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Suoni del passato

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L’Avana – Cuba è pronta a cooperare con gli Stati Uniti per indagare sui misteriosi “attacchi sonori” che in passato sarebbero stati diretti contro diplomatic­i Usa in servizio all’Avana, secondo un’accusa formulata da Donald Trump quando guidava la Casa Bianca. La presa di posizione cubana è giunta dopo le recenti rivelazion­i negli Usa secondo le quali le accuse di Trump sulla vicenda emersa nel 2016 erano “viziate da cattiva gestione”, secondo quanto reso noto giorni fa dal National Security Archive della George Washington University. Quegli “attacchi sonori” che colpirono anche diplomatic­i canadesi, ma che fino ad ora non sono stati provati, furono utilizzati dalla Casa Bianca come uno dei motivi per la decisione di applicare a Cuba sanzioni unilateral­i. Fra le altre misure adottate dal governo di Trump, vi furono il ritiro del personale diplomatic­o da L’Avana e la chiusura dei servizi consolari, che ancora persiste. Il materiale declassifi­cato di recente svela che, per quanto riguarda gli eventi del 2016 e 2017, il Dipartimen­to di Stato aveva “leadership carente, e mancanza di coordiname­nto e di rispetto delle procedure stabilite”.

Reagendo a queste informazio­ni, il presidente cubano, Miguel Díaz-Canel, ha sostenuto via Twitter che “i presunti attacchi acustici sono serviti da pretesto al governo di Trump per accusarci senza prove e danneggiar­e così i rapporti tra i due Paesi. Ma ora la verità sta venendo a galla”. Da parte sua il ministro degli Esteri, Bruno Rodríguez ha dichiarato che “un giorno si saprà cosa veramente sia successo e cosa invece no”. Il capo della diplomazia dell’Avana ha infine invitato Washington ad una collaboraz­ione bilaterale per “chiarire” la questione che ha avvelenato di recente le relazioni bilaterali.

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