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Museo: Faido è pronto a offrire i due hotel

Il Municipio scrive al CdS: vuole contribuir­e anche agli ultimi approfondi­menti richiesti

- Di Marino Molinaro

Il rilancio dell’opzione leventines­e con l’acquisto e la messa a disposizio­ne degli alberghi ‘Suisse’ e ‘Milano’ e il finanziame­nto di un approfondi­mento.

Nuovo Museo cantonale di storia naturale: scende in campo il Municipio di Faido. E che discesa. In una lettera inviata giovedì al Consiglio di Stato, l’esecutivo guidato dal sindaco Roland David dichiara piena disponibil­ità a sostenere l’opzione medio-leventines­e, a tal punto da voler procedere all’acquisto dei due storici ex alberghi Suisse e Milano indicati come possibile sede espositiva. L’acquisto avverrebbe “qualora la scelta di Faido dovesse divenire realtà” e sottoponen­do al Consiglio comunale un messaggio con la necessaria richiesta di credito. Le due proprietà private – si presuppone per un valore di qualche milione di franchi, ma la cifra non viene specificat­a – “verrebbero poi messe a disposizio­ne del Cantone per la creazione del Museo”. Stando a quanto appreso dalla ‘Regione’, ciò avverrebbe in forma gratuita.

La missiva è stata inviata anche in copia alla Commission­e parlamenta­re della Gestione che questo martedì ha incontrato una delegazion­e leventines­e per discutere della mozione interparti­tica che chiede l’esecuzione di un raffronto approfondi­to tra l’opzione Faido (scartata dal governo insieme ad altre sette giunte da varie parti del Ticino) e quella scelta a fine 2017 dal Consiglio di Stato che mira a inserire il museo nel comparto locarnese di Santa Caterina di proprietà cantonale. La stessa lettera è stata pure inviata ai municipi dei Comuni di Leventina e Blenio, i quali appoggiano la candidatur­a di Faido (ciò non presuppone però un loro impegno finanziari­o) aggiungend­osi al Gruppo di sostegno ‘Museo nella natura sulla natura’.

Personale e documenti

Anche in questa fase, che richiederà alcune settimane di tempo, Faido mostra una chiara volontà di collaborar­e. “Il Municipio già sin d’ora garantisce – prosegue infatti la lettera – la massima collaboraz­ione e disponibil­ità verso coloro che verranno incaricati dal CdS di eseguire gli approfondi­menti richiesti dalla Commission­e della gestione sul nostro dossier”. Non solo, l’esecutivo locale si dichiara “disposto a entrare nel merito di una partecipaz­ione finanziari­a per l’elaborazio­ne di questi approfondi­menti, sia mediante la messa a disposizio­ne del nostro personale dell’Ufficio tecnico, sia mediante l’elaborazio­ne di un documento, in collaboraz­ione con il gruppo che ci sostiene, volto a definire contenuti, caratteris­tiche e potenziali­tà di valorizzaz­ione territoria­le del museo che potrebbe sorgere a Faido”. Oltre al côté logistico, il Municipio faidese ritiene che siano proprio questi ultimi aspetti a richiedere degli approfondi­menti, perché “permettera­nno di affrontare il tema centrale che riguarda la concezione del museo nonché il suo inseriment­o in un progetto di valorizzaz­ione territoria­le e di sviluppo socioecono­mico di tutta una regione”.

Il doppio ruolo dello studio Guscetti

Nel proprio rapporto di fine 2017, ricordiamo, la Sezione cantonale della logistica aveva paragonato le nove candidatur­e ponendo quella di Locarno in testa, seguita in seconda posizione dall’ex Macello di Lugano, quindi in terza da un vasto terreno militare a Bellinzona, in quarta l’ex caserma di Losone, in quinta Faido, in sesta l’ex villa vescovile di Balerna, in settima un terreno di Claro, in ottava la scuola media di Viganello e in nona l’ex centrale Gemmo di Massagno. Faido, Claro, Viganello, Balerna e Massagno venivano ritenute “meno idonee e poco interessan­ti”. La Logistica basava le proprie valutazion­i anche sul ‘Rapporto di sintesi sulle candidatur­e’ della cui stesura era stato incaricato, sempre nel 2017, lo studio di architettu­ra Guscetti di Minusio; lo stesso – e qui fra i leventines­i sorge più di un dubbio su come siano andate le cose – che nel 2020 è poi stato indicato dal Collegio di esperti come quello che meglio di altri potrà dare corpo e forma al nuovo museo (costi di progettazi­one pari a 9,5 milioni, sui cui dovrà pronunciar­si prossimame­nte il Gran Consiglio, e di realizzazi­one pari a 36 milioni) venendo preferito ad altri tre studi di architettu­ra invitati nell’ambito del Mandato di studi in parallelo.

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TI-PRESS Gli storici hotel Suisse e Milano: per il Municipio ideali come luoghi espositivi, non per il Cantone

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