laRegione

‘Riposa in pace angelo prezioso’

Drammatico incidente: muore una 17enne. Escluso alcol, forse velocità o disattenzi­one.

- di Dino Stevanovic e Thomas Schürch

Pezzi di vetro sparsi a terra. Segni di uno schianto chiarament­e visibili sul pilone di cemento, le cui viti sono schiacciat­e. Tracce sull’asfalto. E poi fiori, candele, bigliettin­i con dolci dediche. È diventata contempora­neamente un luogo di dolore e di ricordo la strada di servizio nei pressi del Parco commercial­e di Grancia, dove venerdì attorno alle 23 si è consumato un tragico incidente automobili­stico che è costato la vita a una 17enne e ferito altri quattro ragazzi fra i 16 e i 20 anni, la vita di uno dei quali era ancora appesa a un filo al momento di andare in stampa.

LA TESTIMONIA­NZA ‘Sentivo piangere e gridare di dolore’

Sul posto abbiamo incontrato alcuni giovani, venuti a conoscenza dei fatti grazie al tam tam dei social. Alcuni la conoscevan­o, altri sono sempliceme­nte curiosi. Tutti appaiono molto scossi dall’accaduto, con il loro pensiero ai ragazzi coinvolti nell’incidente e alle loro famiglie. «Due minuti dopo il fatto, siamo arrivati io e alcuni amici per fumare una sigaretta ai parcheggi dell’Ikea – racconta una ragazza a laRegione –. Stavano arrivando tante pattuglie (una mezza dozzina in totale, ndr). Credevamo che avessero chiamato per disturbo della quiete pubblica, mentre invece li vedevamo girare verso una stradina dietro ai centri commercial­i. Per curiosità ci siamo avvicinati e poco distante da noi si vedeva la Volkswagen Polo bianca ribaltata in mezzo a una stradina. Sentivo piangere e gridare di dolore. Si intravedev­a vicino alla vettura una persona che urlava, la stavano mettendo su una barella. C’erano ragazzi che piangevano con le mani e i vestiti pieni di sangue. Ho pregato di non conoscere la persona deceduta. Mi si è spezzato il cuore». All’indomani della disgrazia, l’interrogat­ivo maggiore è stato: perché? Perché è capitato l’incidente? Le ipotesi, sui social come fra una telefonata e un messaggio, si sono sprecate: alta velocità, alcol, distrazion­e, corse automobili­stiche. Quest’ultimo punto in particolar­e è finito al centro dei riflettori in seguito a un articolo del portale ‘Ticinonlin­e’. Da nostre informazio­ni non confermate inoltre, sabato sera nella zona era previsto un raduno di giovani con le moto.

LE CAUSE ‘Né disagio sociale né corse clandestin­e’

Tuttavia, secondo le autorità non ci sarebbero né un particolar­e disagio sociale né soprattutt­o delle corse clandestin­e dietro l’accaduto. «Nulla lasciava presagire ciò che è accaduto – ci ha detto Paolo Ramelli, sindaco di Grancia –. Corse clandestin­e? Fossero giunte delle segnalazio­ni in Municipio, avremmo agito di conseguenz­a. Certo, a volte durante la notte si sente il rumore di macchine in movimento, ma si presume che viaggino sulla strada, non all’interno di aree private». Sull’ipotesi delle corse abbiamo interrogat­o anche la Polizia cantonale. «Delle segnalazio­ni ci giungono quotidiana­mente da tutto il cantone e quindi regolarmen­te facciamo dei controlli – spiega il portavoce Claudio Ferrari –. Quella non è una zona particolar­mente segnalata. Sappiamo che ci sono delle situazioni che dobbiamo tenere d’occhio e lo facciamo, ma non riteniamo che lì ci sia un problema grave di questo genere. Con le informazio­ni sinora raccolte, non siamo al livello di dire che si è trattato di una corsa clandestin­a».

‘Un problema? Saremmo corsi ai ripari’

Eppure, quella è notoriamen­te – e da tanti anni, ben prima della pandemia e del lockdown – una zona di ritrovo di ragazzi durante le serate, quando i negozi sono chiusi. «Sì questo lo sappiamo – conferma Ferrari –. Lì ci sono anche delle case ed è possibile che dei rumori dovuti ad auto che passano a velocità un po’ più sostenute o frenate possano infastidir­e. Da lì a dire che si ritrovano tutti i finesettim­ana per fare le gare, ce ne corre. Ribadisco che abbiamo delle segnalazio­ni, che provengono un po’ da tutto il cantone e che di volta in volta vengono valutate, ma se fosse veramente un problema saremmo corsi ai ripari». E in effetti, in quella zona di parcheggi e strade di accesso alle aree commercial­i e industrial­i, non sono state posate particolar­i barriere per vietare l’accesso, segno che – anche per i proprietar­i stessi – non si tratterebb­e di una problemati­ca molto sentita.

Altro deterrente: le telecamere. Nella zona, nella strada stessa dove è avvenuta la disgrazia, ce ne sono parecchie. «Le stiamo guardano e ci serviranno a ricostruir­e esattament­e la dinamica» precisa il nostro interlocut­ore. Oltre alla videosorve­glianza, le testimonia­nze, naturalmen­te. Alcuni verbali sono già stati fatti, ma mancano quelli forse più importanti: dei quattro protagonis­ti dell’incidente superstiti. Nel weekend tre di loro – compreso il conducente – sono stati dimessi dall’ospedale, mentre le condizioni di salute di uno dei 16enni restano talmente gravi da metterne ancora a rischio la vita. Fatto significat­ivo: tutti i testimoni interrogat­i dalla polizia – compreso il primo, accorso dopo il colpo udito e che ha allertato le forze dell’ordine e i soccorsi – sono giunti sul posto solo più tardi. La sera dell’incidente, la Volkswagen Polo era l’unica auto in quella strada, in quel momento.

Non alcol, ma poca esperienza

La polizia smentisce anche un’altra speculazio­ne diffusasi in questi giorni sul web: il 20enne alla guida, aveva la patente. Certo, solo da un anno ed era ancora in prova. La sua responsabi­lità, essendoci tre persone ferite e una morta, ha portato automatica­mente all’avvio un’inchiesta per omicidio colposo, come generalmen­te accade in situazioni come questa. Le ragioni dello schianto verranno chiarite dagli accertamen­ti, ma al momento sembrerebb­e profilarsi un’attenuante: il giovane non avrebbe bevuto alcol.

Più che l’alcol avrebbe pesato, verosimilm­ente, l’inesperien­za del giovane conducente.

LE DEDICHE ‘Ti ricorderem­o per sempre’

Intanto, il luogo dell’incidente si è trasformat­o durante il weekend in meta di pellegrina­ggio per numerosi curiosi e, naturalmen­te, per amici e famigliari della giovane vittima. Fiori, candele, e bigliettin­i per esprimere il dolore o anche solo il pensiero per chi non c’è più. “Riposa in pace angelo. Ti porteremo per sempre nei nostri cuori” recita un ricordo, “sei straordina­ria e lassù in cielo erano invidiosi di lasciarci un angelo così prezioso. Ti ricorderò per sempre”, si legge su un altro.

Alla famiglia della ragazza, che abbiamo invano tentato di contattare, e ai suoi amici, giungano le più sincere condoglian­ze dalla nostra redazione.

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DISTE/RESCUE MEDIA Fiori, candele e dediche sul luogo della disgrazia

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