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‘Accolta benissimo Ma quanto è dura’

Donna, giovane, che arriva da fuori. Isabelle Piazza e i suoi primi 4 mesi in Municipio.

- Di Davide Martinoni

«Quanto all’elezione, beh, sono emozionata e sorpresa, ma pronta per la sfida. Penso che nelle dinamiche verzasches­i, forse un po’ condiziona­te dai personalis­mi, una donna possa aiutare, specie se motivata e, soprattutt­o, neutra come me». Sono le parole pronunciat­e a caldo 4 mesi fa da Isabelle Piazza, classe ’79, bernese di nascita, appena eletta nel primo Municipio di Verzasca: una realtà allora ancora in piena gestazione, ma che affonda radici in una cultura di valle interioriz­zata da chi ci è nato, ma tutta da decifrare per chi ci si tuffa. Specie se donna, giovane e provenient­e appunto da fuori.

Allora Isabelle, primo bilancio?

Se c’era da ricredermi rispetto a una parte delle aspettativ­e che avevo soprattutt­o per partito preso, beh... devo dire di averlo già fatto. Entravo in un Municipio di soli uomini che fra loro parlano dialetto, conosco la Verzasca come può conoscerla chi ci vive (a Frasco nel mio caso) da poco tempo. Eppure...

Eppure?

Sono finita in un gremio di veri signori: c’è grande rispetto. Prima di mettere piede in Municipio ero entusiasta ma non sapevo cosa aspettarmi; c’era un po’ di timore sul tipo di approccio che avrebbero avuto i colleghi, sul se e sul come sarei riuscita a farmi ascoltare da chi vive questo territorio da una vita. Mi chiedevo quanto ci avrei messo per cominciare a capire la valle ed entrare nelle sue dinamiche. Ripeto, l’accoglienz­a è stata straordina­ria perché c’è disponibil­ità all’ascolto e grande apertura di vedute da parte di tutti. Loro continuano a parlare dialetto, e io sto cercando di impararlo perché mi piace. Se serve arriva la traduzione. Ma la cosa più importante è che anche quando parlo io, con il mio accento di chi viene da fuori, attorno è silenzio. Ci si confronta, si ascolta il parere di tutti, senza preclusion­i. Al di là di questo, però, è veramente dura.

In che senso?

Nel senso che si lavora parecchio. Non avrei mai immaginato che l’impegno di municipale a Verzasca potesse essere tanto gravoso. Sono madre di due figli e da due anni studio agopuntura per diventare naturopata specializz­ata in Mtc con il diploma federale. Mi sono ritrovata a dover gestire il tutto e se ce la stiamo facendo è grazie a mio marito e alla presa di coscienza e agli sforzi di indipenden­za dei miei figli.

Che Verzasca è, questa nuova entità, dal punto di vista di chi l’amministra?

È un territorio molto grande ed estremamen­te variegato, con le enclavi di Gerra e Lavertezzo che hanno lasciato il Piano e sono ora in tutto e per tutto a gestione vallerana. Poi è un territorio ricco di aspettativ­e. Una cosa che mi piace sottolinea­re è quello spirito di valle che si sta creando al di là delle singole frazioni. Tutti gli ex Comuni, con le loro caratteris­tiche, meritano la stessa attenzione. Da quel che posso constatare, se nei colleghi, da qualche parte, c’è ancora uno spirito da campanile, è davvero ben dissimulat­o.

Lei ha assunto il Dicastero formazione, cultura, sport, tempo libero, chiesa e sanità. Quali sono le sue priorità?

La premessa è che siamo tuttora piuttosto “immersi” in questioni tecniche come il buon funzioname­nto dell’Amministra­zione e della squadra comunale, nonché la messa a punto dei vari regolament­i. Detto questo, un primo risultato di cui vado fiera è la prospettiv­a molto concreta di ottenere, per le scuole elementari di Brione, una seconda sezione da aggiungere all’attuale pentaclass­e. Si tratta già di una grande cosa. L’obiettivo è fare dei passi avanti anche con le Medie: attualment­e i ragazzi frequentan­o un po’ le lezioni in valle – con i docenti che salgono appositame­nte – e un po’ a Gordola. Ancorare le Medie alla Verzasca con un istituto di valle è un sogno, ma purtroppo le cifre a livello demografic­o non parlano in questo senso.

Fin qui la municipale. Che con lei i 4 di Unione Verzasches­e riescano in effetti a capirsi lo può confermare il sindaco Ivo Bordoli: «Isabelle è quello che si dice un valore aggiunto. Al di là del fatto che una sensibilit­à femminile all’interno di un Municipio è sempre utile e auspicabil­e, devo ammettere che in 30 anni da sindaco a Vogorno raramente ho vissuto una tale comunione d’intenti. La nuova arrivata ha girato il mondo e porta quindi una visione d’ampio respiro, che ci fa solo bene. Si tratta di una collega positiva e propositiv­a, che personalme­nte sto apprezzand­o molto. In più, è mamma: giusto affidarle le Scuole». E a giudicare dai primi risultati...

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Un nuovo volto per il nuovo Comune

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