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Addio a Erriquez, anima della Bandabardò

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Un’esplosione di vitalità, gioia di suonare, cantare e ballare assieme superando le barriere etniche e culturali. Era questo e altro Enrico Greppi, in arte Erriquez, volto e anima della Bandabardò, morto nella sua abitazione di Fiesole. A portarlo alla morte, a 60 anni, una lunga malattia che però non aveva fermato la sua voglia di continuare a lasciare il segno nella musica e di mandare un messaggio di unione tra le persone, nel segno dell’allegria e della solidariet­à. Con le sue note, capelli lunghi e barba intrecciat­a, ha riempito di passione tanti 25 aprile e 1º maggio, superando anche la barriera del tempo che ha visto cambiare gusti musicali e modo di stare assieme. Molto riservato ma solare, Erriquez si è anche battuto da sempre nel sociale sposando le cause dei più deboli.

“Non ho rimorsi, non ho rimpianti, la mia vita è stata tutta un’avventura”, scriveva nel suo ultimo messaggio sui social. E a ripercorre­re questa vita non si può che dargli ragione. L’infanzia in Toscana, poi l’adolescenz­a a Bruxelles e in Lussemburg­o, dove impara le lingua e la capacità di mescolarsi con gente di tutto il mondo. Figlio d’arte, impara a suonare il violino in Conservato­rio, che però lascia ben presto per avvicinars­i al rock, la sua passione. Sono gli anni dei Pink Floyd, dei Jethro Tull, a cui si ispira, insieme ai grandi cantautori italiani, a partire da De André. Abbraccia quindi la chitarra, che lo accompagne­rà poi nella sua avventura con la Bandabardò. Un gruppo nato nel 1993, e così chiamato in onore di Brigitte Bardot, per celebrare la bellezza, quando Erriquez incontra Finaz, virtuoso della chitarra prima elettrica, poi acustica. Sono loro a creare la base dei quasi trentennal­i successi del gruppo. A partire dall’album di esordio ‘Il circo mangione’, con cui la band si fa conoscere in Toscana e non solo, fino a ‘Iniziali Bì-Bì’, ‘Mojito Football Club’ e ‘Bondo! Bondo!’ che nel 2002 decreta il successo internazio­nale del gruppo. Album, tour e serate di beneficenz­a fino a quel 7 dicembre 2018 quando al Nelson Mandela Forum tanti colleghi, da Max Gazzè a Carmen Consoli, dai Modena City Ramblers a Piero Pelù, festeggian­o con un grande concerto i 25 anni della banda.

“Attenzione, concentraz­ione, ritmo e vitalità”, il ritornello che tutti ricordano di ‘Se mi rilasso collasso’. “Ogni storia ha una sua vita e ogni vita ha mille storie. La mia vita è stata musica che accade, incontri di popoli, magie, racconti, mille soli splendenti e vento in faccia”, scriveva ancora nel suo ultimo post ricordando la sua banda dai mille colori. Come si legge aprendo il sito ufficiale della Bandabardò: “Il più scatenato, reboante e colorato gruppo folk italiano”.

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PAOLO PISCOLLA ‘Se mi rilasso collasso’

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