Minori respinti e in balìa dei trafficanti
Appello di Save the Children all’Unione europea
Belgrado – Save the Children ha denunciato il dramma di centinaia di minori non accompagnati e bambini con le loro famiglie intrappolati lungo la rotta balcanica, vittime dei respingimenti dei Paesi europei e dello sfruttamento dei trafficanti. In occasione della missione della Commissaria Ue per gli Affari Interni Ylva Johansson in Bosnia-Erzegovina e Albania, l’Ong ha lanciato un appello all’Unione europea perché vengano assicurate subito le misure di protezione necessarie a tutti i minori migranti, ai confini esterni e interni dell’Europa così come all’interno dei suoi stessi Paesi.
In un comunicato, Save the Children afferma che “migranti e rifugiati, compresi 500 minori non accompagnati identificati e 400 bambini con le loro famiglie che si trovano in Bosnia-Erzegovina, sono intrappolati lungo la rotta balcanica nel tentativo di raggiungere l’Europa occidentale, sempre più esposti a gravi rischi a causa di trafficanti e sfruttatori, ma anche delle autorità di frontiera”.
Abusi anche ai confini interni
I controlli sempre più stringenti e i respingimenti sia ai confini esterni della Ue che a quelli interni – aggiunge Save the Children – “hanno infatti portato a un aumento di violenze e altri abusi nei confronti dei minori e di altri soggetti vulnerabili”.
L’organizzazione si appella quindi all’Ue. E chiede che “le riforme della legislazione europea sull’immigrazione e l’asilo (fra cui quella del Regolamento di Dublino), in particolar modo per quanto riguarda la condivisione della responsabilità tra Stati rispetto agli arrivi di richiedenti asilo, diano risposte alla sofferenza e ai gravi rischi che questi minori stanno correndo per cercare salvezza in Europa, in molti casi per riunificarsi con i loro famigliari che vivono già in un paese europeo”. «I respingimenti dei migranti, tra cui quelli dei minori non accompagnati e delle famiglie con bambini, non avvengono solo ai confini esterni dell’Unione europea ma anche alle frontiere tra i Paesi Membri, come nel caso dei confini tra Italia e Slovenia, e tra Slovenia e Croazia, tra gli altri» ha dichiarato Anita Bay Bundegaard, direttrice di Save the Children Europe.
«È urgente – ha aggiunto – che l’Unione europea e gli Stati membri mettano fine ai respingimenti illegali e diano priorità alla protezione dei minori nelle aree di frontiera, garantendo un corretto accertamento dell’età, protezione e sicurezza per i minori, e consentano un meccanismo regolare e indipendente per la denuncia delle violazioni che sia loro accessibile».