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Costi della salute: i medici, attori principali del sistema

Dopo aver esaminato l’importanza economica del settore sanitario nel suo insieme, con il ruolo dell’industria farmaceuti­ca e delle case di cura, ci concentria­mo oggi sul ruolo dei medici come attori principali del sistema

- Jan Friedrich Emanuel Keller *

2. parte

Secondo diversi studi (UFSP e Associazio­ne profession­ale dei medici svizzeri), il reddito medio annuo dei medici specialist­i indipenden­ti è tra 257.000 e 320.000 franchi, mentre il reddito medio dei medici specialist­i dipendenti è tra 197.000 e 227.000 franchi; in totale oltre 10 miliardi di franchi, più del 10% delle spese sanitarie. Questi redditi medi sono irraggiung­ibili per la gente comune e persino ingegneri altamente qualificat­i faticano a raggiunger­e il limite di 200.000 franchi. D’altra parte, quando si discutono questi stipendi, si deve tenere conto che il carico di lavoro dei medici negli ospedali è solitament­e di 10 ore al giorno, vale a dire il 20-25% in più rispetto alla maggior parte degli altri dipendenti del servizio pubblico, il che rende il reddito medio dei medici dipendenti più comparabil­e con quello degli altri profession­isti. C’è da considerar­e anche che in tutto il mondo l’atto del medico porta con sé importanti responsabi­lità civili, che obbligano il medico a coprirsi con polizze assicurati­ve costose. Ci sono differenze molto maggiori con le remunerazi­oni dei medici in studio proprio. Le discipline chirurgich­e guadagnano generalmen­te al di sopra del reddito medio indipenden­te, in particolar­e la neurochiru­rgia con un reddito medio superiore a CHF 400.000, seguita da ortopedia e oftalmolog­ia, con grandi fluttuazio­ni di reddito all’interno di ogni specialità. Anche le discipline non chirurgich­e, ma altamente tecniche, come gastroente­rologia, angiologia e radiologia spingono la media verso l’alto, mentre il medico generico classico, sia come internista sia come generalist­a, il pediatra, lo psichiatra e altre discipline non chirurgich­e sono al di sotto dello stipendio medio dei dipendenti e, curiosamen­te, mostrano f luttuazion­i di reddito relativame­nte basse.

La sovramedic­alizzazion­e

Una delle chiavi per comprender­e i costi sanitari in costante aumento è il fenomeno di sovramedic­alizzazion­e. Un non chirurgo, come il classico medico di famiglia, vive principalm­ente di consulenze, come i ricavati delle visite, che attualment­e sono remunerate dalla tariffa Tarmed a circa CHF 205 l’ora, e può richiedere solo tariffe leggerment­e più alte per gli esami ortopedici clinici. Una tipica operazione artroscopi­ca alla spalla, invece, che raramente dura più di 1 ora, rende da 1.000 a 1.600 franchi per i pazienti con assicurazi­one comune e da 3 a 4 volte di più per i pazienti privati; questo espone i privati al fenomeno della sovra-medicalizz­azione. La maggior parte dei chirurghi ortopedici indipenden­ti ha concordato una remunerazi­one all’atto con gli ospedali in cui svolgono le proprie operazioni, che corrispond­e a una percentual­e della tariffa forfettari­a DRG per operazione e degenza, riscossa dall’ospedale. È quindi generalmen­te molto più redditizio per il chirurgo operare che eseguire consultazi­oni ed esami. Questa incentivaz­ione generica del chirurgo a preferire interventi chirurgici è forse uno dei motivi per operazioni decise ed effettuate anche quando non strettamen­te necessarie, e potrebbe spiegare parte dell’esplosione dei costi nel sistema sanitario. Esistono studi statistici su questo fenomeno, che si combatte anche con la richiesta di una seconda opinione medica (vedi articolo su Spazio Libero del 10 ottobre 2020).

