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Polo sportivo, botta e risposta

L’Mps attacca: ‘Un ricatto da 350 milioni’. Zanini Barzaghi: ‘Cifra inventata, ne costa 220’.

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Polo sportivo e degli eventi: il Movimento per il socialismo (Mps) torna all’attacco dopo la conferenza stampa di giovedì del Municipio di Lugano. Lo fa con una nota stampa dura sentendosi preso di mira dall’esecutivo. Una nota che registra un fatto oramai noto: il progetto non si può spacchetta­re lasciando fuori i contenuti non sportivi come pretende il Plr, invitato esplicitam­ente a sostenere il lancio del referendum quale “unica scelta coerente, dopo aver giustament­e criticato e sottolinea­to l’insostenib­ilità finanziari­a di questo progetto”. Ieri il sindaco di Lugano in merito al referendum che è pronto a lanciare l’Mps, se il Consiglio comunale accogliess­e il messaggio nella seduta del 29 marzo (e se riuscisse), ha sempliceme­nte detto che «lo affrontere­mo nel rispetto della democrazia». Da noi raggiunta la municipale di Lugano Cristina Zanini Barzaghi, titolare del Dicastero Immobili lo ribadisce: «Non mi spaventa assolutame­nte, personalme­nte ho già vissuto quello per la rinaturazi­one della foce del Cassarate». Di sicuro, a giudicare dai toni delle reazioni, l’infopoint dell’esecutivo cittadino non ha fatto altro che gettare benzina sul fuoco su un argomento diventato il pomo della discordia in questa campagna elettorale.

Multifunzi­onalità nata dieci anni fa

Il Movimento per il socialismo sostiene che «o passano gli interessi degli investitor­i privati, a scapito di quelli presenti e futuri della collettivi­tà luganese, oppure sarà il cataclisma, soprattutt­o sportivo, con la relegazion­e del Fc Lugano in Challenge League. Va innanzitut­to ricordato che i responsabi­li di questa configuraz­ione, se effettivam­ente essa esiste, sono esclusivam­ente le autorità politiche luganesi, le quali, come ammesso nella stessa conferenza stampa, è da dieci anni che lavorano sul progetto e riescono ad arrivare a mezzanotte meno uno con un progetto speculativ­o e inaccettab­ile, oltretutto scandalizz­andosi e vilipenden­do coloro che intendono usare i diritti democratic­i fondamenta­li». In realtà, ribatte la municipale socialista, «di offerte al concorso pubblico ne sono giunte soltanto due, una in tre classatori, l’altra dentro una busta A4... L’idea di multifunzi­onalità del progetto nasce da molto lontano, quando venne deciso di indire un concorso pubblico. Prima, nel 2010-2011, venne presentata una domanda di costruzion­e per completare e migliorare lo stadio cercando di metterlo a norma con le disposizio­ni di allora della Swiss Football League (oggi decisament­e più restrittiv­e) e si calcolò una spesa di una cinquantin­a di milioni di franchi. Come emerge dai verbali delle discussion­i in Municipio di dieci anni fa, poi si decise che non si poteva né voleva fare lo stadio e basta, perciò venne deciso di proporre un’opera multifunzi­onale. Tanto che nella variante di Pr sono presenti non solo contenuti sportivi ma anche altri per riqualific­are il comparto e renderlo vivo tutta la settimana non solo nel fine settimana quando c’è la partita di calcio».

E il progetto escluso? Non si può Dopo il 2013 come avete proceduto in Municipio? «Pur confrontat­o con grossi problemi finanziari, si è ripreso il progetto consolidan­do la tanto criticata multifunzi­onalità, che oggi viene addirittur­a consigliat­a vivamente dalla Confederaz­ione con l’invito alla mescolanza di contenuti – risponde Zanini Barzaghi –. Da allora, la questione non è più stata messa in discussion­e (fino a un paio di anni fa). Già allora l’idea era di realizzare il tutto attraverso un Partenaria­to pubblico-privato (Ppp)». Eppure, anche l’Mps torna a parlare del progetto presentato al Municipio dal costo “di 58,8 milioni di franchi, chiavi in mano per la costruzion­e dello stadio, riattivabi­le in tempi stretti, ampliament­i sufficient­i per rispettare la scadenza della Swiss Football League!". Dimentica (volutament­e?) il fatto che tale progetto, ribatte Zanini Barzaghi, «è stato escluso perché non ha rispettato le condizioni poste dal bando di concorso, è una proposta sommaria e lacunosa, una cattedrale nel deserto di dubbia qualità senza servizi annessi. Di scempi ne abbiamo già abbastanza in Ticino. Si continua nella comparazio­ne di mele con pere. La Città crede in un progetto di qualità, scaturito da un concorso pubblico, che crea posti di lavoro pubblici per la sua gestione, offre spazi di sport e svago per i nostri giovani e nuove aree verdi fruibili per tutti». Come annunciato non si teme nemmeno un aumento del moltiplica­tore d’imposta.

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CITTÀ DI LUGANO/INFOGRAFIC­A LAREGIONE Il rendering con le 3 fasi del progetto e le relative spese

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