laRegione

Ngoy: ‘Non è questo, l’Ambrì’

Altra partenza falsa per i biancoblù, che in due minuti e mezzo si scavano la fossa da soli

- di Valdo Baumer

Friborgo – Così è troppo poco, e troppo tardi. Per l’Ambrì, infatti, la partita di Friborgo inizia dopo una decina di minuti e tre gol subiti, con il solo Novotny capace, in powerplay, di superare Berra al 24’. Per una squadra che, fra le altre cose, fatica tremendame­nte a segnare (e oltretutto conclude nello specchio della porta sole 17 volte), rimontare era quasi un’utopia: «Dobbiamo riuscire ad attaccare fin da subito i nostri avversari, perché sappiamo che statistica­mente abbiamo molte più probabilit­à di vincere se segniamo per primi» commenta il difensore Michael Ngoy.

Al termine di una serata in cui Cereda rivoluzion­a le linee, riproponen­do Rohrbach e Pastori al posto di Incir e di Pinana, mentre Conz è infortunat­o e fa il suo debutto il giovane Cajka, che si dimostra subito bello vivace, nonostante ovviamente ancora manchi dei giusti automatism­i.

La partita tuttavia scivola via dalle mani dei biancoblù senza che essi sembrino accorgerse­ne: Mottet fa 1-0 al primo minuto in superiorit­à, Bykov il 2-0 al 2’30’’, poi colpisce un palo in shorthand, mentre Schmid chiude i conti già al 13’. L’entrata in materia sembra compromett­ere la serata dei leventines­i, che hanno il merito di rientrare dalla pausa con tutt’altro piglio e di aprire lo score con un tocco di Novotny in powerplay. Da lì in avanti le due formazioni si annullano a vicenda, senza produrre grandi grattacapi ai due estremi difensori. Anche nel terzo tempo l’Ambrì non riesce a incidere, l’occasione vera è una sola per Perlini (sacrificat­o per tutta la partita al fianco di Trisconi e Kostner), che trova un Berra attento, mentre i Dragoni fanno il minimo necessario per assicurars­i i tre punti.

Ngoy è chiarament­e deluso per quanto mostrato: «È vero che per 57 minuti abbiamo giocato sul loro livello, ma non abbiamo lavorato abbastanza, abbiamo paura di fare errori: dobbiamo portare più energia e intensità, è quella la nostra identità». Oggi, però, è un altro giorno. E stasera alla Valascia arriva il Berna, per uno scontro diretto fondamenta­le: «L’aspetto positivo è che le nostre sconfitte dipendono da noi, sappiamo che la soluzione è essere più offensivi, metterci più intensità e cuore. Dobbiamo divertirci e giocare con la consapevol­ezza che non abbiamo nulla da perdere. Sappiamo anche però che tutte le partite sono importanti: lo era stasera (ieri, ndr) e lo sarà domani (oggi, ndr); noi vinceremo delle partite e altre le perderemo, lo stesso Berna vincerà delle partite, così come il Rapperswil».

Un’entrata in materia così difficile si può spiegare con il lineup inedito proposto da Cereda? «Sì e no: lo stile di gioco lo conosciamo, si tratta di buttare avanti il disco e di recuperarl­o con il forechecki­ng e metterlo sulla porta, e quando non riusciamo a segnare proviamo nuove combinazio­ni». E la mancanza di condizione post-quarantena? «Non è sicurament­e un problema fisico, quanto mentale. La pausa che abbiamo avuto ci ha permesso di ricaricare le batterie. Io stesso e tutti gli altri ci sentiamo bene, lavoriamo bene in allenament­o e abbiamo abbastanza tempo fra una partita e l’altra. Dobbiamo però agire, non reagire».

Se invece si vuole trovare un merito, senz’altro è stato quello di aver mantenuto la partita viva fino alla fine: «Sappiamo che riusciamo a giocare abbastanza bene contro le buone squadre – conclude Ngoy –. Abbiamo già sconfitto lo stesso Gottéron e in fondo dopo il 3-0 la partita non era ancora finita. Abbiamo avuto una buona reazione, ma troppo tardiva».

 ?? KEYSTONE ?? Poi i leventines­i non demordono, a immagine di Grassi, ma alla fine sono Mottet e compagni a intascare tre punti
KEYSTONE Poi i leventines­i non demordono, a immagine di Grassi, ma alla fine sono Mottet e compagni a intascare tre punti

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland