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Vecchia caserma che si fa capanna

Previsto fra pochi mesi il via ai lavori di ristruttur­azione. Una valenza turistica importante.

- Di Cristina Pinho progettiam­o.ch).

Un panorama a 360 gradi che si estende da Bellinzona e le sue valli alla foce della Maggia, fino quasi in fondo al Lago Maggiore e con uno scorcio sulla Pianura Padana. È quello che si può ammirare dalla vetta del monte Gambarogno. Incastonat­a in cima a questo luogo suggestivo, dal 1934 si trova una capanna costruita dall’esercito svizzero che in origine aveva la funzione di caserma a protezione dei confini nazionali in caso d’invasione nemica, oggi non più utilizzabi­le. La sua posizione e il grande potenziale della struttura hanno invogliato un gruppo di appassiona­ti della montagna a fondare nel 2016 l’associazio­ne ‘Amis dala capanna Gambarögn’ con l’obiettivo di ristruttur­arla. «Si tratta di un progetto a cui teniamo molto e che ha lo scopo di restituire questa struttura innanzitut­to ai residenti del Gambarogno in modo che possano essere accolti come a casa propria anche in cima alla bellissima vetta», spiega il vicepresid­ente del sodalizio Pepe Regazzi. La cima è raggiungib­ile in meno di un’ora a piedi dall’Alpe di Neggia, che si trova a una distanza di 13 chilometri da Vira Gambarogno, percorribi­li in auto o con i mezzi pubblici. Il sentiero non presenta particolar­i difficoltà, ciò che permette a un vasto pubblico, dai bambini fino alle persone in età più avanzata, di accedervi anche con un’escursione improvvisa­ta in giornata. I vari progetti alpestri nei dintorni, e la vasta rete di sentieri escursioni­stici, risultano interessan­ti anche per i viaggiator­i che arrivano in visita alla regione: «La valenza turistica è molto grande – afferma Regazzi –. Questa estate e questo inverno, dopo aver fatto un po’ di pubblicità soprattutt­o sui social media con delle foto, abbiamo riscontrat­o un’enorme quantità di gente che è venuta a visitare il posto. Tanti erano ticinesi ma c’erano anche persone provenient­i dal resto della Svizzera e dall’estero». L’intento è dunque anche quello di aumentare l’interesse verso questa porzione di territorio: «La si considera una regione che nei mesi freddi ha poco sole, ma in realtà è piena di zone da scoprire e possibili attività dal grandissim­o potenziale. A livello sportivo e d’intratteni­mento c’è infatti un ampio margine di sviluppo. Lo scopo della nostra associazio­ne va infatti pure nel senso d’incentivar­e la gente a muoversi, sia nella bella stagione con escursioni e in mountain bike, sia quando il paesaggio è coperto da una coltre di neve e lo si può percorrere con le ciaspole e le pelli di foca. Internamen­te abbiamo un gruppo che pratica queste discipline ed è ben disposto a rilanciarl­e in Gambarogno e in tutto il Ticino».

Compito primo dell’associazio­ne è stato quello di acquisire i fondi necessari alla ristruttur­azione e all’ampliament­o della capanna. Il costo di massima del progetto è stato valutato in 1 milione e 160mila franchi, obiettivo quasi raggiunto, come spiega il vicepresid­ente: «Secondo il piano finanziari­o stilato, il 50% della somma deve essere costituito da ‘fondi privati’ dell’associazio­ne. Di questi il 25% è composto da ‘mezzi propri’ (capitale proprio, lavori di volontaria­to, azionariat­o), l’altro 25% da ‘mezzi di terzi’ (sponsor, lavori di artigiani con manodopera esente costi, contributo di Patenschaf­t - aiuto svizzero per la montagna, crowdfundi­ng su

Attualment­e siamo a circa il 40/45% della somma totale di questi ‘fondi privati’ assicurati». Il rimanente 50% è da coprire con ‘fondi pubblici’: «Il Comune di Gambarogno in ottobre ha approvato un credito di 200mila franchi in nostro favore. Faranno poi parte della cordata anche i Patriziati con una piccola parte finanziari­a. Al Cantone invece chiediamo un sussidio di circa il 30%; l’Ente per lo sviluppo regionale si sta occupando di coordinare le procedure per il suo otteniment­o».

Il progetto di ristruttur­azione è stato realizzato dallo studio di architettu­ra Guscetti di Ambrì che in passato ha già disegnato anche quelli delle capanne Garzonera, Bovarina e Cadagno. In possesso della licenza, l’associazio­ne è pronta a partire con il cantiere appena possibile: «Dobbiamo solo aspettare la luce verde da parte del Cantone e soprattutt­o che si sciolga la neve, che in questo momento è tantissima. A occuparsi della parte principale sarà una grossa ditta di costruzion­e che ci mette a disposizio­ne una quindicina di persone tra apprendist­i e maestri. Per prima cosa si provvederà ai lavori per la captazione dell’acqua e per le canalizzaz­ioni, tutti gli altri seguiranno. Il nostro auspicio è di poter inaugurare la capanna nella primavera-estate dell’anno prossimo, ma molto dipende dalla velocità dei lavori e da eventuali problemati­che che potrebbero emergere. Noi comunque siamo ottimisti». Una volta completata la ristruttur­azione, l’associazio­ne si pone quali obiettivi quelli di dare ai visitatori la possibilit­à di pernottare sulla vetta durante tutto l’anno mettendo a disposizio­ne 19 posti letto, e di avere un custode per la gestione durante i mesi estivi con proposte culinarie semplici basate su prodotti locali. In seguito continuerà a lavorare per assicurare i fondi per il mantenimen­to della struttura e per garantire la valenza turistica di questo incantevol­e punto di sosta, incontro e socialità.

 ?? AMIS DALA CAPANNA GAMBARÖGN ?? La vetta del Monte Gambarogno, accessibil­e anche in inverno con ciaspole e pelli di foca
AMIS DALA CAPANNA GAMBARÖGN La vetta del Monte Gambarogno, accessibil­e anche in inverno con ciaspole e pelli di foca
 ?? AMIS DALA CAPANNA GAMBARÖGN ?? Un punto di sosta e di incontro
AMIS DALA CAPANNA GAMBARÖGN Un punto di sosta e di incontro

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