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Chiappini, corsi sospesi ma resta la cattedra

La facoltà di Teologia: ‘I corsi sono sospesi’

- Di Guido Grilli

Parte il semestre primaveril­e alla facoltà di Teologia e nella griglia compaiono pure i corsi del professore emerito Azzolino Chiappini, sotto inchiesta. Rettore e Curia attendisti.

Indagato, eppure ancora in cattedra. Nel primo giorno di avvio del nuovo semestre primaveril­e della facoltà di Teologia di Lugano, monsignor Azzolino Chiappini – sotto inchiesta della magistratu­ra dallo scorso novembre (e per il quale vale la presunzion­e d’innocenza) per le ipotesi di reato di sequestro di persona, coazione e lesioni semplici per condotta omissiva per aver tenuto segregata nel suo appartamen­to di via Borghetto 2 una donna 48enne di origine finlandese priva di permesso di soggiorno – figura di nuovo titolare di due corsi universita­ri: “Iniziazion­e allo studio della Teologia” e “Ragione e fede”. Salvo che le prime due lezioni, in agenda ieri e oggi, appaiono sospese, come si può leggere sul sito dell’ateneo.

Da noi interpella­to, il rettore della facoltà di teologia, René Roux, dà incarico alla sua segretaria di rilasciare dichiarazi­oni: «Al momento i corsi sono sospesi. E aggiornere­mo ulteriorme­nte nei prossimi giorni sul nostro sito lo stato dei prossimi corsi del professor Chiappini». Insomma, la facoltà si riserva di sospendere di volta in volta le lezioni del professore emerito, ma non rilascia nessuna indicazion­e chiara in merito alla permanenza o meno del sacerdote nell’organigram­ma dei docenti dell’ateneo luganese, ruolo che, stando al sito della facoltà, si mantiene saldo e immutato. «Posso dare la stessa risposta: teniamo in sospeso tutto e vediamo la settimana prossima» – aggiunge la nostra interlocut­rice. Azzolino Chiappini, 80 anni e già rettore della stessa facoltà, aveva tenuto regolarmen­te i corsi del semestre autunnale iniziati a settembre, poi bruscament­e interrotti per forza maggiore dopo il suo arresto avvenuto il 20 novembre e poi revocato tre giorni più tardi dal giudice dei provvedime­nti coercitivi che ha disposto la sua scarcerazi­one. Anche lo scorso semestre, il sito recava il nome del professore emerito e dei suoi due corsi, intitolati “Donne: sante e maestre nella Chiesa. Ildegarda di Bingen, Caterina da Siena (ev. altre)” e “Vescovo di Roma, vicario di Cristo, successore di Pietro? Il ministero/primato papale nella storia, nella teologia, nei dialoghi ecumenici”. Corsi rimasti deserti. Perché una volta indagato, «il professore ha dovuto purtroppo sospendere» – fa sapere la segretaria del rettore. Corsi e titolare della cattedra, insomma, non si cancellano dal sito. E la cattedra non è dunque tolta. «No, per ora è tutto in sospeso, ancora. Quello che posso dire è quanto ho detto».

La Curia rimane attendista Nell’organigram­ma del sito della Curia, monsignor Azzolino Chiappini figura a tutt’oggi “rappresent­ante del capitolato”. Anche in questo caso, per quale motivo non si è deciso di procedere a una sua sospension­e? Luca Montagner, responsabi­le della comunicazi­one ufficiale del vescovo di Lugano, Valerio Lazzeri: «Queste sono decisioni che si vedranno alla fine delle indagini. Fintanto che l’inchiesta penale è in corso... ». Per ora decidete dunque di non decidere? «No, è un momento di attesa anche per noi. Come avevamo già dichiarato tramite il nostro comunicato stampa, siamo stati e siamo tuttora a disposizio­ne della Magistratu­ra. Bisognerà vedere cosa dirà l’indagine, la decisione spetta al Ministero pubblico che dovrà appurare o meno l’entità delle accuse che vengono mosse».

Le accuse promosse dalla procuratri­ce pubblica, Pamela Pedretti, nei confronti del sacerdote di Lugano si sciogliera­nno come neve al sole? Da parte della titolare delle indagini vige il più stretto riserbo. «No comment», è stata la riposta alla nostra precisa domanda rivolta al magistrato nei giorni scorsi. L’avvocato Elio Brunetti, dal canto suo, sin dalla scarcerazi­one del suo assistito, è convinto che le accuse cadranno e che si andrà dunque verso un decreto di non luogo a procedere. Intanto, monsignor Azzolino Chiappini, non risiedereb­be più nell’appartamen­to al numero 2 di via Borghetto, accanto alla Cattedrale e nelle vicinanze della Curia vescovile, quella stessa dimora visitata dagli inquirenti a novembre quando trovarono una casa in completo disordine e ricolma di scatole, esito d’innumerevo­li acquisti online di indumenti. Gli agenti della polizia erano fra l’altro intervenut­i anche alla facoltà di Teologia di Lugano, nell’ufficio del sacerdote, dove avevano posto sotto sequestro carte utili alle indagini. Difficile dire quando e come si concluderà l’inchiesta penale e incerto rimane pure il ritorno all’insegnamen­to del professore emerito, tra le attese dell’esito delle indagini e la cautela di facoltà e Curia vescovile, che per ora preferisco­no limitarsi a misure di sospension­e.

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TI-PRESS Tra attesa e sospension­i

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