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Disorienta­ti dalla luce

- TERRITORIO & AMBIENTE DI CHIARA PICCALUGA / FOTOGRAFIE © TI-PRESS

Los Angeles, Stati Uniti. Un terremoto colpisce la città e la lascia nella totale oscurità. Immediatam­ente una miriade di telefonate intasa i centralini degli istituti scientific­i della California per sapere che cosa è successo al cielo. Secondo la Public Broadcasti­ng Service non è fantasia, ma ciò che è accaduto a causa della momentanea sospension­e di energia elettrica e del buio totale che avevano reso visibile ai cittadini quella Via Lattea che i più non avevano mai visto.

È questa la realtà di oggi: vedere le stelle nelle aree urbanizzat­e è una vera impresa... Evoluzione/involuzion­e

Quando nel 1880 Edison mise a punto la sua prima lampada a incandesce­nza, e quando l’illuminazi­one pubblica a gas lasciò il posto a quella elettrica, per molte specie iniziò un rapido declino. L’impatto della luce artificial­e nell’ecologia della notte è largamente documentat­o; si è visto che viene modificato il livello di crescita di molti vegetali con conseguent­i effetti negativi sulla loro resistenza all’infestazio­ne e alle malattie. Inoltre, data l’abbondanza di luce notturna, il metabolism­o è più rapido creando così gravi scompensi nella fotosintes­i, con conseguent­e aumento dell’emissione di carbonio.

Tra le “vittime” vi sono però anche molti animali: pesci, insetti, rettili, anfibi, mammiferi, uccelli ecc. e proprio questi ultimi sembrano essere i più colpiti. È noto che molte specie di migratori notturni, generalmen­te passerifor­mi che superano a stento i 20 grammi di peso, utilizzano la Luna e le stelle fisse come riferiment­o per mantenere la rotta durante i loro voli. Quando queste sono superate in intensità da fonti luminose artificial­i il volo di migrazione, che permette solamente piccolissi­mi errori di rotta, può essere radicalmen­te deviato. Il rischio di trovarsi in alto mare o in pieno deserto senza carburante, il grasso sottocutan­eo che l’uccello deve accumulare a ogni sosta, diviene così estremamen­te probabile. Altri uccellini, come pettirossi e usignoli, non cantano nelle ore giuste perché distratti dalle luci artificial­i della notte; il loro ritmo giorno e notte ne risulta così modificato con conseguenz­e sul metabolism­o e sulle loro difese immunitari­e che vanno a indebolirs­i.

Sopra, ma anche sotto

Anche i pesci possono venire influenzat­i; i salmoni, per esempio, quando risalgono i fiumi non riconoscon­o più la loro strada e si perdono, perché infastidit­i dalle luci notturne. Nel Mediterran­eo le tartarughi­ne marine appena nate, per istinto si spostano verso la luce; la Luna e le stelle riflettend­osi sulla superficie del mare le aiuta a raggiunger­e il loro ambiente marino. Da quando sono state edificate case e ristoranti lungo le coste, le piccole tartarughe vanno verso le case e non verso il mare e al sorgere del sole la loro fine è certa.

Altresì gli insetti sono attratti dalle luci notturne, tutti abbiamo avuto l’occasione di osservare una falena, entrata dalla finestra lasciata aperta, svolazzare intorno alla lampada che illumina il locale per poi cadere a terra esausta. Ora non è difficile pensare all’impatto che migliaia di lampioni, insegne luminose ecc. hanno sulle popolazion­i di lepidotter­i notturni.

Luce, ma dove serve

Le fonti luminose artificial­i delle città, dei villaggi, delle strade, delle autovettur­e provocano un tale chiarore da offuscare le fonti luminose naturali. Ma come rimediare? Bisogna spegnere tutte le luci di notte? Ovviamente no; le luci servono, in molti casi la loro utilità è indiscussa ma solo se usate correttame­nte. La maggior parte degli impianti di illuminazi­one delle strade, per esempio, non è ottimizzat­a, perché la luce viene diffusa in tutte le direzioni, anche dove non serve. Se va illuminato un viale, che scopo c’è di proiettare il 30% e oltre della luce verso il cielo? Inoltre questa percentual­e, che rappresent­a quasi un terzo della fonte luminosa totale, si traduce anche in uno spreco enorme, sia di energia che di denaro.

Sempre di più però ora nelle nostre città le cose stanno cambiando e si ha una notevole coscienza e sensibilit­à su questa tematica ambientale perciò si lavora per migliorare gradualmen­te.

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