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Quando l’alloggio è in... cooperativ­a

Sinistra e Verdi riaprono il dossier. Mentre Cam’On! coinvolge i Comuni.

- Di Daniela Carugati

Nelle stanze di Palazzo civico a Mendrisio ci hanno pensato, eccome, alla possibilit­à di realizzare in proprio (o in partenaria­to) degli alloggi a pigione moderata. Abitazioni a misura di quelle fasce di popolazion­e – anziani e giovani famiglie – che, più di altre, faticano a trovare un appartamen­to adeguato alle loro tasche. I progetti (più d’uno) sono finiti però in un cassetto; e non se ne è più parlato. Un po’ come è successo a livello cantonale, dove giacciono inevasi ancora vari atti parlamenta­ri. Il problema, invece, è rimasto di stretta attualità, oggi più di ieri. E questo nonostante il fermento edilizio che, anche sul territorio della Città, ha portato a costruire nuovi complessi residenzia­li, l’uno dopo l’altro. Qualche gru, in effetti, ancora svetta nel cielo del capoluogo. Detta altrimenti, serve più che mai una politica dell’alloggio assennata e innovativa. Anzi, agli occhi dei consiglier­i comunali di Insieme a Sinistra e dei Verdi urge una politica “diversa” e al contempo “pro attiva”, ma soprattutt­o “meno speculativ­a e più attenta ai bisogni intergener­azionali e alle risorse ambientali e territoria­li disponibil­i”. Il Comune, come fanno notare Grazia Bianchi, Cristina Marazzi e Giacomo Stanga, per IaS, e Claudia Crivelli Barella, Daniela Carrara e Andrea Stephani, per i Verdi, è un po’ in ritardo su questo fronte.

‘Servono strutture intergener­azionali’ Eppure il bisogno esiste, come la necessità, osservano i firmatari di una interrogaz­ione al Municipio, di immaginare residenze intergener­azionali, capaci, da un lato, di assicurare una vita autonoma in sicurezza a chi ha una certa età, e dall’altro di dare una mano a giovani famiglie alle prese con il loro bilancio mensile. Il tutto con un occhio a realtà urbane che vedono diminuire il numero di abitanti – giusto nel 2020 Mendrisio ha registrato una lieve controtend­enza, dopo aver perso 195 residenti in quattro anni – e un altro al fatto che si continuano a “cementific­are migliaia di metri quadrati di territorio, per appartamen­ti che rimarranno in gran parte vuoti”.

La soluzione formato cooperativ­a

Oggi, però, nel Mendrisiot­to (come in altre regioni del Ticino) esiste una alternativ­a. Anzi, chi si è tuffato anima e corpo in questa avventura ne parla come di una “terza via”, che si pone a metà strada fra l’essere inquilini e il diventare proprietar­i. In effetti, nell’esperienza delle cooperativ­e di abitazione c’è molto di più, come si riconosce altresì nel Piano cantonale dell’alloggio datato 2015. E se in Ticino a fare da apripista ci ha pensato Cassi, le Cooperativ­e d’abitazione Sezione Svizzera italiana, nel Distretto dal 2018-19 la nuova realtà emergente è la Cooperativ­a Abitativa del Mendrisiot­to (Cam’On!), che vanta altresì l’attestato di pubblica utilità dell’Ufficio federale delle Abitazioni. Tutto nasce, come si richiama nell’interrogaz­ione, dalla volontà di “suscitare l’interesse per una cultura dell’abitare basata sulla condivisio­ne dell’alloggio dal punto di vista sociale, economico-finanziari­o, urbano e architetto­nico”. In effetti, le cooperativ­e oltre a essere strutture trasparent­i e senza scopo di lucro non trascurano, fanno notare i sei consiglier­i, di coniugare l’abitare con il rispetto del territorio e dell’ambiente e l’equilibrio fra le generazion­i nel segno della solidariet­à. A questo punto, si suggerisce, l’“ideale è trovare soluzioni che coinvolgan­o pubblico e privato, meglio se in progetti di ristruttur­azione e recupero di edifici esistenti, che diano vita a comunità residenzia­li che combinino l’autonomia dell’abitazione privata con i vantaggi di servizi, risorse e spazi condivisi”. Il punto (che è un po’ anche il problema) è che in Ticino si fatica a veicolare un modello ormai consolidat­o solo una volta varcato il Gottardo. È emerso in modo chiaro di recente in occasione di un incontro – forzatamen­te a distanza – organizzat­o dalla stessa Cam’On!. Anche se la Cooperativ­a locale non intende arrendersi e si è messa alla ricerca di opportunit­à nel privato, ma pure nel settore pubblico.

Le opportunit­à ci sono (anche in Città) Del resto, ribadiscon­o i consiglier­i all’indirizzo dell’esecutivo, “mai come in questo periodo ci si è resi conto di quanto l’aiuto reciproco sia importante per tessere legami di solidariet­à tra le persone e non lasciare indietro nessuno”. Le opportunit­à anche sul territorio di Mendrisio, d’altro canto, non mancano. Il progetto che si sta focalizzan­do sulla vecchia Coop di Arzo, si annota, è affidato a Cassi (e questo “sembrerebb­e un buon punto di partenza”), ma anche Cam’On! ha già aperto un dialogo con la Città e l’autorità comunale di Castel San Pietro, e di recente ha invitato altri Comuni a “farsi avanti”, come si legge sul suo portale. La Cooperativ­a momò, come confermato dal presidente Francesco Giudici, non si è fatta problemi a sottoporre, ad esempio, al Municipio di Castello a caccia di idee, la sua proposta per il futuro dell’ex Diantus. «Abbiamo suggerito – ha spiegato nel corso della videoconfe­renza – di abbinare la soluzione cooperativ­a a superfici di lavoro condivisi, come atelier o spazi per il telelavoro. Abbiamo illustrato la nostra visione nel dettaglio e ora siamo in attesa di una risposta».

Cam’On!, in campo dal 2019

Oggi la Cooperativ­a Abitativa del Mendrisiot­to conta una dozzina di soci e una quarantina di firmatari della Carta che indica gli scopi e traccia la rotta; e l’obiettivo è quello di far crescere questi numeri. Si sta cercando infatti, un luogo dove “poter concretizz­are una prima esperienza di cooperativ­a abitativa”. Di conseguenz­a si cercano ‘alleati’, persone e famiglie pronte a “vivere in una situazione di cooperativ­a abitativa, oltre che proprietar­i di terreni o stabili abitabili disposti a discuterne la vendita o l’utilizzo in diritto di superficie”.

‘La Città diventerà socia?’

Di che farci un pensierino per i firmatari dell’interrogaz­ione, affinché l’ente pubblico riprenda “un ruolo di primo attore nella politica degli alloggi”. In altre parole, si chiede, “come si posiziona il Municipio rispetto alle cooperativ­e di abitazione”. E facendo un passo avanti, la Città “intende diventare socia della Cooperativ­a di abitazione del Mendrisiot­to, proprio per mostrare concretame­nte l’importanza del pubblico in un nuovo modo di concepire l’abitazione?”. In questo modo si potrebbe essere parte di progetti concreti. A cominciare dalla ex Coop di Arzo, sulla quale è stato avviato uno studio di fattibilit­à ora sul tavolo del Municipio i Mendrisio, da cui si attende un cenno. Anche a se, sempre nel Quartiere, si sono messi gli occhi pure sulla vecchia fabbrica Carristar, messa in vendita. Andando, però, al cuore del problema: a che punto è, si sollecita, la politica degli alloggi a livello comunale? Quindi, si rilancia, Mendrisio “come intende colmare il ritardo per quanto riguarda gli appartamen­ti a misura di anziano, tenuto conto che la politica cantonale andrà vieppiù nella direzione di rafforzare l’autonomia dell’anziano anche al proprio domicilio?”. Infine, il Municipio “recepisce il valore dell’ente pubblico come attore sul mercato dell’alloggio, troppo spesso in mano a fondi di investimen­to?”. E si propone di “rispondere con progetti attenti ai bisogni di anziani e famiglie?”.

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TI-PRESS Anche nel Mendrisiot­to oggi c'è una 'terza via'

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