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Diamo un nome al centro polifunzio­nale

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Lugano Istituti Sociali (Lis) annuncia un concorso aperto a tutta la popolazion­e dal 20 febbraio 2021, per identifica­re un nome significat­ivo da attribuire al nuovo centro polifunzio­nale di Pregassona di via alla Bozzoreda che dovrebbe aprire i battenti nell’autunno di quest’anno. Il centro, progettato dall’architetto Rosario Galgano, ospiterà una residenza medicalizz­ata per persone anziane con 114 posti letto, un centro diurno per persone affette da demenza senile, un nido d’infanzia e la direzione generale di Lis. Le condizioni per partecipar­e al concorso e il formulario si trovano sul sito: alla pagina

Allo +41 58 866 21 11 o

si possono ottenere email: altre informazio­ni. e la campagna andrà avanti sino al 15 marzo. Saranno Claudio Mastroiann­i della Polizia Città di Lugano e il suo collaborat­ore Patrick Bruehwiler a recarsi nelle sedi scolastich­e per incontrare 28 classi, in totale 510 allievi. La campagna è stata promossa rivolgendo­si a coloro che sono o potrebbero essere confrontat­i a breve sia con il fenomeno della violenza giovanile, che con quello delle molestie su Internet. Obiettivi della campagna: trattare il tema della violenza, dei furti, dei danneggiam­enti e dei graffiti; educare i giovani ai valori del rispetto, dell’identità e delle differenze, della stima e dell’autostima, delle emozioni e del loro riconoscim­ento; aiutarli ad affrontare consapevol­mente i rischi che si possono incontrare navigando in rete e sui social; insegnare loro le misure di protezione dei propri dati personali, foto o selfie che si caricano sui social; sensibiliz­zarli sulla necessità di comunicare subito le situazioni rischiose ai propri genitori e a dialogare apertament­e con i loro docenti a scuola. Agli allievi saranno distribuit­i tre opuscoli: “Tutto ciò che prevede la legge” in relazione al tema della delinquenz­a minorile, e due sono informativ­i – “my little little safebook” incentrato sui reati penali, uno per i genitori e uno per i figli – e il nuovo mini pieghevole “Come vivi online?”, concepito proprio per i giovani, con informazio­ni brevi e concise sui comportame­nti corretti da adottare in rete. Questo mini pieghevole richiama l’attenzione di genitori, educatori e insegnanti – ma anche dei giovani stessi – sugli atti penalmente punibili che si possono compiere in Internet e sul modo in cui le persone coinvolte direttamen­te o indirettam­ente possono comportars­i e proteggers­i. dal carcere l’anno scorso dopo aver in parte scontato una condanna per bancarotta di un gruppo societario piemontese. Il 60enne che è riuscito a farsi consegnare in contanti l’ingentissi­ma somma, ora è accusato di truffa aggravata, oltre che di vari altri reati finanziari fra cui il traffico illegale di valuta. Stando alla denuncia presentata dall’avvocato comasco Fabio Ansideri, il promotore finanziari­o nel 2012 ha convinto l’imprendito­re abruzzese a finanziare un innovativo progetto per la preparazio­ne rapida della pizza. Un’idea mai decollata, costosissi­ma per la presunta vittima coinvolta anche nella costituzio­ne di una fondazione svizzera a scopo solidarist­ico, alla quale avrebbe dovuto partecipar­e anche un filantropo piemontese disposto a finanziare l’iniziativa con un lascito di 7 milioni di euro. Nell’incredibil­e storia irrompe anche una fantomatic­a segretaria del filantropo che all’imprendito­re abruzzese ha raccontato di aver ricevuto minacce di morte. Per tranquilli­zzare l’imprendito­re abruzzese il 60enne si è anche spacciato per un agente segreto di una fantomatic­a organizzaz­ione internazio­nale composta dai servizi segreti italiani, svizzeri e spagnoli. Un castello di carta crollato dopo il pentimento del telefonist­a che ha raccontato tutto all’imprendito­re raggirato. ieri è attiva per la raccolta firme, occorre consultare il sito ed è pure stato allestito un documento/manifesto redatto in tre lingue che ha l’obiettivo di contestual­izzare, giustifica­re e descrivere le proposte di modifiche legislativ­e che regolament­ano i criteri di diritto alle indennità, nelle diverse forme e modalità previste dalle ordinanze relative alle misure economiche Covid-19. Documento che verrà inviato a tutti gli organi istituzion­ali cantonali e federali di competenza e sarà riferiment­o di petizione con lo scopo di coinvolger­e e sensibiliz­zare l’opinione pubblica e tutti gli interessat­i sul tema e stimolare la riflession­e parlamenta­re. È stato redatto, in collaboraz­ione e condivisio­ne, da diversi profession­isti e titolari d’impresa provenient­i in modo trasversal­e da aree geografich­e e da settori commercial­i diversi e con competenze profession­ali differenti: “Non da politici o profession­isti di governo, ma da designer come me, programmat­ori, videomaker, operatori culturali, artigiani, titolari di ditte individual­i, Sagl o altre forme giuridiche delle Pmi” spiega Amodeo, spiegando che i testi sono stati preparati basandosi su esperienze personali concrete e reali, rappresent­ando così uno scenario di riferiment­o strettamen­te correlato al tessuto socioecono­mico, non espression­e di congetture o ipotesi, ma generato da esperienze dirette nel mondo dell’imprendito­ria”. Secondo i promotori di questa iniziativa, è un diritto indennizza­re in maniera adeguata chi ha perso soldi a causa delle misure restrittiv­e imposte dalle autorità per contenere la diffusione del coronaviru­s.

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