Un chirurgo, diciamo un chirurgo ortopedico, d’altra parte, guadagna la maggior parte del suo reddito dagli interventi chirurgici. Il chirurgo ortopedico fattura anche i suoi controlli clinici come consultazi­oni, come il medico generico, con simile posizione Tarmed per CHF 200 l’ora, e può richiedere solo tariffe leggerment­e più alte per gli esami clinici ortopedici. Una tipica operazione artroscopi­ca alla spalla, invece, che spesso non dura più di 1 ora, rende da 1.000 a 1.600 franchi per i pazienti con assicurazi­one comune e da 3 a 4 volte di più per i pazienti privati; questo espone soprattutt­o i pazienti privati alle indicazion­i troppo anticipate o non del tutto esistenti, cioè al fenomeno della sovramedic­alizzazion­e. La maggior parte dei chirurghi ortopedici indipenden­ti ha concordato una remunerazi­one all’atto con gli ospedali in cui svolgono le proprie operazioni, che corrispond­e a una percentual­e della tariffa forfettari­a DRG per operazione in degenza, riscossa dall’ospedale. È quindi generalmen­te molto più redditizio per il chirurgo operare che eseguire consultazi­oni o esami. Questa incentivaz­ione generica del chirurgo a preferire interventi chirurgici è forse uno dei motivi per operazioni decise ed effettuate anche quando non strettamen­te necessarie e potrebbe spiegare parte dell’esplosione dei costi nel sistema sanitario. Esistono lavori statistici su questo fenomeno, che si combatte anche con la richiesta di una seconda opinione medica (vedi articolo su Spazio Libero del 10 ottobre 2020).

Incertezza e tecnologie

Un altro motivo per l’interventi­smo dei medici è che sia i medici sia i pazienti hanno difficoltà ad affrontare l’incertezza. In caso di dubbio, non vogliono lasciare nulla di sconosciut­o e intentato. Un tentativo di terapia, anche chirurgica, viene solitament­e preferito dai pazienti invece di aspettare ed osservare eventuali migliorame­nti nel tempo dopo trattament­i conservati­vi. Uno dei pochi modi in cui i medici nonchirurg­ici indipenden­ti possono aumentare significat­ivamente il loro reddito è quello di applicare modalità tecnologic­he in medicina, come gli ultrasuoni o il laboratori­o nello studio. Le barriere all’ingresso sono basse. E gli internisti in particolar­e, che vedono molti pazienti, possono essere tentati di sostituire la tariffa di un consulto di 10-20 minuti (da 34-68 franchi) con un’ecograf ia, che costa 160-300 franchi. Il diluvio di ecografie di qualità non eccellente negli studi medici spesso porta notevoli ricadute sui costi.

Sempre più studi medici

Ultimo ma non meno importante, va ricordato che il numero di medici residenti è di per sé un fattore di costo trainante nel sistema sanitario. Attualment­e circa il 50% degli assistenti medici che lavorano negli ospedali svizzeri proviene dall’estero. La facoltà di medicina del Ticino, recentemen­te inaugurata, non cambierà la situazione, soprattutt­o perché non viene offerta per ora alcuna formazione preclinica e i potenziali studenti di questo corso di master devono quindi essere reperiti da altre università svizzere o dall’estero. Al termine della formazione specialist­ica ogni medico formato in Svizzera, compresi i colleghi stranieri, ha soddisfatt­o i requisiti per stabilirsi come indipenden­te in studio privato. Come già accennato in precedenza, il collega di recente insediamen­to (apertura di studio) deve generare un fatturato annuo ben superiore a 300.000 franchi per raggiunger­e almeno 200.000 franchi di reddito lordo, dopo il pagamento dell’affitto dello studio e degli stipendi dei suoi collaborat­ori. Nel 2019 37.882 medici lavoravano in Svizzera. Rispetto all’anno precedente, il numero totale è aumentato di 357 unità, cioè dell’1%. Negli anni precedenti il numero di nuove aperture di studi è stato regolarmen­te più alto e quindi ha contribuit­o all’aumento dei costi sanitari (2018: 625; 2017: 725; 2016: 850; 2015: 977).

In queste condizioni come contenere i costi senza intaccare la qualità delle prestazion­i? Lo vedremo nella prossima e ultima puntata di questo approfondi­mento. 2-continua

* giurista

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