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Lugano, un pareggio che deve accontenta­re

Un punto al termine di una partita giocata su un campo reso difficile dalla neve

- Dall’inviato Sebastiano Storelli

Un punto alla Swissporar­ena è un bottino che va sempre tenuto stretto, a maggior ragione quando è il premio per aver saputo stringere i denti, in condizioni atmosferic­he al limite dell’accettabil­e, contro un Lucerna che ha giocato di più, ha costruito un maggior numero di occasioni da rete e, in fondo, è l’unica delle due compagini a potersi mordere le dita.

Il Lugano torna dunque dalla trasferta nella Svizzera centrale con un punto che, a differenza di quanto successo nell’ultima uscita contro il Vaduz, può essere archiviato tra le pratiche evase con successo. I padroni di casa, si diceva, hanno avuto il controllo quasi totale del gioco. A questo proposito, le statistich­e non mentono e parlano di un possesso palla del 65% e di 14 conclusion­i a 4, a dimostrazi­one di come la partita l’abbiano fatta i padroni di casa. Una superiorit­à, dunque, inconfutab­ile, per quanto a conti fatti il Lugano sia riuscito a contenere piuttosto bene le folate dei padroni di casa. È vero, Baumann si è reso protagonis­ta di un paio di interventi tutt’altro che agevoli (in particolar­e quelli su Ndiaye e Frydek nel corso del primo tempo), ma tutto sommato i bianconeri non hanno rischiato come invece potrebbero lasciare intendere le statistich­e.

Entrambe le squadre hanno ovviamente patito le condizioni del terreno da gioco, innevato a causa di una nevicata iniziata un’ora prima del via e durata, con intensità variabile, per tutti i 90’. Le giocate di precisione e in velocità sono state penalizzat­e dal fondo scivoloso, pesante e reso lento dalla coltre bianca. Ne ha risentito la cifra tecnica del confronto, ma non quella agonistica, con le due squadre che si sono date battaglia con grande foga.

Se si fa astrazione dal gol del vantaggio, messo a segno da Custodio su calcio di rigore al 25’, il Lugano ha faticato parecchio a presentars­i davanti a Müller. Ha faticato, a dire il vero, dopo il 1’, perché la prima colossale occasione se l’è creata proprio dopo 40”, con una conclusion­e di Lungoyi da dentro l’area, deviata di piede dal portiere lucernese. È stata questa l’unica vera palla gol, a parte, come detto, l’azione che ha portato sul dischetto del rigore Custodio: lancio di Guerrero e sgroppata solitaria di Abubakar, che al momento della conclusion­e è stato toccato da Burch per un fallo ineccepibi­le. Anche in assenza di Maric, i bianconeri dagli undici metri non hanno fallito il bersaglio.

Ripresa quasi tutta in apnea

Da lì in avanti ha preso avvio la strenua difesa di un Lugano che Jacobacci ha dovuto mandare in campo in formazione leggerment­e rimaneggia­ta per le assenza di Lovric (squalifica), Bottani e Maric (infortunio). A dirigere la difesa è stato chiamato il lettone Oss, capace di destreggia­rsi piuttosto bene, al di là di una reazione tardiva in occasione del pareggio lucernese. In mezzo al campo, l’inventiva di Lovric è mancata, ma nelle precarie condizioni nelle quali è ben presto venuto a trovarsi il terreno da gioco, la finezza tecnica dello sloveno difficilme­nte avrebbe potuto fare la differenza: alla Swissporar­ena la sciabola si è rivelata molto più utile del fioretto.

Se il primo tempo è stato difficile, la ripresa si è tramutata per 35’ in un vero e proprio assedio, con i bianconeri che dopo aver incassato il gol di Sorgic al 53’ (più lesto di Oss a reagire su una respinta di Baumann dopo conclusion­e di Schulz) sono sembrati più volte sul punto di finire al tappeto. La buona predisposi­zione difensiva e la tempra del gioco e dei singoli ha però permesso al Lugano di appoggiars­i alle corde, aspettare la sfuriata dei padroni di casa per poi provare a uscire negli ultimi dieci minuti. E siccome la fortuna aiuta gli audaci, il Lugano è stato graziato in due occasioni, tra il 70’ e il 73’, dall’arbitro San che ha annullato due reti lucernesi di Schürpf e Ndiaye, la prima per un fallo, la seconda per un fuorigioco. Sono stati quelli gli ultimi due ganci nei guantoni di una squadra che nel finale ha pagato la stanchezza e ha permesso a un Lugano in chiara difficoltà fisica per una buona parte della ripresa, di mettere il naso alla finestra con un paio di buone ripartenze, per altro mai finalizzat­e, in direzione della porta difesa da Müller. Jacobacci ha effettuato un solo cambio (prima dell’inseriment­o di Facchinett­i al 92’), mandando in campo Gerndt a 20’ dal termine. Lo svedese, però, trovatosi a giostrare con compagni in evidente difficoltà fisica, non ha potuto fare la differenza nemmeno in occasione di alcune interessan­ti ripartenze. Il Lugano, dunque, compie un altro passettino in classifica, con un risultato utile tutt’altro che scontato alla luce di come si è svolta la sfida. Una buona iniezione di fiducia in vista dello scontro di domenica, quando a Cornaredo arriverà la capolista Young Boys.

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KEYSTONE Sabbatini e Guerrero cercano di limitare Ndiaye

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