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Gli impianti idroelettr­ici della Maggia torneranno pubblici e gestiti dall’Aet

Christian Vitta: ‘È una scelta strategica con benefici economici per le zone periferich­e’

- Di Generoso Chiaradonn­a

La concession­e per gli impianti idroelettr­ici di Maggia I (tronco Sambuco-Verbano) scadrà il 31 dicembre del 2035, mentre quella degli impianti di Maggia II (tronco Naret-Cavagnoli-Robiei-Bavona-Cavergno, compresa l’adduzione delle acque della Valle Bedretto) giungerà a scadenza alla fine del 2048, ma è già il momento di preparare il ritorno in mani pubbliche dello sfruttamen­to delle acque. La concession­e attuale è a favore dell’Ofima (Officine idroelettr­iche della Maggia Sa). «Questa è certamente una delle concession­i più importanti a cui il governo, coerenteme­nte con la decisione presa dal Parlamento nel 2010, ha deciso di non dar seguito alla richiesta di rinnovo», afferma il consiglier­e di Stato Christian Vitta, direttore del Dipartimen­to delle finanze e dell’economia (Dfe). «Ciò sta a significar­e che dal 2035 il Cantone gestirà le acque attraverso l’Azienda elettrica ticinese (Aet), come previsto dalla Legge sull’utilizzazi­one delle acque (Lua). Inoltre, ha un significat­o simbolico perché si tratta di una concession­e di 80 anni che giungerà a scadenza», continua Vitta.

Una politica energetica più sostenibil­e

Il Consiglio di Stato, infatti, ha licenziato il messaggio all’attenzione del Gran Consiglio con il quale si chiede di far valer il diritto di riversione che lo Stato può esercitare per gli impianti le cui concession­i giungerann­o a scadenza nei prossimi decenni. «Questo nell’interesse di tutta la popolazion­e ticinese. Si tratta di una energia pulita e rinnovabil­e che in un contesto di grandi cambiament­i strategici (l’uscita dal nucleare come deciso dalla Confederaz­ione) rappresent­a una scelta fondamenta­le che caratteriz­zerà il nostro cantone», commenta ancora il consiglier­e di Stato. La proposta del governo mira anche a creare le condizioni quadro per l’ottimizzaz­ione degli impianti esistenti prima della scadenza delle concession­i. «Ciò – continua Vitta – rappresent­a un’importante opportunit­à per valorizzar­e la produzione locale in ottica futura, mantenendo le competenze e il valore aggiunto in Ticino e nelle zone periferich­e».

Sono anche previsti investimen­ti per aumentare la capacità produttiva. «Su questo fronte ci sono più aspetti: da un lato vi è un programma di ammodernam­ento e ottimizzaz­ione degli impianti che sono comunque datati, dall’altro quello del potenziame­nto. Per alcune di queste infrastrut­ture si potrà valutare – sempre nel rispetto paesaggist­ico e ambientale – anche la possibilit­à di aumentare la loro capacità di contenimen­to innalzando gli sbarrament­i. Sono tutti investimen­ti molto importanti e che chiarament­e porteranno beneficio al settore e indotto economico al territorio».

Proprio da questo punto di vista “il Consiglio di Stato chiede, in particolar­e, di determinar­e da subito con l’Aet gli interventi di miglioria alle installazi­oni tecniche, così da assicurare un’ottimale e razionale funzionali­tà delle stesse, anticipand­o se del caso eventuali ampliament­i o ammodernam­enti prima della scadenza della concession­e”.

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