Altri tre punti per guardare avanti
Una doppietta del numero 13 manda al tappeto il Langnau. ‘Ma se segno io o no è irrilevante’.
Ambrì – Non segnava da quindici partite, da quel gol al Berna il 5 gennaio. Poi, all’improvviso, per Marco Müller, ventisettenne attaccante solettese dell’Ambrì, ecco arrivare una frastornante doppietta che manda al tappeto il Langnau. «Certo, non nego che da giocatore uno ci pensa, ma credo pure che durante queste quindici partite senza reti ho fatto tante altre cose, e le ho fatte bene. Cerco di essere una persona onesta, e so quand’ho lavorato bene oppure quando non ho fatto abbastanza. Per me, ciò che conta è che la squadra vinca le partite: poi se segno io o no è irrilevante».
Müller che, per l’occasione, abbandona il ruolo di centro per accomodarsi all’ala. Lontano però dal suo abituale compagno Dominic Zwerger. E neanche a farlo apposta, uno dopo l’altro, in una domenica trionfale segnano entrambi. «Centro o ala, bah, per me è uguale – dice, schietto, il piccolo attaccante cresciuto nell’Olten –. Ciò che conta è giocare, e cerco sempre di dare il 100%. Con Novotny e Grassi penso si sia visto che c’è una buona alchimia. E non solo sul ghiaccio bensì pure in panchina, dove tra di noi abbiamo discusso molto. La separazione da Zwerger? L’Ambrì non vince soltanto perché segna lui oppure perché segno io. È così che vanno le cose nella vita: ogni tanto si decide di cambiare e le cose vanno bene, altre volte invece vanno meno bene. Oggi abbiamo vinto, quindi credo che la decisione sia stata giusta».
E per l’Ambrì è la terza vittoria di fila. «Fa indubbiamente piacere essere ripagati del lavoro che abbiamo fatto – spiega il suo compagno di linea Daniele Grassi –, dopo una quarantena e le partite perse: alcune volte meritatamente, ma in altre avremmo meritato un qualcosa in più che invece non è arrivato. Quando vinci, la fatica si sente meno, ed è questo che credo faccia la differenza in questo momento».
Vale per la fatica ma pure per gli sforzi, come quelli sostenuti ieri pomeriggio nell’epilogo di partita. «Credo che un po’ ci debba servire da lezione: negli ultimi dieci minuti abbiamo cercato di controllare la situazione, ma quello non è il nostro gioco. Noi dobbiamo attaccare, mettere intensità sul ghiaccio indipendentemente dal punteggio: è quella l’unica maniera per far bene e vincere».
Alla fine così è stato, in una domenica con un Ambrì dal volto un po’ diverso dal solito, anche per la nuova assenza di Nättinen (oggi, tra l’altro, si dovrebbe conoscere l’esito degli accertamenti medici). «Le linee cambiano spesso, anche perché abbiamo avuto diversi infortuni, ma credo che sia indifferente con chi uno gioca, perché abbiamo un sistema di gioco molto chiaro, in cui ognuno sa cosa deve fare».
Intanto, a una dozzina di partite dalla fine ora l’Ambrì è nono con gli stessi punti del Rapperswil ma pure quattro partite in meno: insomma, i pre-playoff sono tutt’altro che un’utopia... «Io sono dell’opinione che più pensi a certe cose, peggio è – conclude Grassi –. Ci sono così tante partite... Dobbiamo focalizzare l’attenzione su noi stessi, recuperare bene le energie e migliorare i dettagli che ancora restano da migliorare. Poi tireremo le somme».