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Il primo atto è una débâcle bianconera

Entrata in materia da dimenticar­e per il Lugano, travolto dal Ginevra. Oggi la replica.

- Di Moreno Invernizzi

Lugano – Il buio arriva presto alla Cornèr Arena. E sono tenebre fitte, che calano appunto dopo nemmeno sette minuti di gioco. Quanti cioè ne bastano al Ginevra Servette per calare il micidiale poker che ipoteca i tre punti in questo primo atto del doppio confronto in riva al Ceresio tra la squadra di Pelletier e quella di Emond in ventiquatt­ro ore. Ed è, appunto, un primo atto che inizia come peggio non potrebbe per i bianconeri, che nemmeno due minuti dopo l’ingaggio d’apertura (1’56” per l’esattezza) si ritrovano in ritardo di una rete. Il gol lo segna Miranda, lasciato tutto solo davanti a Schlegel e che lo trafigge in due tentativi (tra i principali colpevoli nella circostanz­a è Loeffel). Poi, nemmeno mezzo minuto più tardi, le reti di ritardo diventano già due, e addirittur­a tre al 5’08”... Un vantaggio che il Ginevra si costruisce con appena sei tiri verso la porta avversaria. Che da lì innanzi viene difesa da Zurkirchen, che Pelletier manda in pista a rilevare lo sconsolato Schlegel. Ma l’imbattibil­ità dello svittese dura ancora meno del collega che l’ha preceduto, visto che 1’44” più tardi arriva anche per lui il primo dispiacere della serata. Dopo la miseria di 6’52” il Ginevra si ritrova così sul comodissim­o 0-4: basta e avanza per garantirsi una serata tutta in discesa.

La rete di Boedker in entrata di secondo tempo, abile a deviare un tiro dalla distanza di Chiesa, poco muta nell’inerzia del confronto. Il miraggio di un clamoroso comeback viene infatti smorzato dagli ospiti, che poco prima di metà partita vanno nuovamente a segno. Stavolta con Moy, favorito da un errore di Antonietti. E non è finita lì, perché qualche minuto più tardi è Vermin a finalizzar­e in rete una bella azione in tandem con Richard: 1-6 alla seconda sirena. Significat­ivo il fatto che per arrivare a tanto, il Ginevra in fatto di reti si sia avvalso del contributo dei soli giocatori svizzeri: per una sera, infatti, le bocche da fuoco d’importazio­ne del Servette – che in termini assoluti sono quelle che segnano di più dell’intero campionato – restano infatti mute. Per trovare un barlume di luce in una serata altrimenti nero pece in casa bianconera si deve allora guardare ai venti minuti conclusivi che, sebbene svuotati di qualsivogl­ia interesse ai fini dell’esito del confronto, danno al Lugano la magra consolazio­ne di chiudere vittoriosa­mente almeno quel parziale, grazie alla rete (bella) di Fazzini; l’unica del terzo periodo, che fissa il punteggio finale sul 6-2. Ed è appunto a questo aspetto che il Lugano deve aggrappars­i per cercare il riscatto oggi, contro lo stesso avversario, il medesimo che a inizio gennaio, nel doppio confronto ravvicinat­o allora giocato alle Vernets, aveva già rifilato due pesanti scoppole a Sannitz e compagni (7-3 e 5-2).

Da annotare ancora che il complesso di Patrick Emond è la terza squadra a espugnare la Cornèr Arena con ben 4 reti di margine sui bianconeri: prima dei romandi ci erano riusciti Zurigo e Zugo, entrambi passati con il punteggio di 1-5.

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TI-PRESS/GOLAY Zurkirchen sconsolato: non resta che sperare nel venerdì

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