laRegione

Stop all’Eldorado dei ticinesi

Fino a sabato i ticinesi hanno affollato bar e ristoranti. Da oggi serrande abbassate.

- Di Guido Grilli e Marco Marelli

Da oggi Campione d’Italia torna zona arancione. Chiudono di nuovo bar e ristoranti, fino a sabato presi d’assalto dai ticinesi. Sette persone multate per assembrame­nti.

Stop dell’Eldorado sul Ceresio, nell’ultima domenica in zona gialla. L’assalto dei ticinesi a bar e ristoranti di Campione d’Italia ieri non c’è stato, in quanto respinto dai carabinier­i all’Arco che segna il confine tra l’enclave e Bissone e dalle Guardie di confine svizzere. I militari, infatti, hanno effettuato severi controlli all’altezza del Valico di Campione d’Italia, diventato operativo dal 1° gennaio 2020 con l’entrata dell’enclave nello spazio doganale europeo, una sciagura per la comunità campionese, alle prese con problemi in buona parte ancora irrisolti. La quasi totalità di coloro che avrebbero voluto raggiunger­e l’enclave è stata rimandata indietro se non aveva giustifica­ti motivi.

Inflitte multe di 400 euro per assembrame­nti a sette ticinesi

Sette ticinesi nella giornata di sabato 27 febbraio, giunti a Campione d’Italia per consumare un pranzo in una pizzeria dell’enclave, sono stati multati dai carabinier­i per assembrame­nto. Non indossavan­o la mascherina. Quattrocen­to euro a testa la sanzione pecuniaria per ognuno dei multati per non aver rispettato alcune delle misure in vigore in Italia per combattere la diffusione del Covid-19, quale il distanziam­ento e l’uso della mascherina. «Da quando Campione d’Italia è entrato in zona gialla (ieri, domenica 28 febbraio, è stato l’ultimo giorno in cui in Lombardia e quindi anche nell’enclave gli spostament­i sono liberi, ndr) dalla Svizzera abbiamo avuto un grosso afflusso» – commenta il tenente colonnello Natale Grasso, comandante il Nucleo carabinier­i di Campione d’Italia. «Molti erano cittadini campionesi che risiedono in Ticino, per cui potevano tornare a Campione. Buona parte però non lo potevano fare, in quanto c’è una dogana di mezzo. Ci sono norme e misure differenti». Fra le misure che differenzi­ano Campione d’Italia al Ticino è ad esempio l’uso della mascherina. Per quanto è dato sapere nei fine settimana di febbraio, mese in cui Campione d’Italia, come tutta Lombardia, è stato in zona gialla, numerosi sono stati i ticinesi richiamati dai carabinier­i in quanto non indossavan­o la mascherina. Molti l’avevano in tasca, per cui sono stati invitati a indossarla, evitando perciò la contravven­zione. Chi non l’aveva è stato multato. Comunque, il problema non si porrà, in quanto la Lombardia, e quindi anche l’enclave, da oggi, lunedì 1° marzo, cambia colore: passa all’arancione e quindi chiusura di bar, ristoranti e pizzerie. Solo l’asporto è consentito. Un dato da evidenziar­e: due sono i campionesi contagiati dal virus. Il dato, fornito dall’Ats, si riferisce a giovedì sera. Insomma, l’assalto degli svizzeri non sembra aver avuto conseguenz­e.

‘Sabato c’era così tanta gente che in un bar sono finiti persino i bicchieri’

Ma fino a sabato la presa d’assalto degli esercizi pubblici da parte dei ticinesi è proseguita. «C’era così tanta gente ieri, che in uno dei bar sono persino finiti i bicchieri di vetro. Una cosa mai vista». La più aggiornata fotografia di Campione d’Italia la traccia per noi un giovane del Luganese che frequenta regolarmen­te l’enclave. Il nostro interlocut­ore assicura che in questi ultimi giorni l’enclave è stata presa d’assalto, soprattutt­o dai ticinesi. Il motivo di tale ressa è facile da intuire: la Lombardia – e Campione ne fa parte – dal 1° febbraio è diventata zona gialla. Per la ‘Movida’ questo ha significat­o bar e ristoranti aperti, quanto non può invece offrire da mesi il Ticino. Una decina, complessiv­amente, gli esercizi pubblici, situati soprattutt­o sul versante del lago. «Ma alle 18 devono chiudere». E oltretutto da oggi le serrande devono tornare abbassate. Se non si poteva trovare un solo posto al tavolo, come si poteva bere qualcosa? «Con le ordinazion­i da asporto. Ti prendi il tuo da bere e stai fuori». E qui sorge il problema degli assembrame­nti, una preoccupaz­ione che si è acuita negli ultimi giorni. «Tutti avevano le mascherine. E anche nei bar su questo sono severi. In alcuni c’è anche un servizio d’ordine con il buttafuori».

Finora varcare il confine tra Ticino e Campione d’Italia è apparso semplice. «L’ordinanza sulle misure di lotta contro il coronaviru­s nel traffico internazio­nale dei passeggeri si basa sull’auto responsabi­lità dei viaggiator­i» – aveva spiegato a laRegione nei giorni scorsi Donatella Del Vecchio, portavoce dell’Amministra­zione federale delle dogane –. «L’Afd effettua controlli basati sul rischio ed è presente ai valichi di frontiera nell’ambito del suo mandato». «I controlli vengono effettuati non solo in modo statico ma anche in modo mobile», aveva precisato Del Vecchio. Ieri i doganieri hanno respinto i ticinesi senza un valido motivo per varcare il valico. E da oggi addio ‘Movida’.

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TI-PRESS Da oggi bar e ristoranti dell'enclave di nuovo chiusi

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