laRegione

Casa anziani Tusculum, gli ex vertici a processo

Sottratti oltre 2 milioni

- Di Guido Grilli

Prima lui, poi lei. In due processi distinti – ma dalla trama identica – approderan­no a processo davanti alle Assise criminali di Lugano lunedì prossimo, 1o marzo, l’ex direttore amministra­tivo della casa per anziani Tusculum di Arogno e l’ex vicedirett­rice. La vicenda, scoppiata tre anni fa, aveva suscitato clamore nel Luganese. Nell’arco di una decina di anni, attingendo a piene mani e gradualmen­te dalle casse dell’istituto, i due dirigenti hanno sottratto complessiv­amente una somma che oscilla tra i 2 e i 2,5 milioni di franchi. Entrambi devono rispondere, ognuno secondo le proprie responsabi­lità – già ammesse, in entrambi i casi – di diversi reati patrimonia­li, fra cui ripetuta appropriaz­ione indebita, falsità in documenti e frode fiscale. Nei confronti dell’ex direttore amministra­tivo e diacono la posizione appare più grave, in quanto fra le imputazion­e compare anche quella di truffa e ripetuta falsità in documenti. Al netto della vicenda, insomma, lui sarebbe stato l’artefice del maltolto, mentre lei avrebbe avuto piuttosto un attivo ruolo di complice. Ma sarà il dibattimen­to pubblico a chiarirlo.

Stessa Corte, ma processi separati

I giudici dovranno calibrare le responsabi­lità penali dei due imputati. Alle 9.30 comparirà a processo l’ex direttore; mentre un’ora più tardi, alle 10.30, sul banco degli imputati siederà la donna. Ma per entrambi i dibattimen­ti pubblici, la Corte delle Assise criminali sarà composta dagli stessi giudici, trattandos­i appunto della stessa vicenda processual­e: presidente, il giudice Amos Pagnamenta; giudici a latere, Renata Loss Campana e Aurelio Facchi. Entrambi gli imputati si trovano da lungo tempo a piede libero. Di più. Gli accusati sono rei confessi e non solo hanno vuotato il sacco, ma hanno pure risarcito il maltolto, ripagando l’ingente somma a sei zeri sottratta sull’arco di un lungo periodo e, senza destare alcun sospetto, proprio perché i soldi sottratti erano ogni volta di relativa entità, sfuggendo così al controllo dei revisori contabili. Senza contare che sono state fatte anche carte false e pertanto hanno saputo mascherare la situazione senza lasciare tracce. Finché non s’è scoperchia­ta la pentola e nel febbraio 2018 sono scattati gli arresti. I due imputati avrebbero attinto dalle casse della casa anziani Tusculum e di due associazio­ni che sostengono l’istituto, dove ricoprivan­o il ruolo di cassiere, l’uno e di vicedirett­rice, l’altra. Ampia la collaboraz­ione con gli inquirenti – titolare dell’inchiesta, il pp Andrea Maria Balerna – ciò che è valso agli imputati un processo ‘a rito abbreviato’.

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TI-PRESS La vicenda in aula dopo tre anni

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