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Al Lugano basta il piccolo trotto

Pur in serata minimalist­a i bianconeri centrano il settebello. ‘Qui non è mai facile’.

- Dall’inviato Moreno Invernizzi

Langnau – Eccolo, il settebello. Il Lugano lo cala alla Ilfis, al termine di una partita in cui non offre una delle sue migliori prestazion­i, ma sufficient­e appunto per venire a capo del modesto Langnau, costretto a giostrare con due soli stranieri e confrontat­o con un elenco di assenze da capogiro. Un Langnau comunque capace anche di mettere sotto pressione gli uomini di Pelletier, specie dopo aver rifatto superficie nel corso del periodo centrale. «Contro squadre che praticano un hockey così aggressivo non è mai facile giocare: in diversi frangenti i nostri avversari hanno saputo metterci in difficoltà – è la lucida analisi a fine partita di Matteo Nodari –. Non è mai facile venire su questa pista e disputare una buona partita».

Il Lugano, ad ogni buon conto, inizia col piglio giusto il confronto, andando subito a tastare il polso a Stettler (portierino 19enne degli Juniores Élite). E al primo vero affondo della serata, favorito anche da un cambio mal riuscito dei padroni di casa, fa centro con Bürgler in combutta con Haussener. Sembra il preludio a una serata tutta in discesa, anche perché per tutto il resto del primo tempo i bianconeri macinano occasioni su occasioni. E continuano a farlo anche in un periodo centrale in cui però gli equilibri della partita cambiano sensibilme­nte, con i locali che guadagnano gradatamen­te quota. Per poi appunto alzare ulteriorme­nte l’asticella dopo l’1-1 firmato da Flavio Schmutz e nato da un disco mal gestito da Wolf. Da lì innanzi inizia tutta un’altra partita, più aperta, equilibrat­a. Al punto che sono ancora i padroni di casa a sfiorare la rete (in particolar­e centrando due volte il palo). Lo stesso, sull’altro fronte, lo fa Heed a due minuti e rotti dalla seconda sirena. Ci vuole allora un’invenzione di Boedker, che recupera un disco dietro la porta avversaria per portarselo davanti allo slot e poi infilarlo alle spalle di Stettler, per ridare il giusto tono alla serata. «Sì, questa partita potevamo forse chiuderla prima... Col passare del tempo ci sono stati momenti in cui siamo stati dominati dagli avversari, specie nel secondo tempo. È stata una bella sudata; abbiamo fornito una bella prova di carattere». Un po’ di energia la si sarebbe con tutta probabilit­à potuta risparmiar­e raccoglien­do di più in quei venti minuti iniziali in cui vi siete dimostrati padroni del gioco... «È vero, se avessimo sfruttato meglio le diverse occasioni che ci siamo creati nel primo tempo, forse sarebbe stata una serata più tranquilla... Ad ogni buon conto, stasera contava prima di tutto fare il pieno della posta, e ci siamo riusciti: al tirar delle somme possiamo dunque essere soddisfatt­i». «È vero, nel secondo tempo potevamo uccidere la partita, ma non siamo riusciti a farlo – gli fa eco Serge Pelletier –. Chi sbaglia paga: questo ci è costato il pareggio degli avversari le la conseguent­e sudata fino alla terza sirena, anche perché cammin facendo ci siamo gravati di diverse penalità non necessarie, e questo ci ha fatto consumare qualche energia di troppo e fatto perdere un po’ di lucidità in certi frangenti». Al di là delle cinque inferiorit­à numeriche superate senza subire reti, e dell’unica subita in sessanta minuti, in retrovia qualche pericolosa amnesia la si è comunque vista... «Anche questo è vero: diverse delle occasioni che il Langnau si è procurato sono nate da qualche nostra sbavatura: dettagli che cercheremo di correggere per la prossima partita». Già, anche perché il Friborgo, che venerdì sarà di scena alla Cornèr Arena, non è certo il Langnau...

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KEYSTONE Tutto è bene quel che finisce bene.

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