Cronaca di un disastro annunciato
La linea ferroviaria per Luino è problematica e pericolosa. Con il mio collaboratore, che da Luino viene a Bellinzona in treno da otto anni, seguiamo l’evoluzione con preoccupazione. Purtroppo, negli ultimi anni la situazione si è fatta insostenibile a causa di ritardi, incidenti, malfunzionamento dei segnali, soppressioni e scoscendimenti. La frana di Maccagno del 31 gennaio scorso è soltanto l’ultimo avvertimento.
Ho letto vari articoli in merito e in uno ho trovato una frase, forse un po’ ingenua, che mi ha colpito: “Non vogliamo essere catastrofici, ma se avvenisse un incidente, nella migliore delle ipotesi solo inquinante, ma che potrebbe anche rivelarsi mortale per qualcuno…”. Seppur duro da pensare, se in un incidente ferroviario morissero ‘solo’ alcune persone, lo scandalo e l’indignazione permetterebbe probabilmente di evitare un disastro infinitamente più grave e duraturo nel tempo.
Un inquinamento a bordo lago può avere conseguenze gravi per la comunità, per l’ecosistema, danni incalcolabili, che tutti pagheremmo per un tempo indeterminato. Chiediamo ai pompieri cosa significherebbe il riversamento nel lago, ad esempio, di un vagone cisterna pieno di cloruro di vinile… I comuni rivieraschi pescano l’acqua da lago per la distribuzione di acqua potabile, l’acqua del lago alimenta campi e risaie di tutta la Pianura Padana fino alla foce del Po. “… io sono rinnovabile; l’umanità e l’ecosistema no” (Nassim Taleb, Rischiare grosso). Lungo la linea di Luino il terreno è instabile, frane e scoscendimenti sono frequenti. Il pericolo che una frana colpisca e faccia deragliare un convoglio passeggeri Tilo di cento metri – che transita una volta all’ora e solo nelle ore diurne – non è remoto. L’esposizione al pericolo sale vertiginosamente per i treni merci di quasi mille metri che transitano senza sosta ventiquattro ore al giorno. Aggiungiamo l’elevato peso dei convogli merci, sommati alla loro lunghezza che sollecitano ininterrottamente l’infrastruttura ottocentesca e, attraverso le vibrazioni, anche le aree circostanti.
Si continua a parlare di disagi puntuali come il rumore e le crepe nelle case, ma l’insonnia di qualche cittadino è ben poca cosa rispetto all’incubo che un danno ambientale di portata sconosciuta causerebbe a tutta la comunità. Chi sarà disposto ad accollarsi la responsabilità di un disastro ecologico al bacino idrologico del Verbano? Se non si annuncia nessuno, i treni merci vanno fermati ora, nell’attesa di realizzare un piano d’azione di messa in sicurezza della linea ferroviaria.