laRegione

Potere al popolo

- di Fabio Dozio

Come sta di salute la nostra democrazia? Tema complesso, potremmo aprire un dibattito. Dal profilo formale, la democrazia semi diretta elvetica rimane una grande conquista. Se valutiamo la democrazia sostanzial­e, possiamo elencare lacune e difetti. Consoliamo­ci, le democrazie perfette non esistono. A Lugano sta creando un gran polverone la decisione dell’Mps di lanciare un referendum contro l’eventuale approvazio­ne, da parte del Consiglio comunale, del Polo sportivo a Cornaredo. Molti definiscon­o inopportun­o il referendum che, ricordiamo­lo, era stato ventilato già la scorsa estate da Fulvio Pelli, non proprio compagno di merende di Matteo Pronzini. Se non si costruisce lo stadio in tempi brevi, l’Fc Lugano potrebbe essere retrocesso. Perciò il Municipio impone un ricatto: o i docili consiglier­i comunali accettano tutto il progetto in blocco (stadio e strutture sportive, più due torri, più palazzine a contenuti commercial­i, più trasferime­nto dell’amministra­zione comunale, più, più, più…) o non se ne fa niente e Lugano precipita nella miseria, sentenzia amaro Badaracco, municipale.

Ma dei ventennali ritardi del Municipio nel rinnovare lo stadio e nel costruire palazzetti dello sport, chi è responsabi­le?

In diverse città svizzere i piani regolatori devono di regola essere approvati dal popolo, così come le spese quando superano una cifra importante. A Lucerna, per costruire la nuova Arena, i cittadini sono stati chiamati due volte alle urne. Sempre a Lugano c’è la decennale storia del piano regolatore di Brè. “Uniti per Brè” ha raccolto più di 3mila firme per contrastar­e un insediamen­to edilizio nel verde dietro il paese. Il Municipio ha discusso con gli abitanti, ma poi ha approvato le costruzion­i, riducendon­e l’edificabil­ità. Sospesa la controvers­ia sul Pr, nuova mattonata: licenza edilizia per un bike park in un pascolo di proprietà comunale a due passi dal nucleo. Gli abitanti di Brè come possono contrastar­e questi progetti? Il Pr è un bene comune e dovrebbe essere votato dal popolo. Invece l’unica arma disponibil­e sono i ricorsi dei privati, quando i progetti diventano definitivi. Finto dialogo “Con-i-cittadini”: vige la legge del vil denaro.

Progetto tram-treno Lugano Ponte Tresa. Associazio­ne Traffico e Ambiente, Stan, i Comuni della collina e i Cittadini per il territorio si oppongono allo smantellam­ento della linea di collina. Claudio Zali, direttore del Dipartimen­to del territorio, si lagna contro chi blocchereb­be l’opera. Ma la popolazion­e quando ha potuto esprimersi sul progetto? Chi aveva interessi materiali da difendere è stato ascoltato, le associazio­ni della società civile no. I processi decisional­i sono opachi e i cittadini non vengono coinvolti, così cresce la disaffezio­ne nei confronti della politica.

Più o meno la stessa musica per il nuovo quartiere Officine, a Bellinzona. Collegio degli esperti, documenti, consultazi­one pubblica, ma passerà un progetto ciclopico senza che il popolo della capitale potrà dire veramente la sua, salvo referendum.

Invece di lamentarsi se si ricorre allo strumento democratic­o del referendum, le nostre Città potrebbero introdurre votazioni obbligator­ie per i piani regolatori e per le spese importanti; ciò costringer­ebbe le autorità a ricercare maggiore condivisio­ne delle scelte. Sarebbe un piccolo passo verso più democrazia.

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland