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‘Non può essere obbligata a chiudere’

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Sulla Pm Ecorecycli­ng di Mendrisio non calerà la mannaia delle autorità. A oggi agli occhi dei servizi del Dipartimen­to del territorio non sussistono i presuppost­i legali per imporre la chiusura del deposito da parte del Cantone. E ciò anche se alle spalle ci sono due incendi, il primo dei quali, nel 2016, doloso, il secondo divampato prima del Natale scorso. È lo stesso governo a metterlo nero su bianco. Dopo il primo rogo di pneumatici, del resto, molto è stato fatto per migliorare la situazione sul piano della sicurezza, si motiva. A restare ancora senza una risposta sono, invece, le cause all’origine di entrambi gli episodi. Il Consiglio di Stato lo ha ribadito con chiarezza, rispondend­o agli interrogat­ivi del deputato della Lega Massimilia­no Robbiani, consiglier­e comunale della Città.

Inchiesta: decreto di sospension­e Interpella­to il Ministero pubblico, il Cantone conferma che il procurator­e pubblico ha “emesso un formale decreto di sospension­e” sul caso avvenuto quattro anni orsono. L’inchiesta condotta da Polizia cantonale e Procura, si fa sapere, “non ha permesso, ad oggi, di identifica­re i potenziali autori del reato di incendio intenziona­le – subordinat­amente incendio colposo – ritenute nell’istruttori­a”. Assicurate, nel frattempo, le prove, non resta quindi che confidare sull’esito dell’indagine aperta sull’incendio di dicembre per saperne di più.

‘Adottate tutte le misure necessarie’

La Pm Ecorecycli­ng, dal canto suo, permesso alla mano (datato 2018), ha apportato i diversi correttivi richiesti, adeguandos­i, spiega il governo al granconsig­liere, alle nuove direttive antincendi­o, migliorand­o il concetto di stoccaggio, rendendo automatica l’attivazion­e delle misure in caso di necessità (come nel caso della gestione della vasca di ritenzione delle acque di spegniment­o, che potrebbe rivelarsi utile ai fini dell’inchiesta di Polizia). D’altro canto, dopo l’evento del 2016, si sottolinea, “sono state eseguite a più riprese delle verifiche congiunte tra i servizi comunali e cantonali”. Alla luce di questi controlli e della legislazio­ne ambientale, il Cantone si sente di affermare che l’azienda “aveva adottato tutte le misure necessarie per gestire l’attività a norma di legge”. Argomenti, quelli illustrati dall’autorità cantonale, di cui la ditta si è fatta forte. Così, davanti alla decisione pronunciat­a dal Municipio della Città già il dicembre scorso – obiettivo vietare l’apporto e la lavorazion­e di altri pneumatici oltre al materiale già presente, sospendend­o di fatto l’attività –, la Pm Ecorecycli­ng (e con lei il proprietar­io del terreno) ha opposto ricorso. Affaire à suivre.

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TI-PRESS Cause ancora da chiarire

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