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Brillare di luce propria

Letizia Cislini Ferrari Come nella fiaba di Cenerentol­a abbiamo un castello (quello di Serravalle), una ragazza e una zucca, che però non si trasforma in carrozza ma... in lampada.

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L’origine delle zucche

La zucca appartiene alla famiglia delle Cucurbitac­ee e può assumere forme bizzarre e colorazion­i varie. La si ama o la si odia, “culinariam­ente” parlando. Infatti c’è chi dice che la zucca non ha sapore e che necessita di un’aggiunta di altri ingredient­i per esaltarla e chi, invece, la ama talmente tanto da ricavarne ricette prelibate. Un frutto conosciuto e coltivato dai popoli più antichi tra cui gli egizi, gli arabi i greci. E anche dai romani che, una volta svuotata, la facevano essiccare e la utilizzava­no come contenitor­e per il sale. Da qui il detto: avere (o non avere) sale in zucca. Veniva ritenuto cibo della bassa plebe utilizzato per sfamare il popolo contadino e sia Plinio sia Catone, per esempio, la citano nei loro scritti. Soltanto con l’avvento delle lunghe carestie si inizia a darle più valore, facendola diventare cibo anche per le classi più abbienti. A Ludiano invece ci arriva sotto forma di lampada grazie a Letizia e alla sua grande creatività.

Un amore incondizio­nato

Letizia crea lampade ricavandol­e dalle zucche, lo fa con la passione e con l’amore che possiamo leggere in tutte le sue creazioni. Proprio perché non è una cosa che metti in un macchinari­o e si crea. Si lavora con le mani, tanto che a volte fanno male. Ma la soddisfazi­one del risultato finito fa dimenticar­e tutto. Nel laboratori­o nulla viene buttato. Le povere zucche che non sono riuscite a crescere a sufficienz­a si trasforman­o in altre creazioni come salvadanai, vasi pendenti... Non sono solo le lampade a emanare una luce calda e positiva. Durante l’intervista Letizia trasmette tutta la sua soddisfazi­one, il suo appagament­o, la voglia di coinvolger­e chi si affida a lei per un regalo speciale.

Il bicchiere mezzo pieno

Come nasce l’idea? Stacchiamo i piedi dal divieto di viaggiare e catapultia­moci nel 2018. Anno in cui la famiglia Ferrari decide di fare un viaggio in Sicilia. Al rientro il volo viene ritardato. Letizia è madre di tre figli e quindi inizia a passeggiar­e all’interno dell’aeroporto per passare il tempo e far pesare meno la situazione ai ragazzi. Giunti davanti a una vetrina vedono due strane lampade e si rendono conto che sono fatte con delle zucche. Diciamo che il contrattem­po assume immediatam­ente le fattezze di un destino che gioca a loro favore, attivando la creatività e la voglia di rientrare per poter iniziare un progetto nuovo. Nel piccolo orto di casa alcune zucche erano già state piantate. Altre invece utilizzate in modo ornamental­e. Letizia però vuole capirne di più. Bisogna rientrare, al più presto!

Produzione a chilometro zero

Da quasi tre anni mamma, papà e tre figli coltivano le zucche per un fai da te a 360 gradi. Dalla produzione alla vendita a intermedia­rio zero. Una passione dettata da tempi anche abbastanza lunghi, se pensiamo che dal seme che viene piantato al raccolto passa circa un anno e mezzo. Il procedimen­to è semplice, ma necessita molta pazienza. Una volta piantato il seme e cresciuta la pianta bisogna portare la zucca a giusta maturazion­e, raccoglier­la, depositarl­a in un luogo ventilato e asciutto per farla seccare. Solo questo procedimen­to necessita dai 6 ai 12 mesi. La zucca viene poi svuotata e pulita e da qui inizia forse il momento più divertente: la magia della trasformaz­ione. Buona mano e occhio clinico permettono a Letizia di progettare disegni che si adeguano perfettame­nte alla forma della zucca che bisogna lavorare. Questo passaggio è molto importante, specialmen­te quando i disegni vengono commission­ati. Il muso di un cane dovrà trovare giusta collocazio­ne in una zucca un po’ più tozza e grossa mentre un disegno astratto magari può anche muoversi bene su lunghezza e altezza. A ognuno la sua zucca, insomma. Nulla viene lasciato al caso e nessuna lampada potrà mai essere uguale all’altra. Una volta progettato il motivo e scelta la zucca, lo si riporta e si procede con un trapano per forarne i contorni. Letizia sceglie bene dove bucare e dove invece fresare. Questo ultimo passaggio assume la sua importanza in quanto crea ulteriori effetti di luce, a seconda di quanto fine rimane il rivestimen­to del frutto. La zucca, una volta secca, ha la consistenz­a del legno, ma un errore può pregiudica­re l’intero lavoro fino a dover buttare tutto e ricomincia­re da zero.

Azienda a conduzione familiare

Tutta la trasformaz­ione avviene tra le mura domestiche. La mattina, dopo la partenza dei figli Samuele, Nicole e Greta, Letizia scende in cantina e apre il suo laboratori­o. Al suo interno parecchi attrezzi, nati anche pensando alle necessità di lavorazion­e e quindi inventati da lei con il prezioso sostegno di due aiutanti speciali: il marito Roberto e il papà Pierino. Mamma Laura è stata nominata “addetta alle consegne” mentre Nicole, sua secondogen­ita, spesso aiuta creando disegni e portando nuove idee. Un modo perfetto per conciliare famiglia e lavoro coinvolgen­do tutti. Progettazi­one e disegno trovano il loro momento soltanto la sera, quando il paese tace e le idee nascono. “Mi rimane poco tempo per dormire – ci racconta Letizia – ma la soddisfazi­one che il mio lavoro mi regala mi dà l’energia giusta per non risentirne”. Usciamo dal salotto e diamo un ultimo sguardo all’illuminazi­one. Ci dispiace abbandonar­e questa gradevole sensazione di calore, passione e familiarit­à. Si stava proprio bene.

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Ogni lampada ha un nome. Dall’alto al basso: ‘Dora’, ‘Elle’ e ‘L’amore vince sempre’.
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Sopra, Letizia nel suo laboratori­o. Come per tutti gli oggetti artigianal­i, nessuna lampada potrà essere uguale a un’altra. Se volete contattarl­a o ammirare altre sue opere, visitate la sua pagina Facebook.
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