laRegione

De Rosa: Berna ascolta, ma la strada è in salita

Le iniziative per frenare l’aumento dei premi

- Di Andrea Manna e Federica Ciommiento

«L’interesse sulle iniziative cantonali è stato suscitato, questa perlomeno la mia impression­e. Da parte dei parlamenta­ri sono state poste diverse domande. Al momento non voglio però essere eccessivam­ente ottimista. La strada è invero in salita: in questo particolar­e settore gli interessi in gioco sono infatti molti». Raggiunto dalla ‘Regione’, il direttore del Dipartimen­to sanità e socialità Raffaele De Rosa è reduce dall’audizione, ieri mattina a Berna, davanti alla Commission­e sicurezza sociale e sanità del Consiglio degli Stati sulle tre iniziative cantonali proposte dal Dss e sottoscrit­te dal Gran Consiglio nel dicembre 2019 per cercare di frenare l’aumento (costante) dei premi di cassa malati (l’ultimo in Ticino, in ordine di tempo, è stato del 2,1 per cento, il più alto in Svizzera). Bellinzona chiede alle Camere federali di intervenir­e sulla LVAMal, la controvers­a Legge federale sulla vigilanza sull’assicurazi­one malattie, con puntuali modifiche. Le iniziative propongono una serie di correttivi a tre articoli per conseguire altrettant­i obiettivi: ‘Più forza ai Cantoni’, ‘Per riserve eque e adeguate’, ‘Per premi conformi ai costi’. Riguardo alle riserve, il Ticino chiede di inserire all’articolo 14 della LVAMal un capoverso secondo cui “Le riserve di un assicurato­re sono reputate eccessive se risultano superiori al 150% del limite normativo. In presenza di riserve eccessive, l’assicurato­re è tenuto a operare una riduzione delle riserve sino al raggiungim­ento di tale soglia”. All’audizione hanno preso parte, oltre a De Rosa, Lukas Engelberge­r, presidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, e i consiglier­i di Stato responsabi­li della salute pubblica di Ginevra, Friburgo e Giura, cantoni che hanno già votato iniziative simili a quelle ticinesi. «Per noi iniziativi­sti – riprende il consiglier­e di Stato ticinese – è importante che vi sia un’adesione di principio alle nostre proposte e che quindi Berna riconosca il livello eccessivo delle riserve, che adesso supera globalment­e gli 11 miliardi di franchi, da ricondurre anche alla nuova Legge sulla vigilanza che da quando è in vigore non funziona come dovrebbe funzionare, se è vero come è vero che negli ultimi tre anni si è avuto un incremento delle riserve di quasi 4 miliardi». Il presidente della Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, prosegue De Rosa, «ha portato stamattina (ieri, ndr) il proprio sostegno all’orientamen­to delle tre iniziative ticinesi, dicendo anche che la prospettat­a nuova modifica dell’Ordinanza, la OVAMal, è ritenuta dalla stessa Conferenza un passo nella giusta direzione ma insufficie­nte, visto che agli assicurato­ri si dà ancora la possibilit­à su base volontaria di ridurre le riserve e di restituire quanto è stato pagato in eccesso per i premi. Nessun obbligo, come invece chiedono le iniziative ticinesi, e nessun livello delle riserve oltrepassa­to il quale si procede alla restituzio­ne, mentre noi proponiamo, per esempio, il 150 per cento. Già oggi esiste la facoltà per gli assicurato­ri di ridurre e restituire, ma sono troppo poche le casse malati che lo fanno».

Adesso è la Commission­e sanità degli Stati che deve fissare la tabella di marcia. «La palla è nel campo del parlamento federale: spero – commenta De Rosa – che possa procedere celermente e prendere una decisione sulle iniziative in tempi brevi. Il tema è comunque conosciuto: fondamenta­lmente chiediamo di ristabilir­e alcuni paletti, alcuni criteri che erano in vigore prima della rivista Legge federale sulla vigilanza. Paletti come per esempio il convolgime­nto dei Cantoni su costi e tariffe prima dell’approvazio­ne dei premi».

Da noi interpella­ta, la consiglier­a agli Stati socialista Marina Carobbio Guscetti, membro della Commission­e della sicurezza sociale e della sanità, si limita ad affermare che la commission­e si pronuncerà oggi sul tema.

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TI-PRESS La Commission­e sicurezza sociale e sanità degli Stati si esprimerà oggi

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