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Candidato e debitore, il ‘caso’ di Alberto Akai

In corsa per il Municipio ma ‘esposto’ con la Città per oltre 150mila franchi

- Di Davide Martinoni

Suscita interrogat­ivi etici la corsa per il Municipio del presidente della sezione Ppd, che deve alla Città oltre 150mila franchi. Lui: ‘Errore d’ingenuità, faccio di tutto per risanare’.

È opportuno candidarsi al Municipio di un Comune quando rispetto a quello stesso Comune si è esposti finanziari­amente in maniera piuttosto importante? È la prima domanda che abbiamo posto ad Alberto Akai, presidente sezionale Ppd e candidato all’esecutivo di Palazzo Marcacci; tra l’altro con concrete possibilit­à di elezione per la conferma del secondo seggio, accanto all’uscente Giuseppe Cotti.

Alberto Akai, qual è la sua situazione debitoria nei confronti della Città e come si è prodotta?

Attualment­e la Città mi è creditrice per una cifra che si situa fra i 150 e i 170mila franchi. Purtroppo, è il risultato di uno scivolone finanziari­o indipenden­te dalla mia volontà, veritifica­tosi quando nell’ultimo periodo di gestione del ristorante al Debarcader­o si è accavallat­o il “buco” della malaugurat­a esperienza all’ex Magistrale nell’ambito della Rotonda del Festival. Quest’ultima situazione si è rivelata particolar­mente complicata e mi ha messo in difficoltà. Per ingenuità anche giovanile mi ero esposto come persona fisica, non giuridica, per cui tutti i guai finanziari sono ricaduti sulle mie spalle. Chi non ci è passato non può credere quanto sia difficile affrontare situazioni simili. L’unico modo è rimboccars­i le maniche.

Ma 150-170mila franchi sono una cifra importante.

Che va contestual­izzata. Ricordo che per 9 anni ho riconosciu­to alla Città di Locarno, per il Debarcader­o, un affitto annuo superiore ai 250mila franchi. Fino all’ultimo centesimo. Chi vuole faccia pure il calcolo. E in più ho dato lavoro a tutti i miei impiegati, pagando sempre gli oneri sociali. Purtroppo, ripeto, alla fine è accaduto quel che è accaduto, ma subito ho cercato di rialzarmi per onorare i miei debiti, continuand­o a lavorare come e più di prima in ambito profession­ale, associativ­o e politico. Mi sono sempre impegnato al massimo e credo che questo nessuno lo possa mettere in discussion­e.

In discussion­e è semmai l’opportunit­à di candidarsi al Municipio, visti questi precedenti.

Chi nella propria vita non ha avuto qualche problema? In un percorso imprendito­riale, purtroppo, situazioni debitorie possono capitare senza che per questo bisogna essere visti come dei delinquent­i. Come candidato ho doverosame­nte prodotto il casellario giudiziale, che è pulito. Così come non ho un centesimo di arretrati per quanto riguarda le imposte comunali. Mi chiedo cosa emergerebb­e se chiedesser­o a tutti i candidati anche l’estratto dell’Ufficio esecuzioni e fallimenti.

Ma è evidente che qui il problema non riguarda tanto i suoi scoperti privati, quanto quelli “pubblici” nei confronti della Città di cui potrebbe diventare un rappresent­ante dell’esecutivo.

Ci sono stati dei problemi e vanno riconosciu­ti. Ma non ho nè truffato, né fatto nulla di immorale. Sono solo scivolato per eccesso di ingenuità. Sottolineo che appena ho potuto ho imbastito un piano di rientro, che sto onorando passo dopo passo, non senza fatica, ma a testa alta. Rispetto ad altri, le cifre della mia attività d’esercente non sono grosse come lo erano in passato, ma importanti rimangono gli impegni verso chi lavora con me. Continuo a lavorare, e a fare politica, per ripagare le mie colpe.

La sezione Ppd, che lei presiede, come la pensa rispetto alla sua candidatur­a?

In sezione la situazione è chiara a tutti, non ho mai cercato di nasconderm­i, anche perché sarebbe stato impossibil­e. Non mi sono nascosto neppure nei confronti della cittadinan­za, con cui ho sempre voluto avere una relazione onesta. Come consiglier­e comunale cerco di dare il massimo e da anni non percepisco un franco di gettone perché questi soldi vanno giustament­e anch’essi a onorare il debito.

Qualora fosse eletto in Municipio, si parlerebbe però di cifre ben superiori. Cosa ha intenzione di fare?

Ho già chiarito a tutti, in primo luogo all’interno del partito, che se entrassi in Municipio gli emolumenti che ne deriverebb­ero andrebbero immediatam­ente a integrarsi nel piano di rientro. Oltre che a essere sacrosanto, ciò dimostrere­bbe ulteriorme­nte che di fronte ai momenti di difficoltà c’è stata una reazione, non passività, fatalismo, furbizia o che altro. Chi mi conosce sa che sin da subito mi sono rimboccato le maniche. Se entrerò in Municipio, continuerò a farlo con ancora maggior energia.

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TI-PRESS Il presidente sezionale Ppd: ‘Lavoro per risanare’

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