‘Moratoria immediata alle nuove antenne 5G’
Una petizione nel comune di Paradiso contro la costruzione di nuove antenne 5G sul territorio è stata consegnata ieri alla cancelleria comunale, corredata da 369 firme. La petizione è nata da un gruppo di cittadini, denominato ‘Stop Antenne in Paradiso’ “preoccupato per l’installazione di nuove antenne in un territorio ristretto che ne conta già parecchie. Già a novembre vi era stata un’opposizione contro la costruzione di una nuova antenna in Riva Paradiso. “Con questa petizione – si legge nel testo che accompagna la raccolta di firme – i firmatari chiedono alle autorità comunali competenti di decidere nel più breve tempo possibile una moratoria alla costruzione di nuove antenne 5G sull’intero territorio comunale, applicando il principio di precauzione come già avvenuto in molti cantoni e comuni svizzeri”. Numerosi i motivi a sostegno della richiesta, fra cui l’evidenza che già oggi a Paradiso sono installate “più di dieci antenne per la telefonia mobile (ognuna con elementi di seconda, terza, quarta o quinta generazione), presentando già oggi un’alta densità sul suo territorio che conta poco più di 4mila abitanti”. Non ultime, le preoccupazioni sulla salute. inferiori. Si tratta di un ricatto inaccettabile che mortifica il processo democratico ed esclude ogni apporto volto alla ricerca di scelte migliori o più convenienti”. Sono ben nove le ragioni che i Cittadini per il territorio del Luganese adducono per sostanziare il loro parere contrario al Polo sportivo e degli eventi. Il sodalizio mette sul piatto i contenuti del progetto: “A Cornaredo la Città intende costruire, rinnovandoli, gli impianti sportivi (la nuova arena per il calcio, un palazzetto dello sport, campi di allenamento, pista di atletica). Al Maglio vuole realizzare un altro centro sportivo. Accanto a queste strutture sportive propone di realizzare due torri di 45 metri adibite a scopi commerciali, un Blocco per i servizi della Polizia comunale e quattro palazzine per abitazioni lungo via Trevano”. Ebbene, per l’associazione “è determinante la scelta di uno sviluppo territoriale razionale, parsimonioso e commisurato ai bisogni. La pianificazione territoriale, nel suo mezzo secolo di esperienza, ha messo a punto e collaudato efficaci strumenti per pilotare lo sviluppo urbanistico. I principali strumenti sono il Piano di indirizzo (Pd) e il Piano di utilizzazione (Pr). Il primo si rivolge a un orizzonte lontano (30-40 anni) il secondo a un orizzonte ravvicinato (15 anni). Malauguratamente Lugano mescola i due livelli. Inserisce nei Pr (che dovrebbero contenere solo i bisogni dei prossimi 15 anni) anche gli indirizzi a lungo termine. Così facendo si priva della possibilità di pilotare lo sviluppo secondo le priorità e le necessità accertate. Aggrava la situazione il fatto che la Città non disponga delle necessarie conoscenze sul grado di attuazione (cioè le riserve) delle zone edificabili esistenti, come richiede una formale prescrizione legale disattesa ormai da vent’anni”.