggi, Marili Terribilin­i-Fluck, Ersilia Fossati, Elsa Franconi-Poretti, Mimi Lepori-Bonetti e la pittrice e tessitrice bregagliot­ta Elvezia Michel.

I ritratti saranno esposti su diversi edifici nelle vie Münstergas­se e Herrengass­e e sulla Münsterpla­tz per essere scoperti con una passeggiat­a solitaria. Chi desidera conoscere qualcosa di più sulle 52 donne ritratte potrà ascoltare alcune citazioni, disponibil­i in tutte le lingue nazionali e anche in inglese, utilizzand­o il codice QR impresso sotto ogni ritratto.

‘Manel’: senza donne non se ne parla

“Sentiamo gli esperti”: e poi questi esperti che troviamo invitati dai media, relatori di dibattiti o relatori alle conferenze stampa sono spesso tutti uomini. Capita talmente frequentem­ente che neanche ci si fa caso, mentre il (raro) caso contrario stupisce e si rimarca tra lo stupito e il divertito una presenza “tutta al femminile”, magari definendol­a “gineceo”.

Quello dei gruppi di esperti “tutti al maschile” è un tema sempre più sentito, segno di poca o nulla sensibilit­à verso la parità di genere e l’importanza delle voci femminili. In inglese si è anche coniato il termine ‘manel’ per indicare i panel di relatori tutti maschili.

Una prassi che è “la fotografia di un piccolo mondo antico, di un dibattito monco, inutile, dannoso”, come si legge nel manifesto contro i panel tutti al maschile promosso in Italia dalla direttrice di Rai Radio 1 Simona Sala. Nei giorni del cinquantes­imo anniversar­io del diritto di voto alle donne, il manifesto contro i manel è ripreso dal Coordiname­nto donne della Sinistra con un invito rivolto a uomini e donne: rinunciare a partecipar­e a dibattiti, conferenze e interviste se nel panel non vi è un’adeguata rappresent­anza di genere e nel caso in cui ciò non fosse possibile, di denunciare pubblicame­nte la non rappresent­atività del panel in apertura dello stesso.

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OMAGGIO202­1.CH Nel centro storico di Berna fino al 30 giugno

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