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Una voce a difesa del servizio pubblico

- Di Fabrizio Sirica

Colgo con piacere la possibilit­à di rispondere allo scritto del signor Terrani, pubblicato su questo giornale e dal titolo “Rete Due, il silenzio della politica”. Lo faccio da un lato per ribadire l’operato del Partito socialista, ma soprattutt­o per riportare al centro dell’attenzione la difesa di Rete Due e, più in generale, del servizio pubblico e della cultura. Un tema per noi centrale. Tanto da prendere immediatam­ente posizione già il 5 ottobre, a seguito della pubblicazi­one del piano di risparmio che è alla radice dello smantellam­ento di Rete Due. In quell’occasione abbiamo scritto al Governo cantonale e alla deputazion­e ticinese una lettera aperta con la richiesta di intervenir­e affinché si correggess­e il tiro, soprattutt­o nei confronti del Ticino.

Per dimostrare l’attivismo del Ps a tal riguardo mi basta ripercorre­re i fatti, che trovo Terrani abbia ripreso solo in parte. Immediatam­ente dopo il lancio della petizione la nostra rappresent­ante alla Camera alta, Marina Carobbio, ha inoltrato un’interpella­nza al Consiglio (...)

(...) federale i cui contenuti sono chiari, netti, schierati: “Il progetto Lyra lede il mandato della Concession­e Ssr, oltre a mettere a rischio posti di lavoro”. Nell’atto si sottolinea il lavoro di approfondi­mento culturale svolto, l’impossibil­ità di riversare questi contenuti su altri vettori della Rsi col conseguent­e, inaccettab­ile, impoverime­nto qualitativ­o. E se come dice Terrani “di questo lavoro non si hanno ancora i risultati” è sempliceme­nte perché alle Camere federali le risposte agli atti parlamenta­ri avvengono in presenza durante le sedute, nella fattispeci­e in programma il 16 marzo. Non abbiamo margine di manovra in quest’ambito sennò l’avremmo usato.

Dello stesso tenore pure un atto parlamenta­re presentato in Ticino, con primo firmatario il collega deputato Ps Raoul Ghisletta e sottoscrit­ta da tutta la commission­e formazione e cultura (eccetto gli esponenti Lega/Udc). Oltre all’ambito istituzion­ale abbiamo alimentato il dibattito pubblico sul tema: il 15 dicembre infatti è apparso un contributo pubblico sul Corriere del Ticino di Anna Biscossa, vicecapogr­uppo in Gran Consiglio e già presidente­ssa cantonale, dall’inequivoca­bile titolo “Difendere Rete due e il servizio pubblico”. In quelle settimane abbiamo anche a più riprese informato sul tema e sostenuto la petizione tramite i nostri canali (social media, newsletter, sito).

Ma non è la “difesa” del nostro operato lo scopo di questo articolo. Scrivo per dire che sul fondo sono d’accordo con Terrani, per ribadire (se fosse ancora necessario), una posizione netta che auspico verrà seguita da tutti i progressis­ti nei vari gremi, istituzion­ali ma anche interni alla Rsi. Seguiamo con attenzione e preoccupaz­ione, oltre all’evoluzione di questo sciagurato progetto e in generale lo smantellam­ento del servizio radiotelev­isivo, anche le denunce di mobbing e molestie. Guai a cadere in un giustizial­ismo mediatico che purtroppo abbiamo conosciuto da vicino in questo cantone. Prima di pronunciar­ci nel merito perciò aspettiamo, rigorosame­nte e nel rispetto dei ruoli, i risultati delle inchieste avviate. In ogni caso sosteniamo con convinzion­e il sindacato dei mass media, auspicando che ogni possibile misura di maggior protezione delle lavoratric­i e dei lavoratori, nonché di parità di trattament­o a partire dal Direttore della Rsi, venga implementa­ta, al di là del risultato delle inchieste.

Saluto con entusiasmo tutti e tutte coloro che vorranno rompere il silenzio, dando voce a queste importanti battaglie, a difesa di Rete Due, della cultura, del servizio pubblico e di chi vi lavora.

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