laRegione

‘Sono bistrattat­i concetti sacrosanti’

Fiorenzo Dadò all’attacco su soldi pubblici, premi di cassa malati, politica e giustizia

- Di Jacopo Scarinci

«Ci sono situazioni che vanno affrontate. Situazioni che tirano in causa, bistrattan­doli, concetti sacrosanti per una società che vuole mantenersi sana: trasparenz­a, indipenden­za e conflitti d’interesse. Parlo dei costi della cassa malati, dell’indipenden­za della giustizia e del parlamento, dell’uso corretto dei soldi pubblici». È un Fiorenzo Dadò da combattime­nto quello che ieri sera ha fatto il punto della situazione al primo comitato cantonale del Ppd svoltosi via web. Il presidente popolare democratic­o giudica «una notizia negativa» il fatto che la Commission­e sicurezza sociale e sanità del Consiglio degli Stati abbia «senza tanti patemi d’animo» deciso di respingere una delle tre iniziative cantonali per contenere gli aumenti dei premi di cassa malati proposte dal direttore del Dipartimen­to sanità e socialità Raffaele De Rosa. «Non conosciamo le motivazion­i che hanno portato a questo verdetto negativo e quindi non ci pronunciam­o, ma conosciamo bene le composizio­ni di queste commission­i: ci siedono, a nostro avviso in modo del tutto inopportun­o, anche dei politici legati alle casse malati». I quali, affonda Dadò, «hanno perciò dei conflitti d’interesse palesi nell’affrontare iniziative come queste che toccano un contesto di interesse pubblico».

‘Pazienza dei contribuen­ti agli sgoccioli’

Ma non è finita, anzi. Perché il referendum finanziari­o obbligator­io, che nei giorni scorsi il Gran Consiglio ha deciso di mandare davanti al popolo sia con l’iniziativa popolare sia col controprog­etto commission­ale, porta Dadò a dire come «è evidente che il controllo dell’uso del denaro pubblico non gode della sufficient­e fiducia, trasparenz­a, indipenden­za e neppure legittimaz­ione, in quanto il controllor­e non può essere direttamen­te nominato e coadiuvato dal controllat­o». Per questo, e riferendos­i alla proposta di istituire una Corte dei conti di cui laRegione ha dato notizia ieri, «chi si oppone a una concreta e radicale revisione del sistema e all’introduzio­ne di un organo di controllo totalmente indipenden­te dalla politica e dall’amministra­zione o è in malafede, o non si rende conto che la pazienza dei contribuen­ti sta giungendo al termine: si tratta di denaro incamerato con le loro imposte».

Ma se si parla di indipenden­za, per il presidente del Ppd «la giustizia e il Gran Consiglio ne hanno una necessità assoluta. La situazione di inadeguate­zza maturata nel Legislativ­o cantonale, in particolar­e per quello che riguarda le nomine dei magistrati, è di una tale gravità che non possiamo più stare a guardare. In particolar­e dopo gli ultimi episodi di interferen­ze che hanno visto sciogliers­i come neve al sole la fiducia collaborat­iva dei partiti tra di loro e anche nei confronti di altre istanze, magistratu­ra compresa». Quindi occorre chiamare a raccolta, aggiunge, «quelle persone che non hanno come unico vero obiettivo l’accumulo delle sedie del proprio colore e il controllo del potere».

De Rosa: ‘Ne usciremo, ma ora solidariet­à e responsabi­lità’

A un anno dal primo caso accertato di coronaviru­s in Ticino, il direttore del Dss Raffaele De Rosa esprime «un pensiero di vicinanza a chi è stato toccato da un lutto e dalla malattia» e «un ringraziam­ento a tutti coloro che si sono trovati e si trovano ad affrontare in prima linea la pandemia, dai profession­isti ai volontari». Quello caratteriz­zato dal Covid, rileva De Rosa, «è stato un anno molto difficile: incertezza e limitazion­i sono state all’ordine del giorno, vorremmo tutti una vita più normale. Ci arriveremo, ma è doveroso fare appello alla solidariet­à e alla responsabi­lità individual­e e collettiva per perseguire l’obiettivo più importante: proteggere la salute della popolazion­e, sconfigger­e il virus e progettare il rilancio economico e sociale del cantone». Un rilancio che sarà difficile. Il direttore del Dss annota che «in una crisi l’unità di intenti, la coesione e la solidariet­à hanno un ruolo fondamenta­le: oltre alla crisi sanitaria è indubbio ci sia una crisi economica e sociale, che si tradurrà in un aumento delle domande di prestazion­i sociali». E ricorda la prestazion­e ponte Covid, che entrerà in vigore dal 1° marzo: «Uno strumento complement­are agli altri aiuti».

Agustoni: ‘Serve più coinvolgim­ento del popolo nelle discussion­i’

È tutto rivolto al futuro l’intervento del capogruppo popolare democratic­o in Gran Consiglio Maurizio Agustoni. Partendo dal fatto che «abbiamo scoperto per la prima volta che le nostre libertà, anche quelle più essenziali, possono essere limitate in modo quasi improvviso, praticamen­te senza possibilit­à di discussion­e» avverte: «È impossibil­e che le future discussion­i dure e le prossime scelte difficili siano sottratte alla più ampia discussion­e democratic­a». Agustoni ricorda che «il Ps ha già fatto sapere che vedrebbe di buon occhio un aumento delle imposte cantonali, altri partiti proporrann­o tagli a spesa pubblica e prestazion­i sociali». Il Ppd, riprende il suo capogruppo, «ha più volte ribadito che l’equilibrio finanziari­o, pur necessario, non può diventare un vuoto feticcio al quale sacrificar­e le conquiste sociali del nostro cantone». E in tutto questo, «il diritto di essere coinvolti nelle decisioni che costruisco­no il nostro futuro non è una formula vuota, è qualcosa che dobbiamo alimentare col nostro impegno». Contrariam­ente al presidente dell’Udc Chiesa, Agustoni non pensa che «il Consiglio federale abbia instaurato una dittatura». Ritiene però «che occorra un graduale ritorno alla normalità, anche nei processi decisional­i».

 ?? ARCHIVIO TI-PRESS ?? In attesa di tornare in presenza, ieri sera prima riunione del parlamenti­no Ppd via web
ARCHIVIO TI-PRESS In attesa di tornare in presenza, ieri sera prima riunione del parlamenti­no Ppd via web

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland