Quando l’alloggio è in... cooperativa
Sinistra e Verdi riaprono il dossier. Mentre Cam’On! coinvolge i Comuni.
Nelle stanze di Palazzo civico a Mendrisio ci hanno pensato, eccome, alla possibilità di realizzare in proprio (o in partenariato) degli alloggi a pigione moderata. Abitazioni a misura di quelle fasce di popolazione – anziani e giovani famiglie – che, più di altre, faticano a trovare un appartamento adeguato alle loro tasche. I progetti (più d’uno) sono finiti però in un cassetto; e non se ne è più parlato. Un po’ come è successo a livello cantonale, dove giacciono inevasi ancora vari atti parlamentari. Il problema, invece, è rimasto di stretta attualità, oggi più di ieri. E questo nonostante il fermento edilizio che, anche sul territorio della Città, ha portato a costruire nuovi complessi residenziali, l’uno dopo l’altro. Qualche gru, in effetti, ancora svetta nel cielo del capoluogo. Detta altrimenti, serve più che mai una politica dell’alloggio assennata e innovativa. Anzi, agli occhi dei consiglieri comunali di Insieme a Sinistra e dei Verdi urge una politica “diversa” e al contempo “pro attiva”, ma soprattutto “meno speculativa e più attenta ai bisogni intergenerazionali e alle risorse ambientali e territoriali disponibili”. Il Comune, come fanno notare Grazia Bianchi, Cristina Marazzi e Giacomo Stanga, per IaS, e Claudia Crivelli Barella, Daniela Carrara e Andrea Stephani, per i Verdi, è un po’ in ritardo su questo fronte.
‘Servono strutture intergenerazionali’ Eppure il bisogno esiste, come la necessità, osservano i firmatari di una interrogazione al Municipio, di immaginare residenze intergenerazionali, capaci, da un lato, di assicurare una vita autonoma in sicurezza a chi ha una certa età, e dall’altro di dare una mano a giovani famiglie alle prese con il loro bilancio mensile. Il tutto con un occhio a realtà urbane che vedono diminuire il numero di abitanti – giusto nel 2020 Mendrisio ha registrato una lieve controtendenza, dopo aver perso 195 residenti in quattro anni – e un altro al fatto che si continuano a “cementificare migliaia di metri quadrati di territorio, per appartamenti che rimarranno in gran parte vuoti”.
La soluzione formato cooperativa
Oggi, però, nel Mendrisiotto (come in altre regioni del Ticino) esiste una alternativa. Anzi, chi si è tuffato anima e corpo in questa avventura ne parla come di una “terza via”, che si pone a metà strada fra l’essere inquilini e il diventare proprietari. In effetti, nell’esperienza delle cooperative di abitazione c’è molto di più, come si riconosce altresì nel Piano cantonale dell’alloggio datato 2015. E se in Ticino a fare da apripista ci ha pensato Cassi, le Cooperative d’abitazione Sezione Svizzera italiana, nel Distretto dal 2018-19 la nuova realtà emergente è la Cooperativa Abitativa del Mendrisiotto (Cam’On!), che vanta altresì l’attestato di pubblica utilità dell’Ufficio federale delle Abitazioni. Tutto nasce, come si richiama nell’interrogazione, dalla volontà di “suscitare l’interesse per una cultura dell’abitare basata sulla condivisione dell’alloggio dal punto di vista sociale, economico-finanziario, urbano e architettonico”. In effetti, le cooperative oltre a essere strutture trasparenti e senza scopo di lucro non trascurano, fanno notare i sei consiglieri, di coniugare l’abitare con il rispetto del territorio e dell’ambiente e l’equilibrio fra le generazioni nel segno della solidarietà. A questo punto, si suggerisce, l’“ideale è trovare soluzioni che coinvolgano pubblico e privato, meglio se in progetti di ristrutturazione e recupero di edifici esistenti, che diano vita a comunità residenziali che combinino l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi”. Il punto (che è un po’ anche il problema) è che in Ticino si fatica a veicolare un modello ormai consolidato solo una volta varcato il Gottardo. È emerso in modo chiaro di recente in occasione di un incontro – forzatamente a distanza – organizzato dalla stessa Cam’On!. Anche se la Cooperativa locale non intende arrendersi e si è messa alla ricerca di opportunità nel privato, ma pure nel settore pubblico.
Le opportunità ci sono (anche in Città) Del resto, ribadiscono i consiglieri all’indirizzo dell’esecutivo, “mai come in questo periodo ci si è resi conto di quanto l’aiuto reciproco sia importante per tessere legami di solidarietà tra le persone e non lasciare indietro nessuno”. Le opportunità anche sul territorio di Mendrisio, d’altro canto, non mancano. Il progetto che si sta focalizzando sulla vecchia Coop di Arzo, si annota, è affidato a Cassi (e questo “sembrerebbe un buon punto di partenza”), ma anche Cam’On! ha già aperto un dialogo con la Città e l’autorità comunale di Castel San Pietro, e di recente ha invitato altri Comuni a “farsi avanti”, come si legge sul suo portale. La Cooperativa momò, come confermato dal presidente Francesco Giudici, non si è fatta problemi a sottoporre, ad esempio, al Municipio di Castello a caccia di idee, la sua proposta per il futuro dell’ex Diantus. «Abbiamo suggerito – ha spiegato nel corso della videoconferenza – di abbinare la soluzione cooperativa a superfici di lavoro condivisi, come atelier o spazi per il telelavoro. Abbiamo illustrato la nostra visione nel dettaglio e ora siamo in attesa di una risposta».
Cam’On!, in campo dal 2019
Oggi la Cooperativa Abitativa del Mendrisiotto conta una dozzina di soci e una quarantina di firmatari della Carta che indica gli scopi e traccia la rotta; e l’obiettivo è quello di far crescere questi numeri. Si sta cercando infatti, un luogo dove “poter concretizzare una prima esperienza di cooperativa abitativa”. Di conseguenza si cercano ‘alleati’, persone e famiglie pronte a “vivere in una situazione di cooperativa abitativa, oltre che proprietari di terreni o stabili abitabili disposti a discuterne la vendita o l’utilizzo in diritto di superficie”.
‘La Città diventerà socia?’
Di che farci un pensierino per i firmatari dell’interrogazione, affinché l’ente pubblico riprenda “un ruolo di primo attore nella politica degli alloggi”. In altre parole, si chiede, “come si posiziona il Municipio rispetto alle cooperative di abitazione”. E facendo un passo avanti, la Città “intende diventare socia della Cooperativa di abitazione del Mendrisiotto, proprio per mostrare concretamente l’importanza del pubblico in un nuovo modo di concepire l’abitazione?”. In questo modo si potrebbe essere parte di progetti concreti. A cominciare dalla ex Coop di Arzo, sulla quale è stato avviato uno studio di fattibilità ora sul tavolo del Municipio i Mendrisio, da cui si attende un cenno. Anche a se, sempre nel Quartiere, si sono messi gli occhi pure sulla vecchia fabbrica Carristar, messa in vendita. Andando, però, al cuore del problema: a che punto è, si sollecita, la politica degli alloggi a livello comunale? Quindi, si rilancia, Mendrisio “come intende colmare il ritardo per quanto riguarda gli appartamenti a misura di anziano, tenuto conto che la politica cantonale andrà vieppiù nella direzione di rafforzare l’autonomia dell’anziano anche al proprio domicilio?”. Infine, il Municipio “recepisce il valore dell’ente pubblico come attore sul mercato dell’alloggio, troppo spesso in mano a fondi di investimento?”. E si propone di “rispondere con progetti attenti ai bisogni di anziani e famiglie?”.