laRegione

Donne in carcere, audizione il 9 marzo

- Di Andrea Manna

La data dell’audizione è stata fissata. Martedì 9 marzo, giorno in cui la commission­e parlamenta­re preposta alla sorveglian­za delle condizioni detentive in Ticino incontrerà il direttore del Dipartimen­to istituzion­i Norman Gobbi e la responsabi­le della Divisione giustizia Frida Andreotti. «Ci aspettiamo dal Dipartimen­to delle indicazion­i chiare e attendibil­i sui tempi di realizzazi­one di un carcere femminile, di una struttura per le donne condannate a una pena detentiva da espiare», afferma il deputato liberale radicale Fabio Schnellman­n, presidente della commission­e. La quale ancora di recente si è detta, nero su bianco, “preoccupat­a per la situazione relativa alla popolazion­e carcerarie femminile”. Oggi, ricorda Schnellman­n, «le donne che sono in esecuzione di pena vengono collocate alla Farera, cioè in un carcere giudiziari­o che in quanto tale contempla un regime più restrittiv­o di quello vigente in una struttura detentiva destinata a chi è in esecuzione di pena». Ciò che, come aveva spiegato il direttore delle carceri ticinesi Stefano Laffranchi­ni, da noi interpella­to, «può incidere sulla dignità della detenzione e ostacolare il percorso di risocializ­zazione».

II Carcere penale della Stampa, attiguo alla Farera, disponeva di una sezione riservata alle donne in esecuzione di pena. È stata chiusa nel 2006. Per una questione di numeri, nel senso che non c’erano praticamen­te più donne detenute. «Nel corso degli ultimi anni – riprende Schnellman­n – vi è stato però un incremento dei casi. Ebbene, come commission­e riteniamo che il collocamen­to alla Farera non vada più bene, pur riconoscen­do gli sforzi della Direzione e del personale delle strutture carcerarie cantonali per agevolare nel limite del possibile la detenzione al carcere giudiziari­o delle donne in espiazione di pena, per esempio concedendo qualche ora d’aria in più e permettend­o loro di seguire una formazione». Insomma, aggiunge il coordinato­re della commission­e granconsil­iare, «noi auspichiam­o la realizzazi­one in Ticino di una struttura specifica per le detenute in esecuzione di pena, in modo anche da evitare il trasferime­nto di queste persone, in caso di pene di lunga durata, in carceri d’Oltralpe, nel Canton Vaud o nel Canton Berna, con conseguenz­e pesanti per le rispettive famiglie, per i legami affettivi». Occorre dunque «trovare, finalmente, una soluzione adeguata, una soluzione in tempi ragionevol­i», sottolinea Schnellman­n: «Si era parlato di ristruttur­are l’ex carcere aperto di Torricella-Taverne. Personalme­nte ho qualche dubbio che sia una strada percorribi­le. Vedrei meglio una soluzione sul Piano della Stampa, magari nell’ambito della ventilata ristruttur­azione del Carcere penale. Vedremo. L’importante è ricevere dal Dipartimen­to delle indicazion­i, ripeto attendibil­i, sui tempi».

 ?? TI-PRESS ?? Schnellman­n: serve finalmente una soluzione
TI-PRESS Schnellman­n: serve finalmente una soluzione

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland