Crisi profonda per gli alberghi
Continua a peggiorare la situazione nel settore alberghiero elvetico a causa del semiconfinamento decretato per combattere la pandemia da coronavirus. Nelle aree urbane, i tassi di occupazione in febbraio hanno raggiunto il 15 per cento, contro il 55 per cento dello stesso mese del 2019, prima della pandemia. È quanto emerge da un sondaggio pubblicato oggi da HotellerieSuisse. Le strutture alberghiere nelle regioni di montagna mostrano cifre migliori (occupazione del 50 per cento, rispetto al 57 per cento nel 2019) grazie alle buone condizioni meteorologiche e all’apertura di stazioni sciistiche.
Inoltre, il fatturato degli hotel riflette maggiormente la situazione rispetto al dato del tasso di occupazione: circa il 66 per cento delle strutture alberghiere ha subito perdite di fatturato fino a 250’000 franchi, e l’11 per cento delle aziende ha addirittura perso tra 250’000 e 500’000 franchi. Per tutta la stagione invernale, gli alberghi svizzeri si aspettano perdite medie superiori al milione di franchi. Questa cifra potrebbe anche superare 1,5 milioni di franchi nelle città.
Per la stagione estiva le prospettive non sono migliori, avverte HotellerieSuisse: i tassi di occupazione previsti da giugno ad agosto non dovrebbero superare il 20-30 per cento. Il tasso medio di occupazione per lo stesso periodo tra gli anni 2017 e 2019 è stato del 51 per cento. “Il sondaggio mostra che un rapido versamento degli aiuti di austerità sotto forma di sovvenzioni a fondo perduto è essenziale per la sopravvivenza di molte strutture”, commenta Andreas Züllig, presidente di HotellerieSuisse, citato nel documento.