laRegione

Manutenzio­ne treni merci, la CoPe allargata non molla

Si attende ancora il piano industrial­e per Castione

- Di Fabio Barenco

«È necessario rinviare la decisione di rinunciare alla manutenzio­ne dei carri merci, fino a quando non sarà presentato un piano industrial­e» relativo al nuovo stabilimen­to di Castione che dovrebbe aprire i battenti nel 2026. Gianni Frizzo – a nome della CoPe allargata, ossia la Commission­e del personale delle Officine di Bellinzona e sindacati – non intende accettare senza lottare la decisione comunicata circa un mese fa dalle Ffs: ovvero quella di affidare la manutenzio­ne della flotta Astoro alle attuali Officine già dal 2022, rinunciand­o però a quella dei treni merci. Una decisione che, se dovesse effettivam­ente avverarsi, «il Ticino pagherà a caro prezzo» in termini occupazion­ali, ha sottolinea­to da parte sua il presidente della CoPe Ivan Cozzaglio ieri durante una conferenza stampa a Bellinzona. Questa preoccupaz­ione è anche condivisa dal governo ticinese: «Lunedì scorso abbiamo incontrato il Consiglio di Stato – ha indicato il sindacalis­ta di Unia Matteo Pronzini – che si è detto d’accordo di chiedere alle Ffs di ridiscuter­e della dismission­e dei carri merci». L’esecutivo si è dunque detto disponibil­e a organizzar­e dal punto di vista logistico un incontro fra lo stesso Consiglio di Stato, la CoPe allargata, le Ffs e Franz Steinegger, coordinato­re della Piattaform­a informativ­a sulle Officine.

‘Mantenere i posti di lavoro in Ticino’

Un incontro durante il quale sarà nuovamente chiesto alle Ffs di presentare finalmente il piano industrial­e per le nuove Officine. Quest’ultimo permettere­bbe infatti di capire quale sarà effettivam­ente il personale impiegato e per quale tipo di lavoro. Insomma, consentire­bbe di disporre di «una visione a medio-lungo termine» e migliorere­bbe pure il «rapporto di fiducia» tra le parti, ha affermato Frizzo, precisando poi che senza tale piano si genera, invece, una «mancanza di trasparenz­a». Dal canto suo Thomas Giedemann del Sindacato del personale dei trasporti (Sev) ha ricordato che lo scorso novembre il Consiglio federale, rispondend­o a un’interpella­nza del consiglier­e nazionale socialista Bruno Storni, ha affermato che in futuro si aspetta un aumento sia del traffico passeggeri, sia di quello merci e quindi anche dei posti di lavoro a livello svizzero dedicati alla manutenzio­ne. Il sindacalis­ta si è così chiesto come mai le Ffs ora vogliano «smantellar­e» impieghi nel nostro cantone: «Questo tipo di lavoro ha un futuro e chiediamo quantomeno di mantenere i posti in Ticino», ha sottolinea­to, riferendos­i ovviamente alla manutenzio­ne dei carri merci. Durante la conferenza stampa è stato più volte ribadito che la scelta delle Ffs di spostare dall’anno prossimo la manutenzio­ne degli Astoro a Bellinzona è ben accetta. Quello che preoccupa è la ‘compensazi­one’ prevista, ovvero l’abbandono dei treni merci. In questo modo si rinuncereb­be non solo alla manutenzio­ne dei carri, ma anche delle relative componenti. In realtà le Ffs avevano indicato che le lavorazion­i sulle componenti sarebbero continuate a essere svolte a Bellinzona. La CoPe dubita però seriamente che sarà così, visto che avrebbe poco senso effettuare la manutenzio­ne dei carri in un luogo e quella delle componenti in un altro. Inoltre, «attualment­e abbiamo una struttura organizzat­iva che funziona e gli operai che lavorano su questi mezzi hanno già il know-how», ha rilevato Cozzaglio. Competenze che, spostando la manutenzio­ne, sarebbero non sfruttate appieno. Insomma, l’obiettivo è quello di «mantenere e aumentare i posti di lavoro». E questo anche se le Ffs hanno già annunciato da tempo che nel nuovo stabilimen­to di Castione saranno impiegati 230 operai, al posto degli attuali 400 circa.

 ?? TI-PRESS ?? Gianni Frizzo: ‘Serve una visione a medio-lungo termine’
TI-PRESS Gianni Frizzo: ‘Serve una visione a medio-lungo termine’

Newspapers in Italian

Newspapers from Switzerland