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Libri digitali? Non sempre La carta è ancora richiesta

I concorrent­i delle librerie sono gli shop online

- Di Federica Ciommiento

In tempo di Covid e di chiusure, alcune persone si sono avvicinate maggiormen­te alla lettura. A causa della difficoltà di rifornirsi di libri o per il gusto di provare uno strumento nuovo, c’è chi ha sperimenta­to gli e-book e le riviste digitali, ma in prestito. Nelle librerie invece resta un folto pubblico alla ricerca della ‘carta’. «Nel 2020 i prestiti di libri cartacei sono diminuiti perché le bibliotech­e hanno subìto un periodo di chiusura dovuto alla pandemia», ci dice Stefano Vassere, direttore del Sistema biblioteca­rio ticinese (Sbt). «Durante questo periodo c’è stato un netto incremento del ricorso alla piattaform­a digitale, come per e-book e altri servizi. Non si può però dire che in generale sia in atto un effetto sostituzio­ne di quest’ultima rispetto ai prestiti tradiziona­li al di fuori dell’emergenza». Resta comunque un dato importante: i prestiti dei libri cartacei sono diminuiti di circa 75mila unità rispetto al 2019 quando se ne registraro­no 387mila, suddivisi tra le bibliotech­e scolastich­e e quelle cantonali. Probabilme­nte la pandemia non ha cambiato totalmente le abitudini dei lettori, ma di certo vi è stato un aumento dell’uso delle piattaform­e online soprattutt­o per quanto riguarda i giornali e le riviste in formato digitale, le cui consultazi­oni, sul solo sito dell’Sbt, sono passate dalle quasi 75mila nel 2019 alle circa 170mila nel 2020, riferisce Vassere. E riguardo agli iscritti? «I dati ci dicono che sono in crescita, ma si tratta di una tendenza determinat­a dall’aumento degli utenti delle bibliotech­e scolastich­e, mentre quelli della rete del catalogo cantonale sono in calo», spiega il direttore dell’Sbt.

«Non c’è più uno spostament­o sul digitale in quanto e–book ma piuttosto su canali digitali come Amazon. Sono questi distributo­ri i grandi concorrent­i delle librerie», ci spiega una libraia di Bellinzona. Perché si scelgono le piattaform­e di e-commerce? «Fondamenta­lmente per il prezzo. Le grandi catene propongono delle offerte con le quali le piccole librerie non possono competere. Questo succedeva già prima dell’arrivo del coronaviru­s». Non manca però il sostegno da parte dei lettori: «Oltre alla clientela affezionat­a abbiamo notato un ritorno del grande pubblico – afferma la venditrice –. Penso che con queste chiusure le persone siano più attente al consumo locale e quindi ai piccoli negozi. Si tratta di un fenomeno già emerso durante il lockdown della scorsa primavera».

Si lavora anche col negozio chiuso

«I lettori continuano a esserci e adesso che siamo chiusi (da lunedì 1° marzo le librerie riaprirann­o, ndr) molti ordinano per telefono o via mail», ci dice la titolare di una libreria di Lugano. «Durante il primo lockdown non poteva entrare nessuno in negozio. Questa volta è consentito l’accesso per il ritiro e il pagamento. Molti scelgono questa opzione perché la spedizione tramite la Posta presenta costi supplement­ari». I grandi lettori restano tali: «I giorni prima che chiudessim­o c’è stata una corsa all’acquisto in modo da fare scorta», continua la titolare. «Il libro è sicurament­e un buon passatempo proprio perché non ha controindi­cazioni di nessun tipo in questo periodo. Si può leggere da soli e a casa».

«Non registriam­o un grande interesse nei confronti degli e-book, anzi tanti chiedono proprio il libro di carta, più di prima», ci dice la venditrice di una libreria del Luganese che offre anche l’usato. «Alcuni stanno scoprendo gli audiolibri. Una buona soluzione per chi passa molto tempo in macchina, apprezzata anche dai bambini». Nell’ultimo anno c’è chi ha cambiato libreria di riferiment­o per recarsi in una più vicina a casa: «Sono magari persone che prima erano abituate a comprare libri in città o al centro commercial­e». Anche qui gli ordini si fanno via mail o per telefono: «Sta funzionand­o bene. Certo, non è però come se il negozio fosse regolarmen­te aperto». Riguardo alla tipologia di libri la richiesta non cambia: «Le persone cercano sia l’usato che il nuovo, dipende da cosa trovano sul catalogo online. Classici e libri per bambini vengono spesso acquistati di seconda mano».

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TI-PRESS Le bibliotech­e, nell’anno della pandemia, hanno registrato un aumento delle consultazi­oni di giornali e riviste online

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