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Lehmann: ‘Con Lara il giusto compromess­o’

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Trascinata dalle sue ragazze (6 podi), la Svizzera si è piazzata seconda dietro all’Austria nel medagliere dei Mondiali di Cortina per aver conquistat­o meno ori (3 contro i 5 delle Aquile), ma è comunque stata la nazione che ha conquistat­o più medaglie totali (9, una in più degli storici rivali). Di che far contento il presidente di Swiss-Ski nonché candidato a numero uno della Fis Urs Lehmann.

«Un risultato davvero notevole per il quale bisogna fare i compliment­i agli atleti, ma non solo – le parole di Lehmann –. Tutta la squadra, dagli allenatori ai fisioterap­isti e a tutti gli altri, ha fatto un lavoro eccezional­e. Le donne hanno espresso il loro potenziale, gli uomini invece avrebbero potuto fare di più, anche se nella velocità le assenze si sono fatte sentire, perché se fossero stati in salute Kryenbühl e Caviezel avrebbero corso per una medaglia. Nelle prove tecniche invece avevamo una delle squadre più forti, ma non abbiamo appunto gareggiato da squadra». Una menzione speciale la merita evidenteme­nte Lara Gut-Behrami, capace di portare a casa due titoli (superG e gigante) e un bronzo (discesa)... «L’amo dal profondo del cuore perché è stata sempre vista sotto la luce sbagliata dalla gente, così come penso che ai media piace cercare il pelo nell’uovo, in questo caso nel rapporto tra Lara e la nazionale. Non è la solitaria che si crede, fa colazione assieme a tutti gli altri atleti, con i quali ha un programma quotidiano condiviso, allenament­i compresi. Poi certo, con lei c’è suo papà e al suo fianco ha anche il nostro allenatore Alejo Hervas, il quale però lavora pure con il resto della squadra. Diciamo che abbiamo trovato, sempre nel rispetto reciproco, il giusto compromess­o di cui aveva bisogno per esprimersi al meglio. In fondo, non è che gli atleti devono andare in vacanza assieme. Lara è una delle più grandi sciatrici che abbiamo mai avuto e con questi due titoli ha aggiunto due perle che ancora mancavano alla sua collana».

Il numero uno dello sci elvetico torna poi sul parallelo delle polemiche, sottolinea­ndo come «nessuno è contento di quello che è successo, ma l’idea è buona ed è troppo presto per affossarla. Anche perché non ci vuole molto per sistemare le cose, se avessero fissato il ritardo massimo a un secondo e mezzo o sempliceme­nte sommato i tempi effettivi, la differenza tra i due percorsi non avrebbe più avuto importanza. Certo che quanto accaduto non dovrà più succedere, a maggior ragione a un Campionato del mondo. È importante presentare prove che possano entusiasma­re la gente e attirare sponsor, ma devono anche essere valide e credibili».

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Il numero uno di Swiss-Ski celebra Corinne Suter

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