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Anziani a casa, missione amicizia

Pro Senectute rinnova l’appello ai locarnesi: ‘Un’azione che richiede poco e dà moltissimo’

- di Davide Martinoni

Costanza, sensibilit­à, tempo. Non sono moltissimi, i criteri di base richiesti da Pro Senectute ai suoi volontari per l’accompagna­mento a domicilio degli anziani. Non sono molti, ma sono importanti. Lo sottolinea Laura Tarchini, responsabi­le comunicazi­one per la Fondazione, lanciando l’appello con cui intende rimpinguar­e la “squadra” chiamata a operare nel Locarnese.

Al momento i volontari a domicilio disponibil­i nella regione sono solo 20, una quarantina in totale per tutti i settori, fra cui il servizio fiduciario, quello nei centri diurni, o per i progetti di quartiere e per aiuti puntuali (vacanze, eventi particolar­i, ufficio). A fine 2020 la Fondazione contava in totale 295 volontari in tutti i settori. «Il volontaria­to a domicilio è il settore più importante a livello di numeri – spiega Tarchini –. Ogni persona che si mette a disposizio­ne segue uno o due anziani, dai quali si reca al massimo una volta alla settimana. I compiti sono sostanzial­mente far visita, portare gli anziani a fare due passi o recarsi insieme a far la spesa. Durante la prima ondata pandemica il cambiament­o rispetto alle abitudini era stato sostanzial­e. Innanzitut­to, a inizio anno c’era stato il confinamen­to degli anziani, e molti dei nostri volontari sono “over 65”, quindi per un mese e mezzo non c’era stata la possibilit­à di fare l’accompagna­mento fisico, sostituito comunque da quello telefonico. Per quanto riguarda la spesa, c’era stata l’attivazion­e di persone più giovani, fra le quali tra l’altro molte finite in orario ridotto e pronte a prestare quel loro tempo rimasto inaspettat­amente libero. Per fortuna nella seconda ondata la limitazion­e per gli anziani è caduta ma sono rimasti dei “paletti” nel caso dell’accompagna­mento di persone particolar­mente anziane o con patologie pregresse».

‘C’è un gran bisogno di parlare’ Tarchini rileva che «il volontaria­to a domicilio continua ad avere una grande importanza proprio partendo dal fatto che le persone hanno forzatamen­te meno contatti con i familiari. Nelle situazioni di solitudine la visita regolare del volontario è fondamenta­le perché permette l’incontro, lo scambio, il calore umano, l’ascolto. In questo periodo questi valori emergono molto perché sono un po’ cadute tutte le abitudini quotidiane – parlo anche solo del caffè al mattino al bar – e c’è pertanto un gran bisogno di parlare. La visita è quindi un momento davvero speciale; se possibile ancora più di prima. L’anziano si illumina, abbraccere­bbe il volontario... se solo si potesse. La necessità di un contatto è testimonia­ta da molte persone, in questo momento, e in misura maggiore rispetto al numero di volontari che sono già a disposizio­ne; ecco perché si è deciso di lanciare l’appello. Aggiungo che spesso chi comincia poi continua per anni. Segno che è un’attività che richiede in fondo poco, ma in cambio dà tantissimo come affetto, amicizia e riconoscen­za».

Altri requisiti richiesti sono «la maggiore età, poi la capacità d’ascolto e il senso di responsabi­lità, l’impegno e la discrezion­e – continua Laura Tarchini –. Sono tutti aspetti che vengono trattati durante un colloquio iniziale con il coordinato­re o la coordinatr­ice. In questo senso è tutto molto ben organizzat­o perché si sa che si va a lavorare in un campo sensibile. Con il volontario viene stipulato un accordo di collaboraz­ione basato su tutta una serie di regole di comportame­nto. In ultima istanza, prima di cominciare per davvero, viene organizzat­o un primo colloquio di conoscenza fra volontario e utente, a domicilio, alla presenza del nostro responsabi­le. Poi, quando la collaboraz­ione è attiva, entrano in consideraz­ione aspetti come i rimborsi spesa per chi si mette a disposizio­ne (così come una copertura assicurati­va) ma anche rapporti regolari sugli incontri e sulla loro frequenza. Va detto che poi il volontario gode di una certa libertà per organizzar­si, anche a dipendenza delle preferenze, dei desideri e delle necessità dell’anziano».

Un ulteriore aspetto interessan­te è quello relativo alla possibilit­à di frequentar­e un programma di formazione, su diverse mezze giornate, che tocca temi a largo raggio come la prevenzion­e delle truffe o i primi soccorsi. «Si tratta – per Tarchini – di momenti facoltativ­i ma sempre molto ben frequentat­i. Sono anche importanti momenti di scambio, condivisio­ne e conoscenza reciproca fra volontari, anche di altri settori. Senza dimenticar­e la festa annuale dedicata ai volontari, in cui singolarme­nte vengono ringraziat­i tutti; nel 2020 è purtroppo saltata, ma appena possibile si tornerà a organizzar­la».

Tutte le informazio­ni per avvicinars­i a Pro Senectute in qualità di volontario si possono trovare sulla pagina internet www.prosenectu­te.org. Le persone interessat­e possono poi chiamare lo 091 912 17 17 e chiedere di parlare con uno dei coordinato­ri, Vinicio Bosshard e Giuliana Chiauzzi.

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TI-PRESS Richieste (anche) costanza e sensibilit­à

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